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(segue - PERCHÈ LA REGIONE LOMBARDIA E NON LA PADANIA
) La Lombardia: Regione di nome, Stato di fatto Prima di lasciarci alle spalle il tema della alternativa fra Regione Lombardia e Padania, converrà rispondere ad un altro tipo di obiezione in merito; un'obiezione che potrebbero rivolgerci, in questo caso, non tanto i fautori del pensiero autonomista, quanto piuttosto i suoi detrattori. Stiamo parlando della questione delle dimensioni. Ci sembra già di sentire i nemici della secessione ridacchiare sotto i baffi o sguaiatamente, pensando al peso demografico o geografico della nostra Regione. "Ma come?" -ci direbbero- "per noi era già piccola la Padania, figuriamoci la Lombardia..." Abbiamo già accennato a questo aspetto nella sezione precedente. Converrà ora spendere qualche parola in più per dimostrare che si tratta di obiezioni prive di senso. Cominciamo col dire che, fin da quando vennero elaborati i progetti leghisti e del compianto Professor Miglio sulla tripartizione dell'Italia in tre Repubbliche territoriali (del Nord o Padania, del Centro o Etruria e del Sud o Ausonia), i nemici della secessione non hanno perso occasione per accusare i sostenitori del federalismo di voler costruire delle "repubblichette". Questa accusa ha veramente ossessionato gli avversari dell'autogoverno settentrionale, tanto da portarli ad elaborare tesi socio-economiche ridicole, in base alle quali la secessione e lo stesso federalismo avrebbero danneggiato le nostre Regioni: il tutto a causa delle più ridotte dimensioni territoriali che avrebbero, di conseguenza, ridotto anche i mercati su cui operare per le nostre imprese. E' del tutto evidente che, in tempi di globalizzazione spinta e di formazione del mercato unico europeo, queste tesi non hanno alcun senso. Sono semplicemente una vuota eredità dell'ideologia imperiale dell'ottocento e di quella fascista del primo novecento. Oggi il mercato europeo è uno spazio commerciale unico per la maggior parte delle merci e delle imprese; il Mondo è sempre più interconnesso a livello commerciale. Infatti i protagonisti dell'economia lombarda e padana sono fra i maggiori esportatori e importatori del pianeta, a dimostrazione della vocazione internazionale della società del Nord. Le dimensioni demografiche in questo contesto economico completamente nuovo hanno perso gran parte dell'importanza di un tempo, quando le nazioni si facevano la guerra per occupare territori e sottomettere popolazioni straniere. Tant'è vero che la stessa Unione Europea, sì, proprio quell'UE venerata dai nostri politici a Roma e Bruxelles, è formata da 27 Stati membri di cui ben 14 hanno una popolazione inferiore a quella della nostra Regione Lombardia (9.500.000 abitanti circa); ecco l'elenco: Finlandia, Svezia, Estonia, Lituania, Lettonia, Danimarca, Bulgaria, Slovenia, Slovacchia, Malta, Cipro, Irlanda, Lussemburgo e Austria. Abbiamo già avuto modo di spiegare nelle pagine precedenti che molti di questi Stati sono figli di secessioni e che godono di ottime condizioni di salute, a cominciare proprio dall'economia. Per carità di patria, abbiamo omesso di considerare nel precedente elenco quei microstati, come San Marino e Monaco, che, a vario titolo, fanno parte dell'Unione o mantengono rapporti di associazione con la stessa, quantomeno a livello monetario. Sempre restando nel territorio dell'Unione continentale, possiamo osservare che, dei 27 Stati membri, quattro hanno un'estensione territoriale inferiore rispetto a quella della nostra Regione (24.000 km2 circa). Ciò dimostra che nemmeno a livello di dimensioni geografiche la Repubblica Lombarda rappresenterebbe un'anomalia. Va detto, in proposito, che le dimensioni territoriali costituiscono un indice di minor importanza rispetto a quello della popolazione. Allargando lo sguardo all'intera Europa, quindi anche oltre i confini giuridici dell'UE, osserviamo che il numero di Stati con popolazione inferiore a quella della Regione Lombardia è ancora una volta molto elevato. Eccoli: Albania, Armenia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Georgia, Islanda, Kosovo, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Serbia, Svizzera. Fra questi alcuni hanno dimensioni geografiche egualmente più ridotte rispetto a quelle della nostra