In piedi, costruttori di Pace!
    ottobre '98

    grazie a don Tonino ci accostiamo all'idea di obiezione

    Il mese di Ottobre è stato dedicato alla conoscenza del messaggio di don Tonino Bello.
    Monsignor Antonio Bello è stato vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale, vissuta sull'opzione radicale per gli ultimi, e il suo impegno per la promozione della pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà, lo rendono ancora oggi, a cinque anni dalla sua morte, tra i più audaci profeti dei nostri giorni. Nel nostro cammino di conoscenza di grandi personaggi nonviolenti non poteva mancare l'analisi di questo uomo così scomodo, ma allo stesso tempo così profetico. Nell'analizzare alcuni sui testi ci siamo accorti come sue denunce e analisi di almeno dieci anni fa, sono, oggi, di strettissima attualità o, in molti casi, ancora molto poco capite e accettate. Abbiamo cercato di approfondire quattro temi chiave del suo messaggio leggendo personalmente un testo per ogni incontro. La prima riunione si è occupata del tema della pace.
    "In piedi, costruttori di pace" era il suo motto preferenziale. La gente comune dice: sto seduto, sono in pace. Questa mentalità non deve appartenere né al cristiano né a colui che si ritiene portatore di pace. La vera pace si ottiene a caro prezzo nella quotidianità e in mezzo alla gente. L'atteggiamento corretto non è quello di essere tranquilli perché è semplicemente equivalente all'essere indifferenti, ma bisogna alzarsi e lottare.
    Lottare con armi nonviolente certo, ma sempre e comunque lottare. Bisogna saper obiettare, essere obiettori totali. Ecco che l'obiezione di coscienza diventa qualche cosa di veramente rivoluzionario. Non è semplicemente l'obiezione al servizio militare, ma è uno stile di vita che vale per tutti senza distinzione né di sesso, né di razza, né di lingua. E' questo lo stile che dovrebbe avere un cristiano: un messaggio rivoluzionario all'interno della Chiesa, lanciato da un vescovo. Nel secondo incontro si è cercato di analizzare il messaggio politico. Tema difficile dove è facilissimo cadere nella retorica. Don Tonino l'affronta sempre con una grande ottica di fede, anche se non dimentica il piano laico, ridando alla politica il suo primato che gli appartiene per costituzione. Non si può essere indifferenti, non ci si può accontentare nel dire che tutto è sporco, tutto è corrotto. Noi abbiamo la responsabilità di cambiare le cose, non si può rimanere a guardare. La caratteristica chiave del politico deve essere quella di guida che vigila nella notte. Vigilare nella notte significa avere transumanza, cioè rifiutare la staticità e l'autoriproduzione, avere sapienza, cioè intuire i bisogni e il disagio, e avere soprattutto speranza, saper cioè scrutare nell'aurora e guardare oltre. Nel terzo incontro si è trattato il tema del sociale. Il motto essenziale è che non basta concedere un riparo alle persone in difficoltà, ma serve un aiuto umano, rispetto delle minoranze. Questa mentalità di chiusura, di salvaguardia dei propri spazi, tende ad essere poco aperti. Questo modo di essere è purtroppo presente non solo nella gente comune ma anche nella Chiesa. Essa, secondo don Tonino, è qui per garantire spazi per tutti, rendere protagonista ogni suo singolo membro. Deve lavorare non ad un progetto altro, ma ad un progetto "oltre", passare da una dimensione umana ad una di fede, deve salire ad un piano superiore, non accontentarsi cioè delle nostre qualità di uomini.
    Nel quarto e ultimo incontro siamo tornati a discutere di pace leggendo alcune lettere che don Tonino scrisse ad alcuni personaggi biblici come Mosè, Salomone e a Caino e Abele. I messaggi sono ancora di grande spessore e di lucida lungimiranza. Riassumere in un articolo tutte le idee nate in questo lavoro è un impegno quasi impossibile. Il rischio di banalizzare è facilissimo, tanto che all'interno della nostra comunità abbiamo deciso di approfondire nei prossimi incontri alcuni spunti dell'intero lavoro. In conclusione posso solo dire che dall'analisi lucida e provocatoria portata dalla testimonianza di questo originalissimo vescovo traspare un elemento chiave che supera qualsiasi sua accusa o iniziativa. Don Tonino è animato da una straordinaria fede, una fede che parte dalla rilettura di tutti i testi sacri e sfocia in forti richiami alla società di oggi: esattamente la stessa azione che hanno avuto i vari profeti nella storia di Israele.

    D. C.


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