GERMANY TV,
ovvero COSA C'E' DIETRO L'INCUBO DELLO SHARE

di Peter Patti


Un mesetto fa mandai una e-mail a un mio amico italiano (famoso scrittore), comunicandogli: "Qui in Germania siamo seppelliti dalla neve..."
La sua risposta mi arrivò prontamente: "Beati voi! Qui in Italia invece siamo seppelliti dalla cacca".

Gli italiani, si sa, sono scontenti di come vanno le cose a casa propria, e tendono a osannare la situazione di certe altre nazioni. Ma è solo perché non la conoscono veramente, quella situazione. Così, quando si parla di "tivù monnezza", non bisogna credere che sia un'invenzione nostra, né che altrove il video scoppi di salute.

Prendiamo la Germania. In un recente sondaggio, due tedeschi su tre hanno affermato che, secondo loro, i programmi televisivi sono peggiorati; tuttavia, se si vuol prestare fede ai responsabili dell'emittente RTL, il pubblico va pazzo per "soap opera, talk show, processi 'ricostruiti in studio' e Deutschland sucht den Superstar" (quest'ultimo è un concorso per aspiranti cantanti con tanto di giurati spesso offensivi). Star e starlette si prestano ad assurde "prove del coraggio" (tipo sdraiarsi dentro una bara piena di scarafaggi) e nei talk show e nei programmi di satira il linguaggio spesso non ha niente da invidiare a quello dei pescivendoli.

RTL

Sono trascorsi vent'anni da quando in Germania l'etere è stato "liberato", consentendo l'ingresso delle emittenti private nelle case di tutti i cittadini. L'anniversario è stato celebrato da Sat 1 e RTL (tra le primissime antenne "alternative") nel modo consueto, ovvero con un'ampia passarella per personaggi che, grazie alle TV private, hanno dato la stura a un'insperata carriera nel mondo dello spettacolo.

Sat 1 e RTL godono di un'eccellente audience, cosa che non può stupire qualsiasi sano di mente che si prenda la briga di studiare la scaletta dei loro programmi. Telenovelas, telefilm americani, manga, gossip, spazi per miti squallidi... Sul piccolo schermo prevale l'idiozia; e, per riflesso, l'idiozia prevale anche nella vita di tutti i giorni. Quindi, a parte la lingua, le diversità tra tivù tedesca e quella nostrana sono minime. Con qualche eccezione, come poi vedremo.

Sat 1



Al loro nascere, le televisioni "libere" vennero salutate come una possibile alternativa ai canali nazionali. Ma l'audit, o audience, o indice di gradimento, detta legge, e così sul piccolo schermo non rimane spazio che per il trash. Il tempo che dovrebbe essere riservato all'informazione si traduce in una serie di paparazzate e, ovviamente, le showgirl sono parecchio più visibili del più saggio dei pensatori (sì, accade anche qui, nella cosiddetta "Terra dei Poeti e dei Filosofi").

Per assurdo, proprio i canali nazionali sono venuti a trovarsi nella posizione - in teoria vantaggiosa - di poter fare da controbilancia alla videoideozia dilagante. Purtroppo, però, l'ARD - il "primo" -, la ZDF - il "secondo" - e i vari Terzi riempiono le ore pomeridiane con trasmissioni che scimmiottano le antenne private e, nel prime time, cercano di rinverdire i vecchi allori (ma per quale generazione? per quella dei sessantenni e oltre?) mandando in onda trasmissioni carnevalesche e Volksmusik. E' vero: sul tardi si può assistere anche a varie tribune politiche; ma, a conti fatti, nessun politico è dotato di carisma o quantomeno di un curriculum al di sopra di ogni sospetto, e così queste tribune servono solo a depoliticizzare maggiormente l'opinione pubblica. Come se ciò non bastasse, ancora oggi i TG nazionali sono quanto di più noioso ci si possa immaginare. Su questo punto, almeno, le private hanno portato una ventata di innovazione.

ARD, ZDF


Il canone radio-tv costa ben 16 euro al mese, e circa 7 ulteriori euro deve sborsare chi riceve i programmi via cavo (il che significa: ricezione digitale, senza antenna tradizionale e/o satellitare). Di questa somma, le emittenti non di Stato non ricevono un solo centesimo. Ma niente paura: loro riescono a rifarsi - e abbondantemente - con la pubblicità.

