I Campi d'estate ‘98
    estate ‘98

    Esperienze e attività di gruppo e individuali
    degli O.d.C., tra formazione, servizio e nuove conoscenze.

    [campo estivo in Val d'Aosta]
    [campo Pax Christi]
    [campo con la fraternità di Spello]
    [campeggio a S. Martino di Castrozza]
    [campeggio a Caderzone]
    [incontro di spiritualità della pace]
     




    CAMPO ESTIVO IN
    VALLE D'AOSTA
    (Giugno ‘98)
    Come è ormai consuetudine da qualche anno, anche quest'estate, con la comunità obiettori, abbiamo organizzato un “campo estivo” di tre giorni prendendo come destinazione la Valle d'Aosta.
    Il tutto è stato possibile anche grazie all'appoggio della Caritas di Aosta, che ha trovato per noi a Gignod, un paesino a pochi chilometri da Aosta, una casa autonoma dove è stato possibile soggiornare e continuare quell'esperienza di vita comunitaria che contraddistingue il nostro servizio.
    Il campo oltre ad essere un momento di stacco dal servizio di tutti i giorni era preposto anche ad un lavoro di riflessione, e per questo i responsabili della formazione che ci hanno accompagnato avevano stilato un opuscolo con il "lavoro" per ogni giorno di permanenza.
    L’argomento su cui abbiamo riflettuto era la “COSCIENZA”.
    Il nostro compito era quello di sviscerare questo tema, e di provare a cogliere almeno in parte il significato di questa parola e la sua importanza nella vita di una persona.
    Le giornate al campo erano suddivise in tre momenti: la mattina, dedicata al lavoro di cui sopra, il pomeriggio in cui si partiva per visitare i luoghi splendidi che la Valle d'Aosta offre, e la sera, durante la quale si decideva come passarla (era il periodo dei mondiali di calcio...) e cosa fare il giorno dopo.
    Nonostante la diversità, tutti questi momenti hanno avuto per lo più pari importanza durante il campo, ma un solo appuntamento è stato più rilevante degli altri, ovvero l'incontro con gli obiettori della Caritas di Aosta e i loro responsabili, incontro che si è svolto il secondo giorno a cena e che, dopo uno scambio di tipo puramente culinario, ci ha consentito anche uno scambio di esperienze molto interessante, durante il quale abbiamo avuto modo di capire come a volte i problemi legati al luogo di residenza possono influire sul modo di strutturare il servizio.Infatti i nostri compagni della Valle D'Aosta ci hanno spiegato che per loro è una cosa quasi impossibile fare vita comunitaria come noi, in quanto i loro centri di servizio distano a volte anche parecchi chilometri da Aosta, quindi il raggiungerli tutte le mattine e il tornare, per incontrarsi, tutte le sere diventerebbe un grosso dispendio sia economico che energetico.
    «Ogni essere umano ha una coscienza, cioè possiede in se stesso la possibilità di fare delle scelte, di cambiare. Questa coscienza può essere malformata, sottosviluppata o deformata, ma esiste e può crescere se messa a confronto con situazioni di verità. Ed è questo il motivo per cui dobbiamo liberarci da pregiudizi del tipo: “quest’uomo appartiene al tale o tal’altro partito politico, o alla tale classe sociale, alla tale razza... Non può comprendere, non può cambiare!”.
    La lotta nonviolenta si fonda essenzialmente a livello della coscienza. Alla base di ogni impegno nonviolento c’è una fede profonda e immutabile nella capacità che ha l’essere umano di aprire la propria coscienza. A Praga, nel 1968, giovani marxisti cecoslovacchi poterono mettersi disarmati dinanzi ai carri armati russi solo perché fermamente convinti che l’altro – il soldato russo – avesse una coscienza che era possibile attaccare».

