ARIVO - america e provincia
Biografia, Curriculum e Elementi da ponderare
 
ARIVO - foto semiufficiale nel parcoFrancesco Cuscino Cuscinochitarra ebbra, cori, incidenti.
Tiziano Apecar Toniutti  - chitarra brilla, mandolino, elettricità e canto.
Ottaviano Otavianu Rosi - basso, cori, espansioni.
Ivano Invano Grimani - batteria, percussioni e shampoo.
 
Arìvo : 1. Lessicale: Esclamazione dialettale (centroItalia) atta a sintetizzare l’intenzione di lasciare un posto per raggiungerne un altro verso cui si viene invitati. 2. Musicale roccarollico: nome della migliore band di Chemical Country italiana e, pronunciato ad alta voce, ottimo espediente per riappropriarsi del proprio tempo, spesso offeso e strappato dai ritmi della vita moderna, in quel lasso che inizia con la parola “Arivo!” all’effettivo approdo nella locazione richiesta.


 Gli ARIVO nascono nell'anno 1994 a Roma, i singoli componenti del gruppo molto tempo prima. Sono dei bei ragazzoni sani e robusti che fanno tante belle cose, ma sopra ogni altra adorano vagare errabondi allietando  le (attualmente non oceaniche) folle con le loro canzoni -  ci teniamo a dire canzoni, “miscela letale di sigle da cartone animato e rock molto fisico, stemperata in ballate avvolgenti che potrebbero vendere più di quelle di Ligabue”, come scrive l’Unità nella sua rubrica dedicata alle autoproduzioni. Troppa grazia: si tratta solo di musica inaccettabile.

In effetti, per quanto riguarda la produzione più elettrica, il suono degli ARIVO è essenzialmente  un incrocio tra Rino Gaetano, i R.E.M., il pop-punk classico, Jannacci e i girotondi dei bambini, di cui la produzione  del gruppo cerca di mantenere lo spirito di canzonatura.
Praticamente il tutto si risolve in una sequenza di ritornelli da memorizzazione immediata - il “Poraccio, Poraccio” di Sottantreno o il “Camminerò” de La Penultima Ruota del Carro - impostato generalmente su stilemi rock USA. I suoni sono assimilabili a Pearl Jam e Smashing Pumpkins con tracce ritmiche dei primi Police, filtrati dall'incapacità tecnica ampiamente collaudata del gruppo. Una mescolanza elettroacustica sferragliata e sferragliante.

L’altra faccia della band è quella che ha portato gli ARIVO alle selezioni semifinali del Premio Città di Recanati 1997 con Tre Lettere e Uncino e Nottenera. Il richiamo più evidente è alle ballate del cantautorato americano.  “Drive along songs”, canzoni d’amore disperso che ci piace pensare come sottofondo per chilometri di autostrada deserta e notturna.
I testi sono “storie quotidiane di evocativa insoddisfazione”, talvolta colorati dallo stesso accento romano che si scorge nel nome del gruppo (ma l'uso del dialetto è stato quasi completamente abbandonato), associati a musiche dall’andamento allegro, all’apparenza cocktail “vendibilissimo a cani&porci come agli elitari più snob”, sempre come dice l’Unità. Ancora troppa grazia, visto che finora nonostante questo inspiegabile successo di critica non siamo riusciti a fare un disco, iniziamo a pensare che all’Unità esagerino col vinello bono.

Ma anche Repubblica evidentemente non scherza: Ernesto Assante sottolinea la definizione di “canzoniere per bambini nevrotici, punto d'incontro tra Gianni Rodari e un accumulatore sovraccarico”, citando comunque il gruppo stesso, oltre ad una raffica inspiegabile di elogi (che comunque è possibile leggere cliccando sul link qui sopra). Pietro D’Ottavio, nella sezione spettacoli del medesimo quotidiano, parla di “straordinaria macchina da musica” mentre Federico Borzelli e Costanza Rodotà su “Musica!” dicono che “i corrosivi Arivo sono sicuramente quelli che osano di più tra le nuove formazioni romane”, in occasione delle selezioni per Enzimi 97.

