sandro ricaldone
webpage I MILLE OCCHI DEL DOTTOR JORN di Joseph Noiret L'incontro con Jorn ha luogo nell'ottobre
1947, nella grande sala fumosa di un caffé di Bruxelles - oggi scomparso -
l'"Horloge", situato nella parte alta della città. La coincidenza del
nome è densa di significato: un tempo diverso prende inizio per alcuni di
coloro che s'incontrano in quella sala, senza che essi ne abbiano piena
coscienza. Il Bureau du Surrealisme Revolutionnaire
aveva organizzato, all'Horloge, una Conferenza Internazionale del Surrealismo
Rivoluzionario, cui erano rappresentati : il gruppo SR belga, il gruppo di
artisti sperimentali costituitosi in Danimarca, il gruppo SR francese, il
gruppo RA, cecoslovacco. Il poeta Achille Chavée apre la conferenza; Christian
Dotremont ne é il "segretario generale" (lo spirito del momento è
politico) ed Asger Jorn rappresenta il gruppo sperimentale (l'aggettivo ha
tutto l'avvenire davanti a sé) danese. Quanto a me, arrivo là a vent'anni,
piena la testa di sur realismo e nutrendo nel ventre il sogno imperioso di
mutare la vita: "figli miei, il mondo in cui sono vissuto era
inabitabile", scriveva in quel tempo Louis Scutenaire. Stringo con Dotremont ed il poeta Marcel
Havrenne un'amicizia che non avrà interruzione, da cui la mia vita sarà
profondamente segnata. Incontro anche Jorn, in principio più distante giacché
viene dalla Danimarca, vale a dire da un luogo inesistente, ed é più anziano
(sebbene più tardi la differenza d'età non giocherà fra noi nessun ruolo;
saremo perfettamente all'unisono, nei nostri atti). Durante la conferenza dell'Horloge, Jorn,
con la sua libertà di tono ed il suo modo di porre la questione dell'arte,
annunzia la rottura già avviata all'interno del Surrealismo Rivoluzionario.
Nella foto che mostra la commissione intenta a redigere la dichiarazione
conclusiva del la conferenza, Jorn è passato ormai dall'altra parte del tavolo.
Non scrive: sigaro stretto fra le labbra, fissa Dotremont ed in questo sguardo
c'è già CoBrA che nasce. I giochi si compiono impercettibilmente, nuove convergenze
si delineano. Dotrernont, il cui incontro con Jorn
risulta fondamentale ed avvia il conto alla rovescia di CoBrA, dà anch'egli
impulso a ciò che si prepara. Nell'unico numero pubblicato a Bruxelles del
Bulletin International du Surrealisme Revolutionnaire, scrive: "Quanto ad Asger Jorn, che gli
idealisti definiranno idealista per vendicarsi dell'esattezza con la quale si
applica a smontare l'idealismo, non erano trascorsi cinque minuti da che
l'avevamo incontrato che già ci travolgeva con il suo magnifico spirito
sperimentale surrealista rivoluzionario con cui penetra problemi che ancora non
avevamo affrontato". Il "magnifico" spirito sperimentale,
gettato da Jorn nello stagno del Surrealismo Rivoluzionario, inizia ad aprirsi
la via nei nostri modi d'essere e di pensare. Se il Surrealisme Revolutionnaire
é "la rivista più viva del mondo", Jorn é certamente uno dei più
vitali fra gli artisti e gli scrittori presenti a Bruxelles. Ed il brulotto
della sperimentazione , ch'egli lancia, colerà a picco il Surrealismo
Rivoluzionario, così impregnato di logorrea teorica e di settarismo parigino
("l'emulazione, la pigrizia, la preoccupazione per la moda", dice
Jorn con cui romperemo nel novembre 1948, per l'appunto a Parigi, per risali re
poi sino a Bruxelles, dove tutto era, sia pur indistintamente, iniziato. Alcuni testi pubblicati nel Bulletin
International du SR, nel gennaio 1948 annunziano il colore di ciò che seguirà e
designano taluni di coloro che saranno riuniti da CoBrA: quello che Dotremont
intitola, in guisa premonitoria, "le Pas gagné" e così il poema di
Marcel Havrenne "le Bandeau rouge" che, in alcuni versi enuncia, con