Regione. Come in precedenza, abbiamo tralasciato di citare le città-stato. Per ovvie ragioni di spazio (e di monotonia) non abbiamo voluto fare un confronto con tutti gli Stati presenti al mondo, anche se è facile, giunti a questo punto, immaginare il numero spropositato di entità demograficamente più piccole della Lombardia sparse sull’intero Pianeta Terra. Non siamo però riusciti a trattenerci dal fare qualche esempio eclatante di Stati del mondo più piccoli della Lombardia eppure famosissimi. Sapevate che Israele e i Territori Palestinesi, messi insieme, hanno una popolazione che sfiora appena quella della nostra Regione? E sapevate che il territorio dello Stato ebraico è più piccolo del nostro? E' incredibile pensare che mentre tutto il mondo politico afferma la necessità di costituire ben due Stati in quella terra (il già esistente Israele e la Palestina “promessa”), qui da noi si passa per sciocchi e sognatori a proporre la secessione della Lombardia. Per fortuna la matematica non è un'opinione, e il fatto che esistano Stati ben più piccoli della Lombardia è l'inconfutabile dimostrazione che anche noi possiamo costituirci in Repubblica indipendente, peraltro all'interno dell'Unione Europea. Un altro esempio significativo: la Nuova Zelanda, splendida isola oceanica, famosa, fra le altre cose, per avere la squadra nazionale di rugby più nota al mondo (gli All Blacks), e per aver dato i natali a Peter Jackson, regista della Trilogia del Signore degli Anelli. Ebbene, questo delizioso e fiero Paese ha meno della metà degli abitanti della Lombardia. Non per questo pensano di unirsi alla vicinissima Australia! Chiudiamo con un altro caso curioso. Torniamo in Medio Oriente, più precisamente nel Kuwait. Qualcuno forse ricorderà che si tratta di quel piccolo Stato confinante con l'Iraq, che lo invase nel 1990 facendo scoppiare la prima Guerra del Golfo. Ad essa parteciparono la gran parte delle nazioni arabe, nonché un buon numero di Paesi occidentali, riuniti in una coalizione a guida statunitense e benedetta dall'ONU. Abitanti del Kuwait? Poco più di un quinto di quelli della nostra Regione. Estensione del Kuwait? Il 70% circa della Lombardia. Per quella piccola entità si è mosso il mondo intero (e a ragione, sia chiaro). Non chiediamo che avvenga altrettanto per noi: ci basta solo poter decidere liberamente di stare con chi vogliamo. E’ veramente incredibile pensare che soggetti di diritto internazionale come Malta, le tre piccole Repubbliche baltiche, o il neonato Kosovo, giusto per fare qualche esempio, godono di un autogoverno enormemente più vasto di quello che, all'interno della Repubblica Italiana, viene riconosciuto alla nostra Regione. E' incredibile non solo per la questione delle dimensioni, che potrebbe anche essere secondaria sotto molti punti di vista (si pensi ad esempio al piccolo Stato di Israele, che è molto più avanzato e progredito rispetto ai giganti che lo circondano); la condizione di microscopica autonomia della nostra Regione è incredibile poiché risulta punitiva nei confronti di un territorio che è un vero e proprio gigante economico a livello mondiale. Lo abbiamo già spiegato nel capitolo precedente, ma sarà utile ribadire il concetto: è assurdo che la Regione Lombardia, con il suo peso demografico e socio-economico, anche sul piano dei flussi migratori che accoglie, goda di spazi di autogoverno enormemente più ridotti di quelli di tantissimi altri Stati, fra cui molti membri della stessa Unione Europea. Senza contare il fatto che, oltre a non poterci ben governare, subiamo persino l'oltraggio di essere soggetti ad uno sfruttamento fiscale che non ha eguali in Europa e, al contempo, subiamo anche la beffa di essere presi in giro per la nostra ambizione di separarci dall'Italia. Se i nemici della secessione sono così convinti che saremmo una "repubblichetta", perchè non accettano di indire un referendum sulla secessione nella Regione Lombardia? Ve lo diciamo noi il perchè: perchè hanno una paura enorme che un giorno, magari non troppo lontano, questa separazione, da noi oggi invocata, si realizzi sul serio, e allora diventerebbero loro gli abitanti di una repubblichetta, quell'Italia che già oggi stenta a reggersi in piedi e che vive grazie al lavoro e alle tasse del Nord e, in particolare, di noi cittadini lombardi. |