La Germania è una nazione di tivùdipendenti né più né meno che tutte le altre. Si parla tanto di "share", "audience", "audit", ma è ovvio che, dietro alla programmazione televisiva, ci sono interessi di carattere economico. Il popolo è come argilla nelle mani dei proprietari della casa editrice Springer (= Bild Zeitung) e dei manager delle TV legate alla stessa Springer o a consorzi di banche e a multinazionali. Mentre imperversano la disoccupazione e i disagi sociali, la gente sta al davanzale della finestra-tivù lasciandosi accecare dallo spettacolo grandioso di un mondo che cade a pezzi. Intanto celebra il montaggio e il demontaggio di nuove "stelle" e si diletta di incredibili nomination. L'impressione di ciascuno, attualmente, è di essere in possesso di poteri decisionali (si può partecipare telefonicamente a sondaggi e a votazioni varie; ma ogni telefonata bisogna pagarla profumatamente). La greve solitudine di cui tanti sono succubi dovrebbe essere addolcita da talk show in cui inverosimili cavie umane dibattono i temi più ridicoli. Una parola arroventata basta a far degenerare la discussione in cagnara: ogni cosa secondo copione... I discorsi avvampano anche nelle trasmissioni politiche e in quelle sportive. Si persegue il sensazionalismo a tutti i costi. In un tale paesaggio di desolazione, è ovvio che i persuasori occulti la facciano da padroni.

Si viene tra l'altro seppelliti da montagne di informazioni inutili. Chi ancora è dotato del bene della ragione, è consapevole che occorrerebbe apporre dei filtri al nostro sistema culturale, fare entrare a casa nostra soltanto le voci, le immagini e le notizie che ci sono realmente necessarie, insomma chiudere i rubinetti e le finestre per aver tempo di potere "rilavorare" quel poco, o quel tanto, che si è già immagazzinato. Ma è impresa assai ostica. Si soggiace a un'"attualità" costruita a tavolino ed è spaventevole notare che, con la globalizzazione, i problemi di identità nazionale, tipici della Germania, si vanno addirittura acuendo.

Non c'è europeo degno di nota che, pensando ai tedeschi, non si sia chiesto come mai il popolo di Beethoven e Goethe possa essere stato anche quello di Hitler, Himmler & Co. Occorre ricordarsi che la storia della Germania è storia di amare separazioni e di differenze incolmabili. Prima c'era una vaga linea di demarcazione tra il Nord e il Sud della Bundesrepublik, ma dal 1989 non si fa che parlare delle differenze - linguistiche e non solo - tra l'Ovest e l'Est del Paese. Il nazionalismo sfegatato proprio dei tedeschi è la somma di tutti i campanilismi e, nel contempo, un tentativo per compensare l'insicurezza radicata.

Che il Muro di Berlino non sia ancora caduto lo ha dimostrato di recente una trasmissione dal titolo "Chi è stato il migliore tedesco di tutti i tempi?" Come Numero Uno l'Ovest ha scelto Adenauer (Cancelliere nel dopoguerra, capofila dei Democristiani e simbolo dei Falschen Fuffziger, ovvero dei "falsi Anni Cinquanta"), mentre le province annesse dell'ex DDR hanno optato per Karl Marx. Ma nella suddetta trasmissione molti favori li hanno raccolti anche Dieter Bohlen e Daniel Küblböck, che si sono piazzati parecchio in alto in quella classifica virtuale; addirittura prima di Goethe, di Schiller e di tanti altri notabili del passato.
Bohlen Dieter Bohlen è l'ex componente dei Modern Talking: produttore musicale, scopritore di "nuove voci", bisessuale non confessato e con alle spalle numerose storie "d'amore" con divette che sono state da lui a più riprese malmenate e poi profumatamente risarcite. (Tutti questi personaggi hanno ben pensato di lavare i loro panni sporchi in pubblico, sfornando autobiografie che sono divenute puntualmente dei bestseller.) Küblböck Daniel Küblböck è invece un ragazzetto bavarese omosessuale messosi in luce in Deutschland sucht den Superstar. Il ragazzetto non sa cantare, ma ha un modo di presentarsi che ha convinto positivamente i giurati (tra i quali il già citato Bohlen) e la massa di telespettatori.