la lucidità che é propria dei poeti, il senso profondo dello spirito speri
mentale in procinto di acquisire consapevolezza di sé medesimo des couteaux
apparaissent au cadran des horloges le desordre
s'organise au son des fanfares on chante
incroyablement faux E infine la "dichiarazione" del
gruppo sperimentale danese, dove Jorn canta indubbiamente più stonato degli
altri, ciò che, in quel momento, rappresenta una maniera accorta di veder
giusto. Quando rammento ciò che abbiamo vissuto
allora, mi pare evidente che CoBrA parlasse in maniera già riconoscibile alla
fine del 1947 a Bruxelles, dove noi torneremo a vivere "la favola della
materia contro la sabbia della maniera" (C.D.). Gli elementi necessari son
messi a punto un anno più tardi, quando gli olandesi del gruppo Reflex si
uniscono a noi. Insieme (Jorn, Appel, Constant, Corneille, Dotremont ed io
stesso) firmiamo una dichiarazione comune "la Cause etait entendue"
che riordina e spazza la retorica delle finzioni teoriciste: poiché "vi
sono più cose nella terra d' un quadro che nel cielo della teoria
estetica". Nel novembre1948 la deviazione per Parigi
é conclusa (vi serberemo amicizie come quella di Edouard Jaguer, ma non vi sarà
un numero francese di CoBrA) e Jorn contribuisce a renderla più breve. Ognuno
torna nel proprio paese, ma tutti continueranno a venire a Bruxelles
"proprietaria di Cobra-sull'universo", come dice Dotremont, per
vivervi la quotidianità di CoBrA. La presenza di Jorn é stata irresistibile.
Venuto dal nord alla ricerca di persone che provassero le stesse inquietudini e
la sua stessa quotidiana aspirazione ad una vi ta diversa, Jorn ha iniziato,
assieme a Dotremont, ad intrecciare la miccia con cui accenderemo poi insieme,
nella neve, il grande falò notturno che si chiamerà CoBrA. Con Jorn lo spirito
sperimentale irrompe fra noi, con Jorn che "pela le patate prima di
dipingere gli occhi". Sorprende poco, senza dubbio, che molti
ricordi di Jorn appartengano alla nostra quotidianità. Così, noi che camminiamo
insieme per una via di Bruxelles e Jorn tiene un gran discorso, agitando le
braccia. O come quando Dotremont installa un
banchetto all'entrata d'un cinema i cui palchi polverosi chiudono le loro
cortine su amori fugaci in tre vendiamo libri, poveri quali siamo. Appena un
libro é venduto Jorn va a comprare dei sigari, di cui accende i nostri sogni.
Le nostre discussioni sono vivaci, crediamo che l'arte possa mutare la vita,
Jorn s'anima d'un riso. La gente che passa lo squadra, giacché ha un modo
primitivo di esser là. Un'immagine ancora illustra bene la quieta
forza sovversiva del suo humour: seduto con noi, in mezzo ad un gruppo di
musicisti perduti completamente in discorsi dodecafonici, in equilibrio
instabile rispetto all'uditorio, impastoiato da sistemi ed esclusive, Jorn
porta al culmine il tumulto teorico tenendo un discorso ora in tedesco e
danese, ora in inglese e francese, ora frammischiando parole di tutte queste
lingue. Fuma sempre i suoi ilari sigari. In questo istante incarna il rifiuto
vivente di tutto ciò che presto getteremo fuori bordo. Ci trascina già altrove,
nel luogo in cui cercheremo di lavorare insieme, di scambiare le esperienze, di
far vita comune. "In quest'epoca memorabile - scrive
Havrenne - si sono prodotti, nel magazzino delle linee e dei colori, grandi
disordini e notevoli scoperte, feconde di verità originarie". Jorn é stato
uno dei fautori di un disordine modellato secondo il nostro desiderio; senza di
lui, non v'è dubbio, la nostra vita non avrebbe potuto assumere la forma che le
abbiamo impressa. Waterloo, dicembre 1983 >>> TORNA ALLA PAGINA
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