UN'INTRODUZIONE ALLE


un ringraziamento speciale a Thierry Depaulis per aver revisionato le note storiche e per il suo contributo


  (in questa pagina)  

NOTE STORICHE
ED ICONOGRAFICHE

  • carte da gioco occidentali
  • carte da gioco orientali
  •   pagina 2  

    I PRINCIPALI ELEMENTI
    DELLE CARTE DA GIOCO

  • la composizione
  • la produzione delle carte da gioco
  • bolli d'imposta
  • glossario
  • il collezionismo delle carte da gioco
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    RAPPORTI FRA CARTE DA GIOCO
    OCCIDENTALI ED ORIENTALI


    NOTE STORICHE ED ICONOGRAFICHE


    CARTE DA GIOCO OCCIDENTALI

    È stato ipotizzato che le carte da gioco nacquero in Cina attorno al X secolo dC. Si trattava probabilmente di carte da domino, cioè quelle che rappresentavano un lancio di due dadi, assai simili a quelle ancora oggi usate in Estremo Oriente, e appena diverse dalle comuni tessere da domino presenti in moltissimi altri paesi.
    Qualche secolo dopo, le carte da gioco erano in uso presso gli Arabi, ed entro breve tempo si diffusero anche al mondo occidentale.

    10 di Denari dal
    più antico mazzo arabo
    di cui si abbia traccia
    Questo fu il risultato degli scambi commerciali e culturali che le popolazioni mediterranee avevano con la civiltà araba, in particolare coi Mamelucchi che occupavano le coste dell'Africa settentrionale.
    Il vocabolo italiano arcaico che indicava le carte da gioco naibi, e il suo equivalente spagnolo naipes, ancora usato, derivano entrambi dall'arabo na'ib, cioè "delegato" o "deputato".
    I deputati erano due figure dell'antico mazzo mamelucco: il "deputato del re" e il "deputato in seconda". Tali carte non raffiguravano i personaggi relativi come figure umane, nel rispetto della tradizione islamica, ma indicavano solo il nome di ciascun valore, alla base.
    Il più antico mazzo di questo tipo finora conosciuto, se si escludono singole carte rimaste da mazzi precedenti, è conosciuto come   Mulûk wa-Nuwwâb ("Re e Deputati"), ed è conservato nel Museo Topkapi di Istanbul, in Turchia. La sua composizione constava di quattro semi, ciascuno dei quali formato da quattordici carte (dieci numerali e quattro figure), per un totale di 56 soggetti.

    I semi che componevano il mazzo arabo erano:
    Denari

    Darâhim
    Coppe

    Tûmân
    Spade

    Suyûf
    Bastoni da polo

    Jawkân

    Sulle carte superstiti di Istanbul questi nomi sono scritti alla base delle figure, assieme ai nomi dei personaggi; ne viene mostrato un esempio nella
    terza parte (rapporti fra le carte occidentali e orientali), dove si torna anche sul significato dei nomi e sulle relazioni che sembrano legare queste carte ad un'antica origine cinese.


    NAIBI, TAROCCHI E CARTE VENATORIE
    Secondo attendibili fonti letterarie l'Italia è il paese europeo dove, nella prima metà del '400, venne prodotto per la prima volta il tarocco; ma è in Spagna che, con circa 50 anni di anticipo, le comuni carte da gioco comparvero per la prima volta in occidente.
    La relazione fra questi due tipi di mazzo viene spiegata dall'attuale teoria, secondo cui ad un certo punto del XIV secolo le carte dei Mamelucchi raggiunsero la Spagna e l'Italia a seguito delle strette relazioni fra le civiltà araba ed europea, che si fronteggiavano sulle sponde del Mediterraneo.

    un trionfo dal tarocco
    Pierpont-Morgan Visconti
    (XV secolo)

    In Spagna la composizione del mazzo locale perse una delle figure; un'altra modifica apportata a quest'ultime fu l'introduzione dei personaggi illustrati anziché descritti a parole alla base della carta, ciò che le rese più facilmente comprensibili. In Spagna venivano chiamate naibes o naipes, un termine di etimologia araba (come spiegato in precedenza), il cui mazzo con ogni probabilità si componeva di 52 soggetti, cioè quattro semi con tredici carte l'uno.
    Mazzi di questo tipo erano noti anche in Italia, riportati come naibi (forme alternative erano naibbe, nahipi, ecc.). Ma altre cronache della prima metà del XV secolo riferiscono di "carte saracene" - un'altra indicazione della loro origine - e nella seconda metà dello stesso secolo di "carte da giocare".


    Un diverso mazzo prodotto nel nord Italia era chiamato tarocco; questo era formato da 78 soggetti. Molto probabilmente fu ottenuto fondendo la serie araba di carte dei semi, cioè i naibi, con un gruppo di 22 carte illustrate di origine locale, sostituendo una delle figure originali, tutte maschili, con un personaggio femminile, e a volte più d'uno. Il mazzo così accresciuto venne presto denominato trionfi, probabilmente da un'opera di Petrarca, e questo era anche il nome del gioco che vi si praticava. Del termine tarocco non se ne trova menzione in letteratura se non dagli inizi del XVI secolo.

    Più di una fonte cita le "carte da trionfi" (o "carte di Lombardia") e le "carte da giocare" (o "carte saracene") come oggetti separati. Quindi entrambi i tipi di mazzo, cioè con e senza trionfi, erano in uso nello stesso periodo. Il diagramma qui a sinistra ne schematizza la relazione con le carte originali arabe.

    Stranamente il più antico mazzo di carte da gioco pervenutoci non è un tarocco, né tantomeno uno dei mazzi spagnoli, ma una creazione tedesca.

    figure del seme di Cervi
    (Stuttgarter Kartenspiel)
    Databile attorno al 1430, lo Stuttgarter Kartenspiel ("mazzo di Stoccarda") fu disegnato e dipinto nel sud-est della Germania.
    Appartiene ad un particolare tipo di stile oggi indicato come "carte venatorie", che non aveva trionfi e usava semi particolari. Era in uso nelle aree centro-europee di cultura germanica già nella prima metà del XV secolo.

    3 di Segugi
    (Germania, 1440 c.ca)

    Questo genere di carte, delle quali oggi rimangono assai poche, erano splendidamente illustrate con scene reali di caccia, e i semi adottati erano animali, come cervi, cinghiali, falconi, ecc.