La persona e il mercato 
Nuovi spunti sul tema "economia e solidarietà", dai quali è iniziato un laborioso impegno di ricerca e approfondimento... 

di Francesco Gesualdi 
(Da "italiacaritas" 1-97)  
 



Ci sono momenti in cui abbiamo responsabilità particolari e oggi stiamo vivendo un momento storico decisivo per l’avvenire del pianeta.
A noi oggi incombe la tragica responsabilità di stabilire se vogliamo salvare questo pianeta o se vogliamo proseguire sino in fondo sulla strada della disfatta fino a giungere a un punto di non ritorno.
[due modelli economici a confronto]
l’inquinamento, l’uovo e la piramide

I segni della crisi ambientale sono forse i più evidenti. I fiumi e i mari stanno diventando delle fogne incompatibili con la vita. Il clima sta cambiando come diretto risultato dell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, l’aria del città sta diventando irrespirabile, il sole si sta trasformando in un nemico che ci procura tumori alla pelle, si stanno esaurendo per effetto dei fertilizzanti chimici le falde acquifere, contaminate da erbicidi e antiparassitari.
Altrettanto grave è la crisi sociale che si manifesta soprattutto sotto forma di ingiustizia, non solo fra nazioni ma all’interno delle nazioni stesse. Nel Nord, ad esempio, abbiamo 200 milioni di poveri, pari al 16% della nostra popolazione. A Chicago tutti i giorni 10000 persone fanno la coda per ricevere gratuitamente un piatto di minestra.
Il Sud al contrario ha i suoi picchi di ricchezza. Il Brasile, ad esempio, è il paese del mondo che conta il maggior numero di jet privati! In effetti nel Sud del mondo circa 600 milioni di persone conducono una vita di lusso, mentre un miliardo e mezzo vive in condizione di povertà assoluta.
Dunque, al Nord la società ha una struttura ad uovo, nel Sud ha una struttura a piramide.
L’uovo ha due punte: pochi molto ricchi, pochi molto poveri, fascia media più o meno benestante.
La struttura a piramide ha una punta ristretta di pochi molto ricchi, e una base larga di gente povera. La realtà brasiliana dà l’idea della situazione. In questo Paese il 10% più ricco si appropria del 50% della ricchezza prodotta ogni anno, mentre il 50% più povero deve accontentarsi dell’11%.
È molto probabile, tuttavia, che negli anni a venire tutti i Paesi del mondo avranno una distribuzione della ricchezza a forma di piramide, perché la nuova organizzazione dell’economia planetaria sta rimescolando le carte. Con l’estensione del mercato a livello mondiale, infatti, il sistema non ha più interesse a mantenere i consumatori solo nel Nord e nella misura in cui nel Sud si rafforzeranno le classi ricche, capaci di consumare di più, il sistema non avrà nessun problema a ricacciare nella povertà che abitanti del Nord che fino ad oggi aveva interesse a mantenere benestanti. Non a caso anche nella nostra parte si mondo le disuguaglianze stanno crescendo a dismisura.
 

L’economia perversa

Povertà e degrado ambientale non sono una fatalità. Al contrario, sono organizzati giorno per giorno da una macchina economica. Le sue regole di fondo sono il profitto, la supremazia del mercato e della concorrenza, l’accumulazione e l’espansione produttiva ad oltranza.
Il risultato è un sistema economico in cui i Paesi del Nord derubano i Paesi del Sud, le classi ricche tolgono ricchezza alle classi povere e le imprese forti si affermano alle spalle delle imprese deboli: è un sistema che in nome della crescita produttiva concentra la ricchezza nelle mani delle élites e usa le ricchezze di tutti per il vantaggio di pochi.
Il risultato è un sistema che, in nome dell’efficienza economica, crea disoccupazione; e in nome del mercato divide le persone in utili ed inutili.
Gli utili sono quelli che hanno denaro da spendere; gli inutili tutti gli altri. I primi sono corteggiati e protetti. I secondi, invece, sono derubati anche dei pochi averi su cui basano la loro sopravvivenza.
Ogni giorno che passa questo sistema crea nuove vittime, nuovi emarginati che ormai ammontano a quasi due miliardi: persone espulse dal sistema e che non servono più né da un punto di vista produttivo, né come consumatori. Sono visti solo come un’inutile zavorra di cui ci si disfarrebbe volentieri.
Ormai la necessità di organizzare l’economia secondo giustizia e nel rispetto dell’uomo, delle risorse e della natura non è più una questione di scelta morale e politica. È un imperativo vitale. È sempre più evidente che se vogliamo salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale e sociale dobbiamo progettare un altro sistema economico riscritto su regole completamente nuove, sia rispetto agli obiettivi che ai meccanismi di funzionamento. Dobbiamo progettare un sistema economico non più basato sul principio del mercato, ma della solidarietà sociale, non più basato sul principio del profitto, ma della condivisione, non più basato sul principio dell’espansione ma della produzione mirata al soddisfacimento dei bisogni umani.
Questa, è la vera grande sfida che abbiamo come genere umano. E se vogliamo possiamo vincerla.
 

Per un nuovo modello economico.

La progettazione di un sistema alternativo è solo il primo passo verso il cambiamento. In concreto possiamo fare tre cose:

Se saremo capaci di fare tutto questo, automaticamente raggiungeremo anche un altro obiettivo: avremo fatto rinascere in noi delle persone nuove che sapranno dare più spazio all’essere che all’avere.(...)
 

Ormai la necessità di organizzare l’economia secondo giustizia non è più una questione di scelta morale e politica.
È un imperativo vitale. 
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due modelli economici a confronto:
Riferimenti generali
Mercantilista
Umanista
Protagonista Impresa Persona umana
Obiettivi Profitto – accumulazione – espansione Soddisfacimento dei bisogni fondamentali del genere umano.  

Sostenibilità ambientale e delle risorse

Indicatori Economici  

(PNL, esportazioni, inflazione, debito pubblico)

Qualità della vita, salute, serenità, sapere, partecipazione
Forme organizzative Impresa privata – mercato.  

Supremazia denaro – concorrenza  

Efficienza monetaria

Forme produttive comunitarie e cooperativistiche no-profit.  

Programmazione e regolamentazione. Solidarietà , usi comuni e fai da te.  

Valorizzazione della funzione naturale e sociale. Cooperazione. Massimo benessere sociale.

Tipologie ed energia Avanzate – Fossili e nucleare Appropriate. Fonti rinnovabili
 

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