Utili e inutili 
 di Eugenio Melandri
(da "Missione Oggi" 2-1997)
 


Conoscere l’Uomo è sempre stata la passione dell’Uomo: domande fondamentali quali Chi sono?, Da dove vengo?, Dove sto andando? hanno fatto la storia. (...)
Dunque l’Uomo. Con la U maiuscola e con la u minuscola. L’uomo furbo o cretino, l’uomo intelligente o deficiente. L’uomo con tutte le sue connotazioni culturali, con tutte le sue forme di organizzazione sociale.
(...) Lungo la storia, pur differenziandosi, il pensiero e la riflessione dell’Uomo su se stesso ha fatto dei passi avanti fino a giungere a definire alcune certezze irrinunciabili. Sono nate le carte internazionali che, sottoscritte dai rappresentanti politici, hanno assunto valore di norma morale, di punto di arrivo del cammino storico. Quasi una sorta di dogma laico del mondo, tanto che su quelle carte è nato addirittura il diritto internazionale.

 

NUOVE DIVISIONI

Senza accorgercene, abbiamo cominciato ad abbandonare schemi di interpretazione sui quali tanti di noi sono cresciuti. È sparita, ad esempio, la classica definizione di primo mondo, secondo mondo e terzo mondo (e anche quarto e quinto) che avevano caratterizzato tanta parte della ricerca sullo sviluppo. Non si parla più di Centro e Periferia, cosi come un po’ alla volta sta sparendo anche la divisione fra Nord e Sud del mondo. Al limite lo schema Nord-Sud viene assunto non più in termini geografici, ma soltanto in termini economici. (...)
Oggi la nuova divisione - perché il mondo continua ad essere diviso - passa per altri confini. Qualche anno fa, la Banca Mondiale scriveva in un suo rapporto che nel mondo esistono 1.200.000.000 di persone "inutili". Sono le persone che fanno parte di sistemi economici che non hanno le strutture sufficienti per entrare nell’era della globalizzazione e che quindi sono costrette a vivere "fuori" da quello che è ritenuto l’unico spazio di vita del mondo post-industriale. In questo modo la Banca Mondiale pone le basi di una nuova comprensione del pianeta.
La divisione tra ricchi e poveri, infatti, dopo la caduta del muro di Berlino, ha assunto una sfumatura diversa. Se prima i poveri, posti dentro ad una strategia imperiale di concorrenza fra le due superpotenze, potevano anche essere utili, oggi non lo sono più. La nuova divisione passa tra Utili ed Inutili e, quindi, tra inclusi ed esclusi. (...)
 

U.F.O.

Questa nuova divisione porta in sé una novità ancora più profonda. (...) Gli inutili sono posti quasi automaticamente "fuori" e non si pone neanche il problema della loro integrazione, di una loro possibile "entrata" perché fanno parte di un altro mondo, sono come U.F.O. provenienti da un altro pianeta.
 

RICCHEZZA SUPERFLUA

(...) Se qualcuno ci chiedesse a che cosa serve la ricchezza, risponderemmo che la ricchezza serve per stare bene, per risolvere i problemi della vita. Questa risposta di buon senso non è tuttavia la risposta giusta. Nel nostro mondo la ricchezza non serve più per la vita, per il benessere. Suo scopo vero è quello di creare altra ricchezza: siamo di fronte a quella che potrebbe definirsi un’eterogenesi dei fini. Se infatti la creazione di ricchezza - che è lo scopo dell’economia - non e più finalizzata al benessere bensì assume sé stessa come fine, inevitabilmente la vita e il benessere dell’Uomo scadono al ruolo di mezzo e non più di fine. Non è più vero che il sabato è per l’Uomo: è l’Uomo che ormai è per il sabato. La vita delle persone assume un ruolo secondario di fronte ad un immaginario benessere collettivo assicurato dalla creazione e dall’accumulo di ricchezza.

 

AGGIUSTAMENTI ECONOMICI

(...) Quali saranno, allora, le domande fondamentali di questo miliardo e duecento milioni di esuberi che popolano il nostro pianeta? Non è certo compito né della Banca Mondiale né degli organismi finanziari internazionali porsi questo problema.(...)
Toccherebbe loro tuttavia creare lo spazio perché ogni persona, messa in condizione di soddisfare i propri bisogni fondamentali, abbia la possibilità di "conoscere sé stessa" e di dare una risposta irripetibile alle domande di sempre. Compito dello stato dovrebbe essere quello di creare le condizioni economiche, politiche e sociali che permettano a tutti di realizzare a pieno le loro potenzialità. (...)

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