Beni di tutti, bene per tutti
Si può partire ancora una volontà delle origini: Dio creò il
mondo e " vide che quel che aveva fatto era davvero molto
bello" (Gen. 1,31). Quindi tutte le cose che esistono
intorno a noi non sono da idolatrare ma nemmeno da demonizzare
perché provengono da Dio.
L'unione europea rappresenta sicuramente uno dei più grandi
progetti che siano mai stati partorito da mente umana: l'unione
di popoli tanto diversi, di culture e società tanto lontane, un
numero tanto grande di uomini e donne non possono che essere
qualcosa di meritorio se fondato su un ampio consenso. Il nostro
continente ha vissuto troppo lungo insanguinato da lotte
furibonde ed oggi insanabili. Oggi la Ue si avvia verso
allargamenti in larga scala, verso un mercato comune senza
frontiere, verso la creazioni strutture burocratiche più forti:
sicuramente questa autorità ci garantisce a guerre interne,
commerciali e non, ci invita a essere più europei, a cogliere i
frutti di un albero piantato quasi cinquant'anni fa.
Bisogna chiedersi se questo ci basta: avere una moneta unica,
libertà di commercio, di spostamento, un'autorità garante,
nelle vesti della Commissione, delle politico comunitarie, cio può
vedere soddisfatti? Anche nelle famiglie più unite e solidali
possono crearsi situazioni di contrasto, si litiga, ci si insulta:
talvolta si a arriva contrasti insanabili per questioni principio
o per incomprensione reciproca. In un contesto come quello
Europeo questa idea di comunità familiare stenta farsi strada ed
è ben difficile che prima o poi qualcuno non batta i pugni sul
tavolo troppo forte. Ormai è chiaro a tutti che l'idea di Europa
non può più esser legata al concetto e sviluppo economico fine
a se stesso: è vero che done non passano i capitali passano gli
eserciti ma ormai ci si crociola troppo per il successo raggiunto
in questo versante e si dimentica la fine del percorso: non a
caso il vertice di Vienna sulle politiche comunitarie si è
arenato.
Il motivo di questo stallo è molto più profondo delle paure,
degli odi, delle inimicizie e perfino del timore da parte dei
governi di perdere quel mitico Moloc chiamato sovranità. Il
problema è ben reso da un brano dell'enciclica "Centesimus
annus " scritta da Giovanni Paolo II alcuni anni fa:
"lo sviluppo non deve essere inteso in modo esclusivamente
economico, ma in senso integralmente umano. Non si tratta solo di
elevare tutti popoli al livello di cui godono oggi paesi più
ricchi, ma di fa crescere fattivamente la dignità e la creatività
di ogni singola persona, la sua capacità di rispondere alla
propria vocazione ".
Quando si ha un grande progetto si deve sempre tener a mente che
la sua grandiosità sta proprio nel fatto che è realizzato da
uomini per uomini: altrimenti l'ideologia, l'interesse di parte e
le logiche di potere prendono il sopravvento: si realizza quindi
un governo di pochi potenti che dettano legge e dall'alto loro
onnipotenza tendono a diventare una tirannia.
Ciò che d'ora innanzi si farà dell'Europa dovrà esser fatto
non più per gli italiani e spagnoli, francesi, inglesi, tedeschi...
dovrà essere fatto invece per gli europei. Ma per comprendere
chi sono bisogna andare alle radici della loro umanità: solo così
si potrà capire cosa pensano, cosa desiderano, che cosa vogliono.
La cultura europea ha un background cristiano, anzi il
Cristianesimo si innerva nelle mente dell'azione delle vitamine
nostro continente: le grandi idee di libertà, di uguaglianza e
di fratellanza si fanno risalire alla Rivoluzione francese sono
in realtà, come ha recentemente dimostrato il filosofo Mario
Cattaneo, ideali strutturalmente cristiani.
Non si può prescindere dalla costituzione di una vera e globale
unione non solo da questi principi ma da quel profondo senso di
solidarietà che ci contraddistingue e che ci rende il luogo al
mondo in cui i diritti formali meglio sono integrati dai diritti
sostanziale: anche nelle sfere più alte del potere del potere si
dovrebbe tener presente che i diritti pure inviolabili come
quello della libertà di circolazione, di opinione, d'iniziativa
economica...... non sono sufficienti se non integrati da diritti
come quello alla saluto, all'istruzione e all'essere sostenuti
nelle proprie iniziative sociali.
Non sono così convinto che tutti siano daccordo con questi
principi larghi settori liberali si oppongono a questa visione
per motivi economici: la Comunità nell'allargare le proprie
prerogative dovrebbe di conseguenza aumentare a dismisura il
proprio bilancio. Si passerà quindi da un riciclo dell'un per
cento circa, del Pil ad almeno dieci volte tanto (e questo
sarebbe necessario: non è possibile addossare tutto al mitico ed
abusato principio della sussidiarietà).
Quest'argomentazione è valida finché la mentalità rimane
invariata: la distribuzione della ricchezza non può essere
posticipata.
Per concludere la costituzione europea è un ottimo obiettivo ma
per redigerli bisogna che i costituenti abbiano ben presenti
alcune linee di fondo di costituzione sostanziale. Linee che
affondano nel nostro passato il solidarismo, di fratellanza e
tolleranza cristiana è che un paese come il nostro ha postolo a
base della tanto vituperata, a torto, costituzione della
repubblica italiana
Marcello Menni