Intervistatore: Buonasera, signor Ardizzoni.
B.A.: Buonasera e tante buone cose.
Int.: Cosa fa? Se ne va?
B.A.: Evidentemente lei deve formulare meglio le sue forme di saluto. Nessuno resiste ad andarsene dopo uno squillante "buonasera".
Int.: Passiamo all'intervista. Lei fa parte dell'équipe di psicologi assoldati dai Maracaibo allo scopo di individuare le tendenze delle ragazzine moderne: ecco, parliamo del suo lavoro ed in particolare se può confermarci che la sua laurea è una burletta, per non parlare del master di specializzazione conseguito da lei e colleghi lo scorso anno.
B.A.: Lei ha colto il nocciuòlo (?) del problema. Ma il fatto che il nostro lavoro si basi su un'impostura non implica che non possa essere svolto al meglio. O no?
Int.: Ma, veramente...
B.A.: Lasci perdere, guardi. Non è certo la persona più adatta per giudicare: lavora per chissà quale testata a tiratura nazionale, e magari è un padre amorevole e un marito affettuoso. Lasci perdere.
Int.: Ma... scusi, almeno vorrà parlarci, mi auguro, delle sue teorie. Si vocifera che i Maracaibo debbano a lei e colleghi gran parte del loro successo.
B.A.: Le mie teorie, e lo dico senza affettazione di modestia, sono l'unica panacea al disagio giovanile di questi anni. E le esporrò in 3 punti fondamentali: 1) il bidez 2) la religione 3) la politica.
Int.: Bene, sentiamo. Ma la avverto che sento una certa incongruenza in tutto questo.
B.A.: Perché lei fa parte del vecchio regime. Cioè, per essere chiari: lei non si permetterebbe mai di piluccare il ragù dalla vaschetta con due dita.
Int.: Certo che no!
B.A.: Ecco, e allora passiamo al bidet. Sappiamo tutti che uno dei motivi fondanti del disagio è una cattiva espletazione degli istinti sessuali.
Int.: Mi scusi, e la droga?
B.A.: Quella è una panacea diversa, ma io in questo caso sono più junghiano e non mi permetterei mai di dire ad un paziente: "Smetti di prendere anfetamine e masturbati." Per queste cose bisogna consultare Sorrenti, non me. Comunque dicevamo: inibizioni come disagio. Ecco, importante non è solo il quid ma anche l'ubi, ovvero la topografia dell'atto sessuale, il "dove" si fa sesso. A questo supplisce il bìden: la simpatica forma a conchetta , unita al flusso dell'acqua tepida, favorisce un rapporto che non sia solo appagante, ma anche ridanciano, dal momento che la giovane coppia si chiederà per tutto il tempo con grande ilarità cosa cazzo ci fanno a cavalcioni su un bìmen.
Int.: Mi scusi, ma non è un po' troppo piccolo lo spazio che lei descrive? Insomma, per due giovanotti, intendo.
B.A.: Lei ha toccato un tasto dolente. Questa obiezione mi è stata già fatta in occasione dell'ultimo Congresso Internazionale di Sessuologia a Pontepetri, dove mi è stato anche dato, a ragione, del deficiente. Ma io mi sono sùbito riscattato: lo spazio non è un problema, o meglio: lui può essere anche gigantesco, l'essenziale è che lei abbia le dimensioni di un rubinetto o di una valvola. A quel punto mi è stato tributato un applauso infinito e mi hanno pure decorato con una medaglia di bronzo, in omaggio alla faccia.
Int.: Mah... E la religione e la politica?
B.A.: Arrivederci.