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Aleksandr Aleksandrovic
Alechin

Giocatore russo (Mosca,
1-11-1892, Estoril, 23-3-1946) figlio di aristocratici,
imparò il gioco dalla madre a sette anni i suoi genitori,
temendo che egli vi si applicasse troppo, gli tolsero gli
scacchi: ma egli imparò presto ad analizzare le
posizioni alla cieca. A quindici anni partecipò a un
torneo a Dusseldorf 1908), dove giunse 4°5°
ex æquo ; subito dopo riuscì a battere von
Bardeleben per 5 a 0 in un match individuale. Nell'anno
successivo vinse il torneo di campionato russo a
Pietroburgo, e nel 1910 affrontò per la prima volta un
gruppo di maestri internazionali, classificandosi 7°-8°
ex æquo con Duz-Chotimirskij. Un risultato
non molto brillante caratterizzò anche la sua
partecipazione al torneo di Karlsbad 1911 (8°11°,
a pari punti con Duras, Leonhardt e Tartakower),
ma nel torneo di Stoccolma 1912 giunse primo, dopo aver
perduto solo la partita con Fridlizius, e
giunse di nuovo 1° a Scheveningen nel 1913,
rimanendo sconfitto solo da Janowski. 11
grande torneo di Pietroburgo del 1914, al quale
parteciparono, oltre al campione del mondo Lasker,
molti fra i più grandi maestri del tempo, lo consacrò
definitivamente a ventitré anni un grande maestro,
avendo egli conquistato il 3° posto, dopo Lasker e
Capablanca. Nello stesso anno il torneo di Mannheim diede
conferma delle sue doti, vedendolo in testa ai migliori
giocatori europei, vincitore nei confronti diretti con Breyer,
Bogoljubov, Tarrasch, Duras. Scoppiò intanto la
prima guerra mondiale, e Alechin, giudicato inabile al
servizio militare attivo, poté ritornare in Russia. Qui
fu impiegato in servizi sedentari, ciò che gli permise
di perfezionare i suoi studi di diritto. Volontario in
Galizia nel 1916, per i suoi lodevoli servizi nel corpo
di Sanità ottenne le decorazioni di S.Stanislao e di S.Giorgio.
Ferito durante l'offensiva di Kerenski, dovette essere
ricoverato all'ospedale di Tarnopol. Terminata la guerra,
constatò e che la rivoluzione lo aveva a privato di ogni
cosa. Cominciò allora un periodo grigio dopo aver
tentato vari impieghi, riuscì a ottenere, grazie alla
sua conoscenza delle lingue, un posto in una agenzia di
pubblicità. Qui conobbe una scrittrice svizzera, Annalisa
Ruegg, di cui si innamorò. La sposò il 15 marzo
1921 a Mosca; e Annalisa che aveva buone conoscenze
presso i nuovi governanti, cercò di sistemarlo
convenientemente in qualche ufficio: ma Alechin
non riconosceva più la sua vecchia Russia. Con l'aiuto
di alcuni amici, riuscì ad avere un visto per Berlino;
subito dopo aver vinto il torneo di Mosca 1920, prese la
strada dell'esilio, per non rientrare mai più in Russia.
Dal 1921 alla morte, Alechin si dedicò totalmente agli
scacchi, collezionando una serie impressionante di
vittorie. Vinse i tornei di Triberg (1921),
Budapest (1921), L'Aia (1921), Hastings (i922), Karlsbad
(1923), Portsmouth (1923), Parigi (1925), Berna (1925),
BadenBaden (1925), Hastings (1925-26 ex æquo con Vidmar,
Scarborough (1926), Birmingham (1926), Kecskemet (1927),
Bradley Beach (1929), San Remo (1930), Bled (1931),
Londra (1932), Berna (1932), Pasadena (1932), Mexico City
(1932), Parigi (1933), Zurigo(1934), Oerebro (1935).
