Taizé a Milano
    dicembre '98

    Gli ultimi giorni dell'anno vissuti in un grande clima di ecumenismo

    Dal 28 Dicembre 1998 fino al 1 Gennaio 1999 si è svolto a Milano l'incontro europeo dei giovani: non solo una occasione di preghiera.
    Come ormai è noto a molti la comunità religiosa di Taizè organizza in vista dell'ultimo giorno dell'anno, un incontro rivolto a tutti i giovani in una grande città europea. Quest'anno è toccata a Milano. Per ospitare alcune centinaia di migliaia di persone sono state mobilitate tutte le parrocchie di Milano e dintorni e queste a loro volta hanno coinvolto le varie famiglie che hanno ospitato i ragazzi. Io personalmente ho vissuto l'esperienza nella parrocchia di S'Angelo di Rozzano, nella periferia sud. E' stato bello vedere come in una zona dove elevati sono i problemi sociali, vi sia stata una grande mobilitazione tanto che sono stati ospitati in famiglie più di duecento ragazzi.
    Le attività si svolgevano seguendo la classica scadenza delle tre preghiere giornaliere della comunità di Taizè. Quella del mattino si svolgeva nella parrocchia dove poi di seguito avveniva una fase di scambio. Di seguito ci spostavamo nel quartiere fieristico dove avveniva la preghiera tutti insieme condotta dai frati. Così anche alla sera. Di grande interesse è stato l'incontro tra il cardinale Martini e frére Roger, fondatore della comunità. In modo particolare è stato toccato il tema della pace, della necessità di avere una mentalità aperta al nuovo mondo che si sta costruendo senza barriere. E' questo lo spirito di Taizè che tanto piace ai giovani, soprattutto a quelli che fanno più fatica a vivere i momenti canonici che la Chiesa cattolica prevede. Lo stile di Taizé facilita enormemente il dialogo e lo scambio fra persone di popoli e civiltà diverse. In questa situazione possano nascere situazioni di pace e si può vivere in un clima fortemente nonviolento.
    La preghiera ecumenica che viene proposta, misto di letture in varie lingue, di iconografia orientale, di canti ripetitivi e di momenti di silenzio interiore, è di grande spessore e di grande emozione. Questo stile facilita enormemente il dialogo e lo scambio fra persone di popoli e civiltà diverse. E' molto facile immaginare come in questa situazione possano nascere situazioni di pace e come si possa vivere in un clima fortemente nonviolento.
    Il momento finale è stato vissuto con la veglia per la pace dell'ultimo dell'anno nella quale si è scelto di vivere in modo alternativo i classici festeggiamenti per l'ultimo. Per me è stato il momento di maggior intensità, dove ho sentito maggiormente questo spirito di fratellanza. E' stata una situazione dove ci si sentiva veramente alternativi: non si condanna quello che gli altri fanno, ma ci si sente diversi.
    Taizè rappresenta una grande occasione per tutti: non coglierla sarebbe un peccato.

    D. C.


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