La
persona e il mercato
Nuovi spunti sul tema "economia e solidarietà", dai quali è iniziato un laborioso impegno di ricerca e approfondimento... di Francesco Gesualdi
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I segni della crisi ambientale sono forse i più evidenti. I fiumi
e i mari stanno diventando delle fogne incompatibili con la vita. Il clima
sta cambiando come diretto risultato dell’accumulo di anidride carbonica
nell’atmosfera, l’aria del città sta diventando irrespirabile, il
sole si sta trasformando in un nemico che ci procura tumori alla pelle,
si stanno esaurendo per effetto dei fertilizzanti chimici le falde acquifere,
contaminate da erbicidi e antiparassitari.
Altrettanto grave è la crisi sociale che si manifesta soprattutto
sotto forma di ingiustizia, non solo fra nazioni ma all’interno delle nazioni
stesse. Nel Nord, ad esempio, abbiamo 200 milioni di poveri, pari al 16%
della nostra popolazione. A Chicago tutti i giorni 10000 persone fanno
la coda per ricevere gratuitamente un piatto di minestra.
Il Sud al contrario ha i suoi picchi di ricchezza. Il Brasile, ad esempio,
è il paese del mondo che conta il maggior numero di jet privati!
In effetti nel Sud del mondo circa 600 milioni di persone conducono una
vita di lusso, mentre un miliardo e mezzo vive in condizione di povertà
assoluta.
Dunque, al Nord la società ha una struttura ad uovo, nel Sud
ha una struttura a piramide.
L’uovo ha due punte: pochi molto ricchi, pochi molto poveri, fascia
media più o meno benestante.
La struttura a piramide ha una punta ristretta di pochi molto ricchi,
e una base larga di gente povera. La realtà brasiliana dà
l’idea della situazione. In questo Paese il 10% più ricco si appropria
del 50% della ricchezza prodotta ogni anno, mentre il 50% più povero
deve accontentarsi dell’11%.
È molto probabile, tuttavia, che negli anni a venire tutti i
Paesi del mondo avranno una distribuzione della ricchezza a forma di piramide,
perché la nuova organizzazione dell’economia planetaria sta rimescolando
le carte. Con l’estensione del mercato a livello mondiale, infatti, il
sistema non ha più interesse a mantenere i consumatori solo nel
Nord e nella misura in cui nel Sud si rafforzeranno le classi ricche, capaci
di consumare di più, il sistema non avrà nessun problema
a ricacciare nella povertà che abitanti del Nord che fino ad oggi
aveva interesse a mantenere benestanti. Non a caso anche nella nostra parte
si mondo le disuguaglianze stanno crescendo a dismisura.
L’economia perversa
Povertà e degrado ambientale non sono una fatalità. Al
contrario, sono organizzati giorno per giorno da una macchina economica.
Le sue regole di fondo sono il profitto, la supremazia del mercato e della
concorrenza, l’accumulazione e l’espansione produttiva ad oltranza.
Il risultato è un sistema economico in cui i Paesi del Nord
derubano i Paesi del Sud, le classi ricche tolgono ricchezza alle classi
povere e le imprese forti si affermano alle spalle delle imprese deboli:
è un sistema che in nome della crescita produttiva concentra la
ricchezza nelle mani delle élites e usa le ricchezze di tutti per
il vantaggio di pochi.
Il risultato è un sistema che, in nome dell’efficienza economica,
crea disoccupazione; e in nome del mercato divide le persone in utili ed
inutili.
Gli utili sono quelli che hanno denaro da spendere; gli inutili tutti
gli altri. I primi sono corteggiati e protetti. I secondi, invece, sono
derubati anche dei pochi averi su cui basano la loro sopravvivenza.
Ogni giorno che passa questo sistema crea nuove vittime, nuovi emarginati
che ormai ammontano a quasi due miliardi: persone espulse dal sistema e
che non servono più né da un punto di vista produttivo, né
come consumatori. Sono visti solo come un’inutile zavorra di cui ci si
disfarrebbe volentieri.
Ormai la necessità di organizzare l’economia secondo giustizia
e nel rispetto dell’uomo, delle risorse e della natura non è più
una questione di scelta morale e politica. È un imperativo vitale.
È sempre più evidente che se vogliamo salvare il pianeta
dalla catastrofe ambientale e sociale dobbiamo progettare un altro sistema
economico riscritto su regole completamente nuove, sia rispetto agli obiettivi
che ai meccanismi di funzionamento. Dobbiamo progettare un sistema economico
non più basato sul principio del mercato, ma della solidarietà
sociale, non più basato sul principio del profitto, ma della condivisione,
non più basato sul principio dell’espansione ma della produzione
mirata al soddisfacimento dei bisogni umani.
Questa, è la vera grande sfida che abbiamo come genere umano.
E se vogliamo possiamo vincerla.
Per un nuovo modello economico.
La progettazione di un sistema alternativo è solo il primo passo verso il cambiamento. In concreto possiamo fare tre cose:
due modelli economici a confronto:
Riferimenti generali |
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Protagonista | Impresa | Persona umana |
Obiettivi | Profitto – accumulazione – espansione | Soddisfacimento
dei bisogni fondamentali del genere umano.
Sostenibilità ambientale e delle risorse |
Indicatori | Economici
(PNL, esportazioni, inflazione, debito pubblico) |
Qualità della vita, salute, serenità, sapere, partecipazione |
Forme organizzative | Impresa
privata – mercato.
Supremazia denaro – concorrenza Efficienza monetaria |
Forme
produttive comunitarie e cooperativistiche no-profit.
Programmazione e regolamentazione. Solidarietà , usi comuni e fai da te. Valorizzazione della funzione naturale e sociale. Cooperazione. Massimo benessere sociale. |
Tipologie ed energia | Avanzate – Fossili e nucleare | Appropriate. Fonti rinnovabili |