La fama di queste e altre stelle effimere è alimentata in primo luogo dalla Bild Zeitung, quotidiano scandalistico paragonabile all'inglese The Sun e che in Germania vanta il maggior numero di lettori in assoluto. Nomi come Bohlen e Küblböck devono alla Bild Zeitung il fatto di essere sulla bocca di tutti; alla Bild e... alla miriade di programmi televisivi (gossip, talk show, lancio di nuovi "talenti", ecc.) che a un osservatore esterno farebbero immediatamente pensare che l'intera nazione tedesca sia preda di anemia cerebrale.

Recentemente, Küblböck - che non possiede ancora la patente di guida - ha avuto un incidente d'auto, e a tale evento i media hanno dato maggiore risalto che a temi di certo più rilevanti.

Pro7


In definitiva, il potere mediatico di rimbecillire la gente non è una prerogativa di una sola nazione o di un solo gruppo. In numerose trasmissioni televisive tedesche si compendia la profonda crisi che scuote il Paese, che è una crisi in primo luogo di... intelletto. Il livello qualitativo dei programmi è sempre più basso e spinge il pubblico a vedere il mondo in un unico modo. I film, forse perché cari, vengono soppiantati da fiction "fatte in casa". Per godersi in tivù un buon prodotto cinematografico si è spesso costretti ad attendere fino a un'ora antimeridiana e, per quanto riguarda le private, ogni pellicola viene interrotta da blocchi pubblicitari sempre più lunghi. Le tivù nazionali invece mandano in onda i film senza pubblicità; peccato solo che si tratta quasi sempre di stanche repliche...

Visto così, dunque, il mondo televisivo tedesco si presenta deprimente. Ma, al contrario dell'Italia, esistono qui anche emittenti che mantengono alto il livello culturale. Anzitutto Arte (una cooperazione tedesco-francese) e Sat 3 (austro-svizzero-tedesca). A queste, bisogna aggiungere BR Alfa e Phoenix. Tutte tivù dipendenti da istituti radiotelevisivi statali.

Tra le emittenti straniere via cavo - oltre che via satellitare - occorre citare quantomeno TV5 Europe (trasmissioni in lingua francese).

Premiere


Nonostante per molti l'abbonamento sia proibitivo, la televisione digitale fa sempre più proseliti, e c'è già chi, grazie all'ADSL, può usufruire della tivù interattiva. Il dilemma però rimane lo stesso: "Neue Technologie, alte Scheisse?" ("Tecnologie nuove, solita merda?")




EMITTENTI RECEPIBILI sul TERRITORIO TEDESCO

ARD
ZDF


Terzi programmi:
(BR - Bayerischer Rundfunk; HR - Hessischer Rundfunk; NDR - Norddeutscher Rundfunk; MDR - Mitteldeutscher Rundfunk; SWR - Südwestrundfunk; ecc.)

ARTE (di notte la frequenza è occupata da Euronews)
SAT 3
BR Alfa (documentari, informazione, interviste)
Phoenix (idem)


Private:
RTL
SAT 1
PRO7
KABEL
DSF (sport; ma di notte trasmettono pubblicità porno)
Eurosport (di notte affittano la frequenza a varie shop-TV)
N-TV (di giorno notizie a flusso continuo; di notte la frequenza è occupata da varie shop-TV)
N24 (notizie 24 ore al giorno)
VIVA (videoclip musicali)
MTV (idem)
GIGA TV (di giorno informazioni sul mondo di Internet; di notte videoclip musicali)
TELE 5 (film, soap opera, documentari)
VOX (idem)
RTL II
Super RTL (di notte affittano lo spazio a una shop-TV)
TM3 (giochi e indovinelli live; di notte clips erotici)
KIKA (programmi per bambini; di notte affittano lo spazio a varie shop-TV)

Pay-TV:
PREMIERE (simile alle nostre Stream e Tele+)

Inoltre:

Svariate televisioni locali (a diffusione regionale o nelle sole aree metropolitane).

TV straniere:
TV5 (Francia)
CCN (USA)
TRT (Turchia)

A seconda del luogo in cui uno abita, si possono ricevere i segnali delle televisioni svizzera, danese, polacca, austriaca (ORF 1, ORF 2) et alia.

Chi ha la tivù via cavo può richiedere, previo pagamento di un supplemento, di ricevere i nostri tre programmi RAI, il programma croato, altri programmi turchi e quant'altro.                                                             


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