LA NASCITA DEL GUSTO NEOCLASSICO

A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, al rigonfiamento e torsioni di travi, pilastri e colonne, alla sovrabbondanza decorativa di porte e finestre, balconi e balaustri, alle mosse bizzarrie delle piante e dei piani distributivi degli edifici, alla pittorica modellatura degli alzati, si iniziano a sostituire la chiarezza dell'aspetto esteriore, la corrispondenza delle costruzioni al loro scopo, la lineare semplicità della decorazione. Dell'architettura, che deve sempre aderire alla natura del materiale impiegato, restano le forme pure, i volumi necessari, le proporzioni armoniche, rapporti che, come nella musica le sette note, possono dar luogo ad infinite variazioni. Partendo da questi principi, gli architetti neoclassici cercano la bellezza ideale, la bellezza che è " nella coerenza bella di parti belle ", nella rappresentazione armonica dello spazio attraverso il valore costruttivo dei volumi e il ritmo del rilievo e delle superfici. Alla fine del Settecento, i loro canoni saranno solo negli ordini di Grecia e di Roma. Così le regole classiche tornano e nasce uno stile, il neoclassico, e nel profondo sembra che non cambi nulla di veramente sostanziale. Ma, discussi da tutti i critici e apertamente infirmati dal Lodoli i canoni e le regole che dal Quattrocento avevano retto il fare architettonico, e collocate l'architettura di Grecia e di Roma e poi la gotica nelle loro prospettive temporali, come fece il Milizia, se ne scoprì il carattere storico e per ciò stesso transeunte. Venne così meno la universalità e la validità perpetua propria di quei canoni e di quelle regole su cui si basava l’asserita perfezione di quello stile. Anche se alcuni grandi e sinceri architetti non se ne resero conto, gli ordini e i loro moduli non erano più un assoluto, ma un repertorio. E il medesimo procedimento dottrinale sarà applicabile già subito ad altri repertori: il neogotico, il neoromanico, il neobizantino, tutti i "revivals " con le loro commistioni e contaminazioni che dispersero l'architettura come arte per tutto l'ottocento e oltre.

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