Notizie storiche sull'Università
Un po' di storia
30 settembre 1923: decreto con cui viene istituita l'Università
degli Studi.
28 agosto 1924: viene firmata la convenzione che segna la nascita
dell'Università degli Studi di Milano composta da quattro Facoltà:
Giurisprudenza, Lettere e filosofia, Medicina e chirurgia e
Scienze fisiche, matematiche e naturali.
8 dicembre 1924: cerimonia inaugurale al castello Sforzesco.
Il nuovo ateneo contava 1419 iscritti, e già nell'anno
accademico 1928/29, con 1965 iscritti, risultava al quarto posto
fra gli atenei italiani, dopo Napoli, Roma e Padova.
Il Rettorato e le facoltà umanistiche vennero ospitate nel
palazzo comunale di Corso di Porta Romana, la facoltà di Scienze
a Città Studi.
Alla fine della guerra il vecchio ospedale sforzesco venne
assegnato all'Università, i lavori di ricostruzione e di
restauro iniziarono nel 1949, l'Ateneo vi si insediò nel 1958.
1995: L'Università degli Studi è composta da 9 Facoltà
disseminate nelle varie sedi sul territorio milanese e lombardo,
è frequentata da 98.000 studenti, vi operano 2374 docenti e 1985
non docenti.
L'Università degli Studi di Milano, detta "statale",
è uno degli atenei più importanti d'Europa non solo per il
numero degli iscritti (quasi centomila studenti, insieme alla
gemella, da poco costituitasi come soggetto autonomo, la "Bicocca")
ma anche per i fittissimi scambi culturali con il mondo
accademico di tutto il globo e per il fatto di aver annoverato e
di annoverare fra le sue fila alcuni fra i più grandi
cattedratici. La sua storia è relativamente recente: il panorama
dello studio universitario in Lombardia è stato da sempre legato
alla città di Pavia: solo negli anni Venti, mentre la città
meneghina conosceva un vero e proprio rinascimento culturale ed
economico, si sentì il bisogno di un'istituzione universitaria,
che completasse l'offerta di istruzione di prim'ordine del già
famoso Politecnico. In questo nuovo e stimolante contesto l'eredità
di alcune delle istituzioni dell'Italia risorgimentali più
attive, come l'Accademia Scientifico-Letteraria istituita dalla
legge Casati del 15 novembre 1859, la stessa che diede origine al
Regio Istituto Tecnico Superiore (l'attuale Politecnico), con il
quale l'Accademia dovette convivere per alcuni anni, andò a
confluire nella nostra università, con ciò legandosi in modo
inscindibile alla vita culturale e sociale della società
milanese. Per lungo tempo l'università, con diverse sedi
distaccate, non ebbe un luogo di rappresentanza di prestigio ma
dopo la fine della seconda guerra mondiale le fu affidato il
grandioso monumento della " Cà Granda", uno dei
monumenti più significativi di tutta la città e, purtroppo, più
duramente colpiti dagli indiscriminati bombardamenti del '43. I
lavori di ricostruzione, filologici ed estremamente accurati,
iniziarono nel 1949 e l'Ateneo vi pose ufficialmente la sua sede
nel 1958.
L'edificio dell'antico "Spedale di Poveri" fu voluto da
Francesco Sforza duca di Milano e da sua moglie Bianca Maria
Visconti (sec. XV) "apud omnes partis orbis terrarum
stupendum'' in segno di gratitudine a Dio per la conquista del
Ducato.
La prima pietra fu posta solennemente il 12 aprile 1456.
L'edificio fu completato nei secoli seguenti fino all'Ottocento,
sempre grazie a lasciti e donazioni di cittadini milanesi, che
ritenevano doveroso contribuire al completamento e al
funzionamento dell'Ospedale chiamato familiarmente "la Ca'
Granda". Fonte di introiti era anche uno speciale giubileo (la
cosiddetta "Festa del Perdono", da cui ha preso nome la
graziosa via da cui si accede alla costruzione) che si celebrava
ogni due anni il 25 marzo, festa dell'Annunciata, sotto la cui
protezione l'Ospedale era posto.
Il progetto, affidato da Francesco Sforza all'architetto toscano
Antonio Averlino detto il Filarete (1400-1469), fu da questi
illustrato nel Trattato di Architettura quale esempio di
architettura pubblica nel più ampio contesto di una città
ideale, la Sforzinda, in cui era adombrata la Milano Sforzesca.
La pianta proposta dal Filarete, basata sul quadrato, aveva
chiari riferimenti simbolici religiosi.
Lo schema che sottende l'edificio è un rettangolo formato da
dieci quadrati uguali, tra i quali si colloca in posizione
centrale la Chiesa.
Le parti laterali, costituite da costruzioni con pianta a croce
("crociera") quasi a ricordare la sofferenza umana,
erano destinate ai malati. Oggi ne rimane solo una ed accoglie
una delle più suggestive biblioteche del mondo.