Ad ogni modo, come scrive del resto Assante, la parte migliore di tutto questo papocchio sugli ARIVO è quella che viene fuori nei concerti. Estremamente fisico, il live-act è totalmente fuori da quello che si immagina pensando ad un concerto di rock “italiano”. Se si vuole sembra qualcosa di molto più simile alle esibizioni del primo Branduardi, in cui i musicisti non stavano fermi un attimo producendo un’onda continua tra suono e impatto cinetico che infatti provocherà l’infarto contemporaneo di tutta la band da qui a poco. Dopodiché qualcuno potrà stampare un live postumo e farci un sacco di soldi.

Nel 97 gli ARIVO hanno suonato, tra l’altro, all’Horus Club e all’Alpheus nell’ambito della rassegna “Una Città per Cantare”, organizzata dal “Trovaroma” per promuovere le “realtà più significative” della scena undergound romana. Sono comparsi spesso su programmi ed emittenti musicali regionali (Magic TV, Europa TV) con interviste e video, e hanno collaborato con la compagnia teatrale “Ruotalibera" fornendo una loro fetida canzone ("Tippettappe", allegra disamina sul postulato inconfutabile che recita “se la vita è un brano inedito, prendiamoci i soldi”) per lo spettacoloi bruttissimi ARIVO con rispettive qualifiche "Pelledoca". Hanno superato le selezioni  per “Rock targato Italia 98” e sono stati invitati ad esibirsi alla finale, a Milano. Nel 1998 hanno aperto, tra l'altro, per gli amatissimi Wolfango e iniziato la scalata mediatica apparendo a mezzo maglietta su RAI 3 in tre minuti netti di partecipazione di Apecar e Cuscino alla trasmissione "Tema". La Compagnia Nuove Indye ha dimostrato interesse nel gruppo e suggerito una produzione major per cui la stessa etichetta si sta muovicchiando.

I bellissimi ARIVO sono tuttora in piedi nonostante la crocifissione sul Golgota del "demenziale" , che i nostri grandi eroi del pop italico sopportano con invero grande sofferenza interiore, e che il provvido ascoltatore dovrà eliminare dalla propria visione della cosa - pena una vita triste. Dal 94 a oggi gli ARIVO hanno suonato in lungo e in largo per il Lazio coi loro "Cyber Caciotta Megatour" “Come Nascere Ricchi – Allegro Concertino” e “Quello che la gente vuole Super Tour Gigante”, e finora inciso 2 demo, "Tanto Ciavemo Droghe Colori Elettricità - un altro millennio che se ne vaNartro Lavoro" e "Cantina Asociale". In particolare “Sottantreno” viene indicata da Alba Solaro e Ernesto Assante come un probabile fortunatissimo singolo. Del 98 è invece il 2-trax "Droghe Colori Elettricità" - che contiene due versioni in presa diretta di "America e Provincia" e "La penultima ruota del carro".
"America e provincia" è entrata immediatamente nella playlist di "Alternitalia", programma di Radio Città Futura dedicato ai piccoli gruppi ignobili, a cura di Michele Luches e Gianluca Polverari. La canzone invita tutto sommato a godersi il proprio sano e inevitabile provincialismo fisiologico almeno un minimo, ma il classico impeto autocommiserativo presente in tutti i rocchettari italiani come in ogni anima progressista tende più facilmente ad interpretarla come un inno di ribellione verso i padroni americani. Questo fa molto comodo alla band che si trova ben accolta anche da ambienti un po' fichettini senza per forza assumere una connotazione politica, evviva evviva.
Le canzoni in arrivo, da “Brucia Roma Brucia” a “In fuga” passando per il sicurissimo new-mega-hit “Breve Elenco di cose da fare”, compariranno sul promo CD che dovrebbe apparire a breve. Sarà possibile scaricare i brani in formato MP3 direttamente da questo sito non appena disponibili.
Attualmente la band attende che un’anima pia e saggia con potere contrattuale intrecci le mani per fare scaletta verso il Paradiso delle rockstar annoiate. E con questo, pare tutto. Anzi no: gli ARIVO sono anche molto molto sexy. Giuro. Si vede perfettamente anche a occhio.
 
Riferimenti musicali più immediati: Rino Gaetano, R.E.M , CCCP, Bruce Springsteen, Righeira, John Hiatt, Uncle Tupelo e in particolare Jay Farrar, Dead Kennedys, MGZ, Montaluna, Elettrojoyce, Enzo Jannacci, Franco Battiato, Ottavo Padiglione, Giovanna Marini, Nuovo canzoniere del Lazio, Son Volt.