L'ottica
richiesta per il servizio nella Caritas è quella del "tempo pieno",
per cui gli obiettori svolgono con modalità diverse ed orari
differenti il loro servizio coprendo di massima le 40 ore settimanali presso
i vari Centri Operativi, ma molto spesso, per le esigenze più diverse,
può verificarsi che si sia in servizio anche la Domenica o quando
necessario. Gli obiettori sono dislocati presso i seguenti Centri Operativi:
[coop Arcobaleno] [casa
di Lodesana] [gruppo Condivisione]
[AxA - fam. Bertoletti]
[Caritas diocesana]
[dalle relazioni...]

COOPERATIVA
ARCOBALENO
La cooperativa Arcobaleno è stata fondata da soci comprendenti
genitori, operatori e amici; si è costituita legalmente nel 1982
ed ha iniziato le attività nel settembre del 1983. Attualmente nelle
strutture sono inserite 9 persone seguite da tre operatori a tempo pieno
e 3 part-time.
Le attività vengono svolte dalle ore 9 alle ore 17 dal lunedì
al venerdì.
LE FINALITÀ:
-
Avviare al lavoro e prestare assistenza a portatori di handicap attraverso
percorsi personalizzati atti al recupero e all’ampliamento delle autonomie
personali.
-
Sensibilizzare all’integrazione e alle problematiche inerenti alle persone
disabili.
Gli obiettori di coscienza si inseriscono in questo contesto supportando
gli operatori nello svolgimento dei programmi individuali degli ospiti:
controllo delle attività lavorative manuali; il momento del pasto;
cura dell'igiene personale degli ospiti; partecipazione a momenti ludico-
didattici. Gli obiettori partecipano anche ai momenti di verifica e confronto
con gli operatori e i responsabili della cooperativa.
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CASA
DI LODESANA
Casa di Lodesana è nata da un'iniziativa della comunità
della Parrocchia di S.Maria e della Associazione Amici per la Liberazione
dalle Droghe. Il progetto di adibirla a centro di accoglienza per il recupero
dei tossicodipendenti si concretizza nel 1983 quando, una giovane coppia,
Vincenzo e Cristina, decide di vivere un'esperienza nuova a contatto con
alcuni giovani che hanno alle spalle storie di droga.
Sorge su un podere messo a disposizione, in forma gratuita, dalla diocesi
di Fidenza. Dal marzo 1990, dopo la morte improvvisa in un incidente stradale
di Cristina, la Casa è gestita da un direttore coadiuvato da alcuni
operatori qualificati, con il supporto di obiettori e volontari.
Il programma terapeutico si ispira ai valori della visione umanistico-cristiana
dell'uomo ed è sintetizzato in un percorso che prevede accoglienza,
accompagnamento, collaborazione con centri specializzati e consulenze specialistiche,
inserimento lavorativo, socializzazione e rientro nella società.
E' aperta la collaborazione con i Ser.T., con il C.A.T. di Fidenza
e con i Ce.I.S. di Parma e Piacenza.
Attualmente la Casa è in grado di ospitare fino a 15 persone
che intendono affrontare un percorso di recupero.
Il compito degli obiettori impegnati presso la Casa consiste nell'essere
presenza amica e ferma verso gli ospiti, indicando lo stile della gratuità
e del servizio, nello svolgere i compiti affidati dagli operatori o dall'équipe,
nel rappresentare questi ultimi in loro assenza, in modo autorevole, nell'accompagnare
gli ospiti all'esterno, specie quando si tratta di uscite 'delicate' e
nel favorire la socializzazione degli ospiti all'esterno.
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GRUPPO
CONDIVISIONE
Il gruppo si propone di affrontare il fenomeno dell'emarginazione presso
tutte le famiglie in cui sono presenti persone con handicap. Promosso dalla
parrocchia di S.Michele a Fidenza, ha, nel tempo, raggiunto una rilevanza
cittadina ed oltre, grazie anche al collegamento internazionale con "Fede
e Luce". In collaborazione con le famiglie stesse e con amici si cerca
di operare nello stile dell'animazione con lo scopo di stimolare le persone
con handicap ad utilizzare e migliorare, per quanto possibile, le proprie
capacità, favorendone l'apertura e la socializzazione con tutta
la comunità. L'obiettore affianca volontari ed operatori nello svolgimento
delle attività di laboratorio, di convivenza, di appoggio alle famiglie
e ad attività scolastiche. Il gruppo organizza anche uscite domenicali,
vacanze estive ed invernali, momenti di festa e di preghiera.
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FAMIGLIA
COMUNITA' BERTOLETTI
Impegnata nell'accoglienza e, particolarmente, di minori in difficoltà
che vengono ad essa affidati. È punto di riferimento per un gruppo
di famiglie affidatarie e di interessati alle problematiche dei minori
che hanno dato vita all’ AxA: una associazione che ha lo scopo di assistere
minori carenti di assistenza familiare, in difficoltà fisica, psichica
e aiutarli nell’inserimento sociale.
L'associazione offre a tutte le famiglie affidatarie e interessate
l'opportunità di un itinerario di formazione (una domenica pomeriggio
al mese) sulle tematiche dell'affido - adozione e per un confronto fra
le famiglie stesse e le realtà esterne.
L’ODC si inserisce nelle varie famiglie affidatarie per migliorare
la qualità del rapporto del minore con attività sia ludiche
che scolastiche (accompagnamento, compiti, iniziative ludiche e di socializzazione)
partecipando alla sua vita quotidiana.
