BELZONI, MISSISSIPI
La mappa della città dedicata a Giovanni Battista Belzoni da Alvarez Fisk.
Alvarez Fisk era un tipo curioso. Le cronache lo dipingono come un aristocratico proveniente da Natchez, uno dei tanti pionieri che percorsero il Mississipi all'inizio del 1830 in cerca di nuove fortune proprio mentre gli indiani venivano cacciati dalle pianure del Sud e le terre appena liberate erano assegnate a coloni freschi di nomina. A Fisk toccò un vasto appezzamento isolato e distante dalla capitale della contea, Grenville, una terra senza nome, senza strade, senza legge. Se proprio qualcuno doveva farvi riferimento la chiamava Dark Corner, l'angolo oscuro. Era una definizione ingiusta per quel piccolo paradiso, ricco di grano e di selvaggina, bagnato dal fiume Yazoo, la classica land of opportunity offerta ai coraggiosi che avessero voluto misurarsi un ambiente selvaggio.
Senza indugi, Fisk costruì il suo piccolo impero di piantagioni sapendo che l'acqua era buona e i raccolti abbondanti. Lo chiamò Fisk Plantation, ma cambiò presto idea. C'era un personaggio, di cui aveva letto la storia, che ìnfervorava la sua immaginazione e lo faceva sognare, un italiano che una decina di anni prima era divenuto celebre in Europa come scopritore di antichità egizie. Per il temerario latifondista del Natchez quell'uomo era un vero mito. Non ebbe dubbi. La sua sarebbe stata la Belzoni Plantation e con la famiglia avrebbe abitato nella pianura ad ovest del fiume, la Belzoni Landing, la terra Belzoni. Alvarez Fisk, col suo improbabile nome mezzo spagnolo e mezzo nordeuropeo, era molto soddisfatto della sua scelta.
  Capitò poi nel 1888 che un incendio costringesse la gente che trafficava la cittadina cresciuta a mezzogiorno rispetto alla terra di Fisk a spostarsi più a nord. La città fu ricostruita e prese il nome di Belzoni che conserva anche oggi, piccolo e vivace centro della Contea di Humphreys, un luogo tranquillo, che si presenta al mondo come "Capitale del pescegatto" e vanta i natali di Jean Terrell, la cantante che prese il posto di Diana Ross nelle Supremes, le stelle nere della musica soul Tamla Motown alla fine degli anni Sessanta. Oggi ha anche un altro primato: se si digita belzoni su un motore di ricerca Internet il sito cittadino www.belzoni.com è sempre uno dei primi a comparire.
L'effetto che Giovanni Battista fece su Alvarez Fisk non deve essere molto dissimile da quello avuto su un altro americano, il proprietario del ristorante Red Lion di Ridgefield, nel Connecticut. Quando nel 1994 decise di ristruttare il suo grande locale, per sottolinearne la connotazione italiana del suo ristorante, l'uomo stabiliì di ribattezzarlo "Belzoni Grill" in onore del viaggiatore che lo aveva stregato con le sue imprese. Era, a suo modo di vedere, un sistema per celebrare la voglia di esplorare nuovi terreni in campo culinario. La presenza sul menu dei gamberi Fra Diavolo (a 16 dollari e 95) e del Pollo Scarpariello (a 13 dollari e 95) conferma il desiderio di arrivare laddove nessun menù bianco, rosso e verde era mai giunto prima.
Belzoni, Mississipi, nel 1967
Due immagini
del 1909
La Storia di Fisk è tratta dal libro "Il Gigante del Nilo" di Marco Zatterin, Mondadori, 2000
Due immagine di chiese inizio NOvecento di Belzoni "rubate" su Internet. Sopra, un ufficio amministrativo
Torna alla pagina iniziale - Giovanni Battista Belzoni