Chi
chiede di svolgere servizio con la Caritas sceglie di trascorrere, per
un anno, una larga parte del suo tempo insieme agli altri che hanno condiviso
tale scelta.
La vita comunitaria è infatti una delle prerogative fondamentali
per gli obiettori della Caritas, che in questo modo portano anche nel vivere
quotidiano i valori di pace, solidarietà e condivisione in cui credono.
Vivere insieme al Cenacolo, per gli obiettori Caritas, è qualcosa
che va al di là del condividere i pasti o le incombenze domestiche:
è un modo vero e positivo di crescere. Nella settimana almeno una
serata ("serata comunitaria") è trascorsa tutti insieme a discutere
delle questioni che riguardano la convivenza o più semplicemente
organizzando attività di svago. All'interno della vita comunitaria
ha uno spazio anche la preghiera. Anche a livello pratico, ognuno porta
il proprio contributo.
[dalle relazioni...]
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DALLE RELAZIONI...:
Simone Reggiani:
..."La vita comunitaria può insegnare molto, ma in particolare insegna a non nascondersi, ad aprirsi agli altri senza paure e senza condizionamenti, penso che questo sia il pregio maggiore di questa esperienza, soprattutto in una società basata sulla diffidenza, in cui le persone tendono sempre più ad allontanarsi l'una dall'altra."
Giacomo Marani:
..."il Cenacolo è l'ennesimo ambiente in cui sperimento lo svantaggio di praticare la Nonviolenza a tutti i costi. Ancora una volta le persone con cui condivido un'esperienza sembrano identificarmi solamente con le battaglie perse di una personale guerra che sto combattendo contro la mia indole furiosa e contro la realtà sempre più ripugnante dell'indifferenza. Ma il mio sentirmi sconfitto mi avvicina alla verità."
Paolo Tassi:
..."Riguardo alla vita comunitaria (...) mi sono adattato benissimo ed ho stretto nuove amicizie che spero di poter coltivare anche dopo la fine del servizio."
Daniele Montorsi:
..."E' bello vedere come persone diversissime tra loro vivono insieme cercando di capire le differenze e rendendole importanti per imparare altri modi di pensare e vivere. (...) Non è stato difficile trovarsi bene e relazionare con persone diverse da me e affrontare i problemi che sono inevitabilmente sorti. (...) Si impara anche a vivere da soli dovendo badare alle normali faccende di casa in prima persona, ci si stacca un poco dal nucleo familiare e questo ti rende oltre che più libero, anche più responsabile."
Daniele Cristoforetti:
..."Sono stato aiutato un po' da tutti: gli OdC in servizio mi hanno accolto bene, il campo estivo è stata un'occasione per conoscerci meglio, e anche con Roberto si è creato un rapporto di amicizia che oggi ci permette di essere molto uniti e di scambiarci opinioni in modo molto franco. (...)
Il rischio di una divisione esiste, ma personalmente cerco di dialogare ed avere rapporti con tutti, anche se a volte le differenze di carattere e di modo di pensare pongono barriere molto grosse. (...) La vita comunitaria rimane un pilastro della proposta Caritas, e questo è per me molto importante. A me personalmente ha dato molto."
Luca Ferrari:
..."Quando penso alla vita comunitaria in Cenacolo ho l'impressione di pensare a una missione non portata a compimento. (...) In questo aspetto del servizio non ho impegnato tutte le energie che avrei potuto utilizzare e di questo devo solo biasimare me stesso. Non ho avuto la forza di staccarmi dal mio "nido familiare" come hanno avuto altri, ma questo non solo per una mia debolezza, bensì anche per ragioni personali... Ad ogni modo questo aspetto del servizio in Caritas è senz'altro positivo e di crescita personale."
Andrea Delazzari:
..."Al contrario del servizio in Cooperativa, la vita comunitaria mi lascia un po' perplesso in quanto non mi sento pienamente partecipe."
Raffaele Du Marteau:
..."Il vivere al di fuori di casa mia (anche se a due passi) mi ha dato modo di responsabilizzarmi e di acquistare un certo controllo di me stesso, dal momento che molte cose che in casa venivano fatte dai genitori, ora me le devo fare io"
Paolo Fogliati:
..."In questo lungo periodo sono venuto a contatto con ambienti diversi e tante persone. Non sono mancate incomprensioni e scontri con altri obiettori, però aprendosi e vedendo nella loro interezza le persone si superano ostacoli e ci si accorge che possiamo apprendere lezioni di vita da tutti quanti."
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