EUGENIO MONTALE

I Limoni

Ascoltami,i poeti laureati

Si muovono soltanto tra le piante

Dai nomi poco usati:bossi ligustri o acanti.

Io,per me,amo le strade che riescono agli erbosi

Fossi dove in pozzanghere

Mezzo seccate agguantano i ragazzi

Qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni

discendono tra i ciuffi delle canne

e mettono negli orti,tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli

Si spengono inghiottite dall’azzurro,

più chiaro si ascolta il sussurro sei rami amici nell’aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest’odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta.

Qui delle divertite passioni

Per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l’odore dei limoni.

Vedi,in questi silenzi in cui le cose

S’abbandonano e sembrano vicine

A tradire il loro ultimo sregreto,

talora ci si aspetta

di scoprire uno sbaglio di natura,

il punto morto del mondo,l’anello che non tiene,

il filo da disbrogliare che finalmente ci metta

nel mezzo di una verità.

Lo sguardo fruga d’intorno,

la mente indaga accorda disunisce

nel profumo che dilaga

quando il giorno più languisce

sono i silenzi in cui si vede

in ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata divinità.

Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo

Nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra

Soltanto a pezzi,in alto,tra le cimase.

La pioggia stanca la terra,di poi;s’affolta

il tedio dell’inverno sulle case,

la luce si fa avara-avara l’anioma.

Quando un giorno da un malchiuso portone

Tra gli alberi di una corte

Ci si mostrano i gialli dei limoni,

e il gelo del cuore si sfa,

e in petto ci scrosciano

le loro canzoni

le trombe d’oro della solarità.

RAMO D'AUTUNNO

Scricchia Autunno

I declivi delle ombre attorno cadono.

Agile albero…………

Mondo e mente limpidi,guanto in mano all’aria.

Come affilano

Calme il disegno nuove nervature!

Focolare

Dammi in breve distanze di montagne

---------e s’inarca,

tarda estate, un’orografia di brace.

 

ALBERO AUTUNNALE

 

Già matura

La foglia pel sereno suo distacco

Discende

Nel cielo sempre verde dello stagno

I

In calma

Languore della fine,l’autunno s’immedesima

Dolcissima

La foglia s’abbandona al puro gelo.

Sott’acqua

Con incessanti foglie va l’albero al suo dio

VERSO TELLARO (frammento)

----

cupole di fogliame da cui sprizza

una polifonia di limoni e di arance

e il velo evanescente di una spuma,

di una cipria di matre che nessun piede

d’uomo ha toccato o sembra,ma purtroppo

il treno accellera…………….

NELLA SERRA

S’empì d’uno zampettio

Di talpe la limonaia,

brillò in un rosario di caute

gocce la falce fienaia.

S’accese sui pomi cotogni

Un punto,una cocciniglia

Si udì inalberarsi alla striglia

Il poney—e poi vinse il sogno

Rapito e leggero ero intriso di te,

la tua forza era il mio

respiro nascosto,il tuo viso

nel mio si fondeva,e l’oscuro

pensiero di dio discendeva

sui pochi viventi,tra suoni

celesti e infantili tamburi

celesti e infantili tamburi

e globi sospesi di fulmini

su me,su te,sui limoni…………..

 


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