FINALITA’ ED ESPRESSIONI DEL GUSTO NEOCLSSICO

 

E’ questa la meno palese ma la più rivoluzionaria funzione di rottura del pensiero architettonico neoclassico. E la sua importanza non è tutta qui e nemmeno nell'evoluzione dello stile, che passa dalle fabbriche di un Piermarini e di un Camporese a quelle di un Cagnola e di un Valadier. Vi sono almeno due altri fattori, non appariscenti ma essenziali. L'uno è la non visibile e pur sostanziale trasformazione nella distribuzione degli interni; il neoclassico risolve con le planimetrie dei nuovi edifici i nuovi bisogni: ospedali, biblioteche e musei, accademie e istituti specializzati, scuole e asili, parlamenti e ministeri, prefetture e dogane, stadi e teatri, grandi case d’affitto e piccole ville, magazzini e mercati, banche e laboratori e fabbriche. Problemi i più diversi, quesiti nuovi e talora ardui. Il secondo fattore sta nel rinnovarsi della tecnica, spesso trascurata nel Seicento e al principio del Settecento: tecnica d'uso dei vecchi materiali, impiego dei nuovi materiali, nascita di strutture rispondenti ai nuovi bisogni e ai nuovi problemi costruttivi. Vi è, infine, l'urbanistica, l'architettura della città, dai progetti approvati ma abortiti di Milano alle sistemazioni di Genova, Torino, Roma. A questo punto è già facile rendersi conto sia della viva dinamica che animò l'architettura neoclassica, che solo esternamente è talvolta irrigidita da un formulario dottrinale alle cui apparenze si fermarono spesso gli studiosi, sia della sua profonda unità. Nata in sede pratica dalle più luminose misure di Juvarra, dai più scanditi ritmi di un Vanvitelli, esprime coi precursori gli austeri sogni dell'illuminismo, coi suoi eroi i magniloquenti sogni imperiali e reali, e già duttile ai nuovi bisogni e fatta storica e dotta si piega successivamente ad un eclettismo che abbraccia le decorazioni d’ogni stile. Questa sempre onesta e talvolta grande architettura si può anatomizzare, volendo, ma non dividere, come indivisibili sono i cinquant'anni di rococò e i centocinquanta di barocco. Parlare in Inghilterra di palladiani, in Francia di stile Luigi XVI, di stile direttorio e di stile impero, in Italia di classicisti, neoclassici, puristi e romantici, considerare insomma neoclassici solo quegli architetti che variano antichi motivi indagati con rigore e spirito archeologico, quasi a separare il logico svolgimento di intendimenti, idee e costruzioni, è storicamente illegittimo o meglio, per restare in tema di neoclassico, è forse possibile, ma com’è possibile dire della base, del fusto e del capitello purché non si dimentichi che questi elementi hanno una unità che si chiama colonna. Dopo queste considerazioni cercherò, tramite il mio lavoro, di analizzare l’ondata neoclassica che caratterizzò l’architettura romana a partire dal soggiorno romano del winckelmann.

INDICE