Alla gigantesca costruzione collaborarono alcuni dei maestri dell'architettura
italiana: Guinforte Solari (1465-1481), l'Amadeo (1447-1522) e
nel '600 il Pessina che ebbe l'incarico di rivedere il vecchio
progetto: con lui furono F.M. Richini, Fabio Mangone, G.B. Crespi
detto il Cerano. Comunque il Richini è ritenuto l'effettivo
ideatore del gran cortile barocco, composto di una sequenza a
doppio ordine d'arcate su colonne: tale cortile è, infatti,
correntemente definito cortile centrale o del Richini; sempre al
Richini si deve la corrispondente fronte secentesca verso la Via
Festa del Perdono. Veramente particolare la cappella, che ospita
una famosa natività del Guercino
Il complesso architettonico ha rappresentato per secoli in Italia
e in Europa un esempio d'avanzata struttura ospedaliera. Esso è
stato adibito ad ospedale fino alla seconda guerra mondiale.
Questo prestigioso monumento è la sede centrale dell'Università.
Frequentemente diventa sede di manifestazioni culturali e di
congressi scientifici nazionali e internazionali.
Più precisamente qui si trovano: il Rettorato, alcuni Uffici
amministrativi e due Facoltà umanistiche (Giurisprudenza,
Lettere e Filosofia). Le altre facoltà (Agraria, Farmacia,
Medicina e Chirurgia, Medicina veterinaria, Scienze matematiche,
fisiche e naturali e Scienze Politiche), trovano la loro sede il
Via Conservatorio, in Città Studi ed in varie altre strutture
cittadine.
Dalla "Univeritas studiorum Mediolanensis" provengono
ministri, politici, giudici costituzionali ed un gran numero di
giornalisti, scrittori e uomini di cultura che hanno illustrato
il nostro paese nel mondo. Un dato su tutti: il 16% dei laureati
in materie scientifiche ha conseguito la laurea nella nostra
università.
Fra i professori è doveroso segnalare: Santi Romano, Giovanni
Pacchioni, Angelo Sraffa, Oreste Ranelletti, Emilio Betti, Mario
Falco, Costantino Bresciani Turroni, Francesco Carnelutti, Enrico
Besta, Aurelio Candian, Gian Piero Bognetti, Gaetano Scherillo,
Cesare Magni, Enrico Tullio Liebman, Cesare Grassetti, Giacomo
Delitala, Mario Rotondi, Pietro Nuvolone, Antonio Amorth, Mario
Giuliano, Renato Treves, Uberto Scarpelli, Luigi Castiglioni,
Alfredo Galletti, Angelo Monteverdi, Matteo Marangoni, Achille
Vogliano, Antonio Banfi, Vincenzo Errante, Federico Chabod,
Giovanni Emanuele BariŽ, Vittore Pisani. Per i corridoi è
possibile incontrare nomi di primo piano della "intellighenzia"
e della finanza italiana quali Eva Cantarella, Stefano Zecchi,
PierGiusto Jaeger.
Il rettore, Paolo Mantegazza, vera e propria colonna portante
dell'ateneo è riuscito in questi ultimi anni a risolvere alcuni
dei problemi più gravi come il sovraffollamento dei corsi, la
scarsa attenzione per la didattica, la mancanza d'attività di
sostegno per gli studenti. Vi è una grande attenzione alla
formazione, i seminari sono di alto livello scientifico e i
collaboratori delle cattedre sono di prim'ordine. L'università,
inoltre, è inserita nei progetti Erasmus e Socrates,
riaffermando la sua ispirazione europea, in maniera molto marcata
tanto che sono centinaia gli studenti stranieri che arricchiscono
il nostro mondo con la loro presenza. Positiva è anche l'attenzione
all'informatica: tutti gli studenti possono accedere ad un
elaboratore o alla rete telematica; i cataloghi sono
informatizzati. Moltissime informazioni si possono avere
consultando il sito www.unimi.it e si può comunicare via E-mail
con molti uffici e professori, anche se pochi lo sanno.
Purtroppo l'ambiente non è privo di problemi soprattutto legati
alla mancanza di una vera comunità studentesca. Regna assai
spesso il disinteresse, l'individualismo, la superficialità.
Molti studenti, specialmente i moltissimi fuori sede (coloro che
provengono da fuori della regione, inseguendo il buon nome dell'università,
sono quasi il 10% del totale) sono costretti a lavorare,
trascurando una fondamentale partecipazione, per mantenersi:
consistenti spese (Milano è una città assai poco economica)
alloggi, vitto, libri di testo sono spesso un ostacolo
insormontabile a una serena vita universitaria. Né migliora le
cose la carente presenza dell'ISU, da anni commissariato. Quest'insieme
di situazioni fa sì che, anche per una colpevole politica d'alcune
storiche associazioni e movimenti politici (spesso ridotti a
larve) rivolta più alla ricerca del consenso che al
perseguimento del bene comune, il clima culturale sia piuttosto
asfittico, languano le iniziative, manchino momenti e luoghi d'incontro
autenticamente formativi. Incontrarsi è diventato sempre più
difficile e il mito della "fredda Milano" sembra
essersi fatto una realtà.
Il circolo Fucino "Contardo Ferrini", che fra l'altro
è nato proprio insieme all'università, nel 1923 si sta
impegnando per far rifiorire l'ambiente studentesco, soprattutto
facendo da catalizzatore culturale, da luogo di dialogo e d'incontro,
di vita universitaria consapevole e produttiva.
Marcello Menni