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CARITAS
DIOCESANA
Gli obiettori inseriti in questa struttura si occupano di varie mansioni,
oltre a tenere i rapporti col Distretto Militare e con Roma per le pratiche
necessarie, svolgono un’importante lavoro di segreteria e di supporto alle
attività culturali - formative del gruppo O.D.C, nonché di
gestione sullo "Sportello Informazione su Obiezione di Coscienza e Servizio
Civile" presso il Cenacolo.
Gli obiettori collaborano anche con il C.E.D.O.C. (Centro di Documentazione
per la Pace) e mantengono i collegamenti con il C.R.O.C.E.R.(Coordinamento
Regionale). Svolgono, infine, servizi di supporto ad attività di
volontariato rivolte a situazioni di emergenza.
Per ultimi, ma non certo di minor importanza, gli obiettori in servizio
presso questo centro operativo collaborano con la Caritas cittadina (alla
distribuzione dei vestiti per i bisognosi), con l’Osservatorio delle Povertà
e il Centro d'Ascolto, centri che si propongono come finalità primarie
quelle di conoscere le realtà di povertà e di malessere sociale
presenti nella nostra diocesi ed intervenire a livello pratico.
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DALLE RELAZIONI...:
Simone Reggiani:
..."Della mia maturazione devo ringraziare i bambini, che mi hanno insegnato a riscoprire la semplicità nella vita e nei rapporti con le altre persone, ma soprattutto mi hanno donato tanto affetto, quanto non ne avevo mai ricevuto."
Giacomo Marani:
..."Ciò per cui sento di vivere un'esperienza forte è la fatica del cammino che sto facendo, giorno dopo giorno; è il dolore nelle piccole crescite quotidiane, crescite nella fede e nella determinazione sempre più precisa della mia vocazione. E' in effetti, questa del servizio civile in Caritas, una grande esperienza di fede. Non tanto per i momenti di preghiera, di meditazione o di lettura della Parola che, di fatto, non esistono, quanto perché ho la possibilità di offrire tutto a Dio."
Paolo Tassi:
..."Ho svolto il mio servizio nella comunità terapeutica "Casa di Lodesana" (...) Bisogna ammettere che quando abbiamo avuto bisogno di un aiuto per problemi personali gli operatori ci sono sempre venuti incontro; ma soprattutto nei momenti di difficoltà e crisi nella gestione delle dinamiche della Comunità, ci hanno sempre indirizzati nel superamento di queste situazioni."
Daniele Montorsi:
..."Il servizio è la cosa che mi assorbe la maggior parte della giornata e che mi gratifica di più; ho a che fare ogni giorno per parecchie ore con ragazzi disabili coi quali vivo la giornata e questo li rende uguali a me e mi ha fatto capire che le cose fondamentali di cui loro hanno bisogno sono anche le stesse di cui ho bisogno io come l'amicizia, l'amore e la felicità, oltre ad un aiuto maggiore dovuto alle loro carenze fisiche. (...) Mi sono impegnato per poter far si che il mio servizio non fosse tempo perso ma servisse a dare un po' di me in un ambiente fantastico..."
Daniele Cristoforetti:
..."La realtà dei bambini è ben diversa da quella degli adolescenti: questo alla lunga è stato un bene perché ho imparato a relazionare con i piccoli che in più di un'occasione mi hanno messo in crisi. (...) Ho capito che il modo migliore di porsi con loro era quello di un atteggiamento di amore, come la figura del Padre riproposta dalla Chiesa ci ricorda. (...) Non posso non dire che tutto il mio servizio sia stato molto flessibile, certo non c'era un programma preciso giornaliero... Io personalmente non amo le cose fisse e rigide, per questo sono stato molto bene non vedendo mai il mio servizio come un lavoro ad ore, ma un'occasione che mi veniva proposta."
Luca Ferrari:
..."Posso serenamente dire che il servizio non è stata una passeggiata, ma anzi è stato duro e difficile. Abbiamo vissuto a Lodesana momenti di grande tristezza e anche drammaticità. (...) Raramente terminavo una giornata di servizio con le energie nervose necessarie a fare qualcosa di utile per me stesso o per chi mi stava attorno; in diverse occasioni quando uscivo dalla Comunità per tornare in Cenacolo o a casa mi sono sentito completamente svuotato. Forse è anche per questo che nei dieci mesi di servizio non sono riuscito a portare avanti altri progetti che mi stavano a cuore, come l'Università."
Andrea Delazzari:
..."Svolgo servizio presso la Cooperativa Arcobaleno dove sono inseriti ragazzi con handicap, ragazzi con i quali non ho avuto difficoltà a instaurare un rapporto di amicizia, anche grazie al loro cuore buono e affettuoso che non conosce odio né cattiveria."
Raffaele Du Marteau:
..."Ritengo che il momento in cui mi sento maggiormente realizzato è quando sono alla distribuzione di indumenti usati, perché sono a contatto con una realtà (il problema della convivenza con immigrati) che normalmente viene ignorata. Ormai, considerando il tirocinio fatto prima e ora il servizio, ho imparato a conoscerli e a capire le loro condizioni di vita. (...) Posso poi parlare in maniera positiva dei pomeriggi al Cedoc dove, per forza di cose, mi imbatto sempre in una notevole quantità di informazioni che io chiamo "alternative", ovvero notizie che normalmente non si leggono sui giornali per tutta una serie di motivi..."
Paolo Fogliati:
..."Dopo il periodo "forzato" del servizio, rimane a noi la scelta se continuare a donare una parte del nostro tempo a persone che vivono concretamente la sofferenza e i disagi..."
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