    Jean Goss

    Per questo motivo i responsabili della loro formazione si accontentano di poche riunioni alla settimana.
    Se dovessi ora tirare delle conclusioni sul campo direi che il suo vero scopo è stato, a parte il lavoro di riflessione, il dare modo di conoscere meglio i compagni di servizio e di approfondire dei legami che nonostante i mesi trascorsi insieme erano rimasti abbastanza superficiali, e di poter apprezzare di più anche i responsabili, scoprendo passioni comuni e vedendoli, per una volta, svestiti dei panni di formatori.

    S. R.
     
     


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    CAMPO DI LAVORO/FORMAZIONE
    PAX CHRISTI ITALIA
    (Luglio 98, Firenze)

    Esperienza faticosa e molto intensa con effetti positivi ed arricchenti.
    Il campo proponeva la conoscenza dell’altro per mezzo del lavoro manuale e attraverso dinamiche di gruppo incentrate sulla comunicazione io-tu.
    Riscoperta e valorizzazione della diversità nel rapporto con l’altro e nel rapporto uomo-donna, imparando ad ascoltare chi ci sta di fronte, necessariamente dovendo in primo luogo ascoltare se stessi.
    Ciascuno porta un proprio bagaglio culturale, emotivo ed emozionale, arricchisce il tu e fa esperienza, si cresce profondamente mettendosi in gioco ed alla fine dell’esperienza vissuta il gruppo interagisce profondamente formando un tutt’uno.
    Tornando nei vari ambiti sociali si cerca di concretizzare al meglio l’esperienza vissuta ponendo maggiore attenzione alle esigenze dell’altro cogliendo ciò che ci può donare.

    P. F.
     


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    CAMMINO CON LA FRATERNITÀ DI SPELLO
    (Luglio 98)

    L'eremo dei “piccoli fratelli del Vangelo” in mezzo ad ulivi accoglie persone da luoghi diversi che vogliono camminare assieme, condividendo momenti di lavoro con i contadini del luogo, preghiera e riflessione, nonché periodi di silenzio per ascoltare ciò che ci comunica l’io più profondo.
    La lettura della Parola applicata al quotidiano, mettendosi al fianco dei più bisognosi e a chi soffre, questo si propongono i “piccoli fratelli”.
    Settimana impegnativa e ricca di spunti per riflettere a fondo e continuare nel quotidiano la condivisione.

    P. F.
     


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    CAMPEGGIO A S.MARTINO DI CASTROZZA
    (Agosto ‘98)

    Si tratta di un campeggio effettuato dai due gruppi Fede e Luce di Fidenza, a cui si sono aggiunti i gruppi di Parma, Cuneo e Bari; inoltre quest’anno vi è stata la sorpresa di trovare a S. Martino una famiglia, con una figlia disabile, in vacanza proprio nel nostro albergo, che è stata molto felice di aggiungersi al gruppo di Fede e Luce per le escursioni e per i momenti di preghiera.
    Lo scopo di fondo del campeggio è quello di consentire ai ragazzi disabili di fare una vacanza, e comunque andare in certi luoghi, che altrimenti, se fossero da soli con i loro genitori, probabilmente non potrebbero vedere.
    Le gite venivano effettuate in genere nella mattinata, salvo due, che hanno invece interessato l’intera giornata; alla sera venivano fatti vari intrattenimenti, condotti dal gruppo giochi, oppure tutto il gruppo faceva delle uscite a S.Martino.
    Ma il campeggio di Fede e Luce non è tutto qui, ma è caratterizzato, e ha avuto un suo senso, dai momenti di preghiera, e dalla riflessione, quest’anno sul Padre Nostro, durante i due momenti di preghiera, al mattino e al pomeriggio.
    Per far meglio comprendere il senso profondo delle singole parti del Padre Nostro, ogni giorno, veniva eseguito un mimo, sulle parti che progressivamente venivano spiegate.
    Per me questa è stata una esperienza nuova, perché un conto è stare con i ragazzi disabili per 8 ore, quale è la durata del mio servizio in cooperativa, e un conto è starci 24 ore su 24, in cui le difficoltà sono diverse da quelle che ci si potrebbe aspettare, per cui è stata un’esperienza interessante, vissuta pienamente, ma che ti mette continuamente alla prova.

