Epilogo
Due giorni erano ormai passati dalla lunga battaglia, molti guerrieri erano caduti anche per le ferite subite in quella lunga notte, che ormai sembrava lontana ai più, un triste ricordo, quasi un incubo.
I sopravvissuti erano riuniti tutti intorno al luogo della passata battaglia, il castello reale di Lutibia, lì erano anche gli Arvenauti, tutti fasciati per le diverse ferite subite, ma vivi.
“La situazione non è certo quella che avrei immaginato all’inizio del nostro viaggio”, esordì con un sorriso triste Acteon, il cui petto era completamente fasciato da lunghe bende, “In effetti è vero, non avrei immaginato che fosse Re Ruganpos ad incoronare il nuovo sovrano di Lutibia”, osservò titubante Eracles, il cui corpo era celato da diverse bende ed un braccio era fasciato.
I sei stavano infatti assistendo, nella sala del trono, all’incoronazione di Aristos da parte di Ruganpos.
“Sono passati dei tempi oscuri, abbiamo tutti sofferto la morte di amici e persone a noi carissime”, esordì il sovrano di Aven, scrutando gli sguardi tristi di tutti i guerrieri nella sala, “ora, però, si aprirà per tutti noi un periodo di prosperità, se gli dei vorranno. Noi, popoli di Aven e Lutibia, non dovremo più odiarci e combattere, una nuova alleanza nascerà fra le nostre terre. Almeno questo è ciò che mi auguro per tutti noi, potente Aristos, Re di Lutibia e figlio del grande Priaso”, concluse il saggio Ruganpos, appoggiando la corona sul capo del Primogenito di Priaso, divenuto ora Re, dopo suo padre.
Cassandra era seduta alla sinistra del fratello, osservava la scena con occhi quieti, non si leggeva più disperazione nel suo sguardo, ma solo preoccupazione, mista a gioia, Pulchra, invece, stava alla destra del marito, con vicino a se il figlio, sorridente, seppur imbarazzato.
Alla destra del sovrano e la sua famiglia, in piedi, Axar, Iason ed Orpheus, tutti con il corpo coperto da fasciature e bende, ma con sguardi fieri e quieti, a sinistra, invece, vicino alla figlia di Priaso, vi erano Anhur, Myooh ed Anfitride, tutti sorridenti per il volto quieto della loro Principessa.
Gli altri cinque Arvenauti erano invece confusi fra la folla, “Pensate che sia vero ciò che dice Re Ruganpos?”, domandò dopo alcuni minuti Eracles, osservando i compagni. Acteon era perplesso per quella domanda, “Che cosa?”, domandò allora Pandora, sorridente al figlio di Urros. “Si aprirà un tempo di prosperità? La guerra è finita?”, chiese con voce preoccupata Eracles, “Di certo per questo luogo è finita”, osservò freddamente Atanos, l’unico illeso, “Ma per il resto del mondo deve ancora iniziare la vera guerra”, sentenziò con voce cupa Argos, il cui ventre era fasciato da bende, come quelle degli altri compagni.
“Sì, la vera guerra deve ancora iniziare”, concluse l’ex semidio, guardando i compagni Arvenauti e la popolazione della città e rilassandosi perché intanto la furiosa belligeranza fra Aven e la Lutibia era cessata.