Intervista pubblicata su “il Risveglio” del 28-11-1997
Il tema dell’obiezione di coscienza per il servizio
civile è sempre in primo piano sopra tutto nel mondo giovanile,
dove si fa sempre più strada l’idea di impiegare un certo periodo
della vita in attività di servizio al prossimo, in primo luogo ai
più deboli e bisognosi.
Per aiutare i nostri ragazzi a fare la loro scelta, proponiamo un’intervista
fatta recentemente ad un giovane che sta svolgendo il servizio civile con
la Caritas diocesana. Vasco, 21 anni, geometra fresco di diploma, ci ha
così risposto:
Quali motivazioni ti hanno sostenuto nella scelta dell’obiezione di coscienza per il servizio civile?
Le motivazioni che mi hanno spinto a questa scelta sono state le più varie. All’inizio era una sorta di alternativa. Poi con il tempo si è consolidata una convinzione tale che mi ha portato a prendere questa decisione. La convinzione è stata rafforzata da un’osservazione attenta del mondo che ci circonda, dei fatti che ci succedono, della violenza che è in ogni persona: fatti cui nessuno bada, che prendono due minuti della nostra attenzione per poi essere subito dimenticati..
Quali valori pensi di aver intravisto o scoperto in questa esperienza?
I valori sono davvero tanti se l’esperienza è vissuta come una
cosa spontanea e non obbligata: bisogna esserne convinti.
Durante questo periodo ho vissuto molta gioia, spensieratezza, ma non
posso negare che nei confronti di questo servizio vi è molta gente
che cerca solo di ostacolarti perché ti vede come uno che non ha
voglia di fare niente, un tipo da usare come parafulmine o come prestatore
di mano d’opera che tace sempre e fa...
Se un tuo coetaneo ti domandasse consiglio, gli suggeriresti di fare questa esperienza? Perché?...
Non mi sentirei di consigliare qualcuno. Potrei fargli presenti i vantaggi e gli svantaggi, descrivergli tutta la mia esperienza e dargli anche un mio parere positivo in proposito, ma come ho detto all’inizio per poter vivere bene il servizio civile e trovare dei vantaggi bisogna essere convinti; è un servizio che non va svolto così, tanto per fare qualcosa o perché me lo hanno consigliato. Bisogna sentirlo dentro...
Pensi che questa esperienza ti lascerà qualcosa per il futuro?...
Penso proprio che non solo mi lascerà qualcosa per il mio futuro,
penso addirittura che me lo abbia cambiato, che mi ha aperto ad un mondo
che non avrei mai visto: mi ha aiutato molto psicologicamente ed emotivamente.
Insomma penso proprio che mi abbia lasciato un segno indelebile e molto,
molto positivo.
A.G. - V.C.