    G. M.
     


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    IL CAMPEGGIO A CADERZONE
    (Agosto ‘98)

    Dall’1 al 10 agosto 1998 due obiettori in servizio e uno in attesa hanno avuto l’importante occasione di partecipare ad un campeggio estivo a Caderzone organizzato dal  gruppo “Fede e Luce”.
    Il gruppo era composto da accompagnatori e ragazzi disabili. Alla base del gruppo “Fede e Luce” c’è la condivisione totale di numerosi momenti con i ragazzi disabili, che sono totalmente integrati nel gruppo alla pari degli accompagnatori. I momenti di preghiera costituiscono ad esempio un semplice ma importante momento di condivisione, in cui tutti sono tenuti ad esprimere riflessioni su brani letti, o a formulare intenzioni personali di preghiera.
    Le giornate al campeggio estivo erano per tutti molto intense. Ad apertura e chiusura della giornata erano fondamentali i momenti di preghiera e scambio del mattino e del pomeriggio. Anche il momento del pasto costituiva un’importante esperienza di incontro e comunione. Tutti i giorni venivano organizzati divertenti giochi di gruppo serali e gite che a volte occupavano l’intera giornata, e avevano per destinazione gli innumerevoli paesaggi naturali offerti dalla zona: il parco dell’Adamello-Brenta, Val Borzago, Lo Spinale...
    A queste escursioni partecipavano tutti i componenti del gruppo, il valore dell’esperienza sta proprio nel non arrendersi di fronte ad ostacoli enormi per i singoli ragazzi, ma di infime dimensioni se affrontati con solidarietà insieme.
    Il frutto di questa esperienza è l’atmosfera di calore e accoglienza non assistenziale che si respira all’interno del gruppo, dove tutte le persone hanno un ruolo fondamentale. Nel gruppo non esistono differenze.
    La presenza di movimenti come questo dovrebbe stimolare al superamento totale di tutte le barriere discriminatorie che purtroppo continuano tranquillamente a sopravvivere nella società.

    E. M.

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    INCONTRO DI SPIRITUALITÀ DELLA PACE
    (Agosto ‘98)

    VERSO IL DUEMILA, I NOSTRI PASSI SULLA VIA DELLA PACE”. Questo il tema dell’incontro di spiritualità promosso dalla Caritas Italiana, che si è tenuto l’ultima settimana di agosto a Tossignano, sulle colline della diocesi di Imola.
    Incontro rivolto a tutti gli operatori delle Caritas che si occupano di pace o che sono comunque interessati ad un’esperienza di fraternità e di riflessione
    In un momento nel quale la Chiesa si prepara a celebrare il Giubileo di inizio millennio, si è cercato di comprendere quale ruolo possano avere gli uomini e le donne di pace perché il grido dei poveri e dei sofferenti trovi spazio ed ascolto nella coscienza e nelle scelte di ciascuno e di tutti noi.
    Ogni giornata era scandita dalla preghiera personale e comunitaria, dalla riflessione biblica, dall’incontro con testimoni, dal confronto per individuare percorsi di impegno.
    Abbiamo ripercorso le radici bibliche e storiche del Giubileo, in relazione alla missione della Chiesa (non “per” i poveri, ma una Chiesa povera “con” i poveri, capovolgendo il rapporto di dipendenza). I momenti di preghiera sono tutti stati incentrati sul tema della “liberazione degli oppressi”.
    L’incontro si è concluso con il pellegrinaggio a Marzabotto – Montesole, luogo dell’eccidio nazista del 1944, oggi abitato dalla comunità monastica fondata da Dossetti. Un modo efficace per attualizzare il senso del martirio, così profondamente radicato nello spirito cristiano, benché spesso tutto da riscoprire.

    P. S.

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