grazie a don Tonino ci accostiamo all'idea di obiezione
Il mese di Ottobre è stato dedicato alla conoscenza del messaggio di don
Tonino Bello.
Monsignor Antonio Bello è stato vescovo di Molfetta e
presidente nazionale di Pax Christi. La sua scelta pastorale, vissuta
sull'opzione radicale per gli ultimi, e il suo impegno per la promozione della
pace, della nonviolenza, della giustizia e della solidarietà, lo rendono
ancora oggi, a cinque anni dalla sua morte, tra i più audaci profeti dei
nostri giorni. Nel nostro cammino di conoscenza di grandi personaggi
nonviolenti non poteva mancare l'analisi di questo uomo così scomodo, ma allo
stesso tempo così profetico. Nell'analizzare alcuni sui testi ci siamo accorti
come sue denunce e analisi di almeno dieci anni fa, sono, oggi, di
strettissima attualità o, in molti casi, ancora molto poco capite e accettate.
Abbiamo cercato di approfondire quattro temi chiave del suo messaggio leggendo
personalmente un testo per ogni incontro. La prima riunione si è occupata del
tema della pace.
"In piedi, costruttori di pace" era il suo motto
preferenziale. La gente comune dice: sto seduto, sono in pace. Questa
mentalità non deve appartenere né al cristiano né a colui che si ritiene
portatore di pace. La vera pace si ottiene a caro prezzo nella quotidianità e
in mezzo alla gente. L'atteggiamento corretto non è quello di essere
tranquilli perché è semplicemente equivalente all'essere indifferenti, ma
bisogna alzarsi e lottare.
Lottare con armi nonviolente certo, ma sempre e
comunque lottare. Bisogna saper obiettare, essere obiettori totali. Ecco che
l'obiezione di coscienza diventa qualche cosa di veramente rivoluzionario. Non
è semplicemente l'obiezione al servizio militare, ma è uno stile di vita che
vale per tutti senza distinzione né di sesso, né di razza, né di lingua. E'
questo lo stile che dovrebbe avere un cristiano: un messaggio rivoluzionario
all'interno della Chiesa, lanciato da un vescovo. Nel secondo incontro si è
cercato di analizzare il messaggio politico. Tema difficile dove è
facilissimo cadere nella retorica. Don Tonino l'affronta sempre con una grande
ottica di fede, anche se non dimentica il piano laico, ridando alla politica
il suo primato che gli appartiene per costituzione. Non si può essere
indifferenti, non ci si può accontentare nel dire che tutto è sporco, tutto è
corrotto. Noi abbiamo la responsabilità di cambiare le cose, non si può
rimanere a guardare. La caratteristica chiave del politico deve essere quella
di guida che vigila nella notte. Vigilare nella notte significa avere
transumanza, cioè rifiutare la staticità e l'autoriproduzione, avere sapienza,
cioè intuire i bisogni e il disagio, e avere soprattutto speranza, saper cioè
scrutare nell'aurora e guardare oltre. Nel terzo incontro si è trattato il
tema del sociale. Il motto essenziale è che non basta concedere un
riparo alle persone in difficoltà, ma serve un aiuto umano, rispetto delle
minoranze. Questa mentalità di chiusura, di salvaguardia dei propri spazi,
tende ad essere poco aperti. Questo modo di essere è purtroppo presente non
solo nella gente comune ma anche nella Chiesa. Essa, secondo don Tonino, è qui
per garantire spazi per tutti, rendere protagonista ogni suo singolo membro.
Deve lavorare non ad un progetto altro, ma ad un progetto "oltre", passare da
una dimensione umana ad una di fede, deve salire ad un piano superiore, non
accontentarsi cioè delle nostre qualità di uomini.
Nel quarto e ultimo
incontro siamo tornati a discutere di pace leggendo alcune lettere che don
Tonino scrisse ad alcuni personaggi biblici come Mosè, Salomone e a Caino e
Abele. I messaggi sono ancora di grande spessore e di lucida lungimiranza.
Riassumere in un articolo tutte le idee nate in questo lavoro è un impegno
quasi impossibile. Il rischio di banalizzare è facilissimo, tanto che
all'interno della nostra comunità abbiamo deciso di approfondire nei prossimi
incontri alcuni spunti dell'intero lavoro. In conclusione posso solo dire che
dall'analisi lucida e provocatoria portata dalla testimonianza di questo
originalissimo vescovo traspare un elemento chiave che supera qualsiasi sua
accusa o iniziativa. Don Tonino è animato da una straordinaria fede, una fede
che parte dalla rilettura di tutti i testi sacri e sfocia in forti richiami
alla società di oggi: esattamente la stessa azione che hanno avuto i vari
profeti nella storia di Israele.
D. C.