Intanto nel 1927 riuscì a battere Capablanca
in un famoso match per il campionato del mondo a Buenos
Aires (+6 =25 -3): e difese poi il suo titolo contro Bogoljubov
nel 1929 (+11=9-5) e nel 1934 (+8 =15-3). Ma già
nell'Olimpiade del 1935 a Varsavia, il campione del mondo
sembrò invecchiato, probabilmente per abuso di alcool e
di nicotina; e nello stesso anno inaspettatamente perse
il titolo nel match contro Euwe (+8 = 13 -9).
Sottopostosi ad una energica cura disintossicante, nel
1937 all'Aia riconquistò il titolo, battendo Euwe
(+10 =11 -4). Tuttavia la stella di Alechin, pur dando
ancora sprazzi vivissimi, stava declinando. Fu ancora
primo a Bad Nauheim (1936 ex æquo con Keres),
Dresda (t936), Hastings (1936 37), Margate (1938),
Montevideo (1939), Salisburgo (1942), Monaco (1942),
Gijon (1944), Madrid (1945), Sabadell (1945), Melilla (1945);
ma si trattò di tornei di non grande importanza, quali
si potevano organizzare in periodo bellico. Durante
questo periodo Alechin (che dal 1927 era naturalizzato
francese, e in Francia aveva conseguito, nel 1929, la
laurea in giurisprudenza) fu accusato, forse
ingiustamente, di aver parteggiato per il governo
collaborazionista. Terminato il conflitto, questo suo
atteggiamento, collegato anche a talune sue prese di
posizione contro gli ebrei, lo espose a violente critiche.
Chiamato a discolparsi davanti ad una apposita
commissione, non poté ottemperavi, perché il giorno
successivo alla convocazione fu trovato morto, nella sua
camera di albergo. Si era sposato tre volte: nel 1920 con
una baronessa russa, per legittimare la figlia Valentina,
allora di sette anni; nel 1921, con Annalisa Ruegg;
nel 1935, con l'americana Grace Wishaar, che
gli sopravvisse e morì poi nel 1956 a Parigi. Fu
eccellente giocatore di simultanee e di partite alla
cieca. Il suo record come giocatore alla cieca, fu di 28
partite contemporanee (Parigi 1925, con il risultato + 23
= 3 -2). Come giocatore di simultanee, fu particolarmente
attivo non solo in Europa, ma in America, in Islanda e in
Giappone. Tenne sedute di simultanee anche in Italia,
sempre con eccellenti risultati. Scrisse numerosi libri,
alcuni di carattere storico e autobiografico sulla vita
scacchistica nella Russia Sovietica (editi nel 1921) e
sulla storia del suo cammino verso il campionato mondiale
(editi nel 1932). Le sue opere più importanti, tuttavia,
sono rappresentate dalle sue migliori partite, da lui
stesso commentate: My best games of chess,
1908-1923 (London, 1927) di cui si fecero traduzioni in
molte lingue, e il seguito: My best games of chess,
1924-1937 (London, 1939), cui C.H. O' D. Alexander fece
ancora seguire un terzo volume nel 1949, riguardante il
periodo 1939-45. Durante la seconda guerra mondiale fece
pubblicare in Spagna l'opera in due volumi. Ajedrez
Hipermoderno (Madrid, i945). Al nome di Alechin
sono legate molte continuazioni, fatte poi proprie
dalla teoria. Alechin fu un grande artista della
scacchiera; del resto egli stesso scrisse testualmente:
" Per me gli scacchi non sono un gioco, ma un'arte
". Sulla vita e sull'opera di Alechin il sovietico
Kotov ha scritto due volumi (Schachmatnoe nasledle
Alechina )L'eredità scacchistica di Alechin,
Mosca 1954), pubblicati anche in tedesco; si tratta di un
lavoro che mette in risalto tutti gli aspetti della
personalità scacchistica di Alechin, da
quelli che furono i procedimenti tecnici del grande
campione alle innovazioni nel campo delle aperture, dall'intuito
combinativo alla maestria tattica.

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