Orlando
Dicembre 1999-Gennaio 2000
Il mondo corre sempre più velocemente.
Il 24 dicembre corre anche tanta gente, che si spinge, frettolosa, affaccendata a cercare gli ultimi regali.
Il mondo però corre ancora più spedito, senza sprecare neanche un nano-secondo.
Quanto a me, io adoro perdere tempo! A volte mi sento un po fuori posto, effettivamente. Sarà per questo che mi piaccio un casino? Soprattutto: sarà questo il motivo che mi rende piacevole agli occhi delle donne? Almeno quelle che io reputo interessanti, sintende! Dico quelle vagamente annoiate dallo stereotipo macho vincente, che garantisce a se stesso e alla prole che clona un futuro presumibilmente luminoso, e alla sua compagna giorni, mesi, anni di indolenti umiliazioni. Insomma, gli uomini che non devono chiedere mai!
Io invece chiedo, eccome se chiedo! Mi piacciono troppo le femmine della razza umana per perdermi in atteggiamenti inutili e irritanti, da boss del pollaio. Mi piacciono tutte: alte o basse, magre o grasse hanno sempre qualcosa da darmi, e io cerco di contraccambiare. Ho una missione da compiere e provo a renderla il più gradevole possibile, no?
Beh, ad essere sincero cè un altro motivo che mi rende attraente agli occhi delle donne: sono una bomba sexy! No, mica lo dico per vantarmi figuriamoci. È un incontrovertibile dato di fatto. Possiedo quello che una biologa, che conobbi biblicamente allinizio di questanno, ha definito "organo copulatore prensile": insomma ho un uccello dotato della mobilità di una mano, che mi permette di scandagliare linterno di una vulva alla ricerca del piacere supremo e, perché no, del fantomatico "punto G". Insomma, mi ritrovo in possesso di un affare di dimensioni soddisfacenti, snodato anche al culmine del suo turgore, che provoca una travolgente cascata di orgasmi nella donna, unico essere nelluniverso in grado di apprezzare le gioie dellorgasmo multiplo, avendo la fortuna di poterlo provare.
Comunque, dicevo, anchio, pigramente, devo cercare un regalo per Natale! Per lunica persona alla quale sono uso fare regali: me stesso. Vedo il mio regalo seduto proprio di fianco a me, al bancone del bar dove ho deciso di affogare nei Campari shakerati quello che resta del pomeriggio della vigilia di Natale. Bellissima! Per quello che può contare lopinione di uno cui le donne piacciono tutte, certo Direi un metro e settanta, vagamente sovrappeso, capelli neri, foltissimi, tagliati a spazzola e occhi nerissimi, che essendo, come universalmente noto, lo specchio dellanima, definirei da urlo. Ah, dimenticavo di citare i fianchi larghi da fattrice e il seno quinta misura o giù di lì. Insomma proprio il mio tipo! Tra laltro in ovulazione, il mio fiuto è infallibile.
Mi presento, io e il mio sguardo da Peter Falk:
"Chiedere cosa ci fa tutta sola una bella ragazza come te al bar è tacchinaggio volgare e scontato, vero? Meglio sbattere le ciglia e dirti "mi chiamo Orlando, sei deliziosa, posso offrirti laperitivo?""
"Grazie per il "bella" e per laperitivo, Orlando. Mi chiamo Zeenna. Per quanto riguarda il "sola" devo deluderti, purtroppo. Sto aspettando visite."
"Mi auguro meno piacevoli della mia, stellina, sai, io sono un tipo geloso "
Così dicendo allargo un sorriso a 31 denti e una capsula davvero irresistibile. Zeenna mi avvolge con uno sguardo che manifesta quanto meno simpatia. Meglio che niente. Nel frattempo entrano nel bar tre ragazzoni biondi, alti e grassocci che, con la delicatezza propria di un caterpillar, si piazzano tra me e Zeenna. La mia reazione, al momento, è un semplice sbuffo di insofferenza.
"Zee, vieni fuori, si parla meglio senza zanzare intorno!"
Ad aprire bocca è stato il più alto dei tre, guanti di pelle e codino sbiadito sulla nuca, aura da capo branco. La zanzara sarei io.
Zeenna torce le labbra disgustata:
"Devo finire di bere, prima! Abbiamo quanto tempo vuoi per parlare delle tue cazzate, meglio dentro, tra laltro "
Il capo branco si imporpora:
"Vieni fuori Zee o giuro che ti torco il collo!"
Zeenna mi lancia unocchiata che sa tanto di SOS. Ora tocca a me lanciare il salvagente?
"Ragazzi, mi sembra che sia chiaro che la signorina proprio non ne vuole sapere di seguirvi."
Capobranco mi squadra divertito:
"Ehi, bel nanetto, che ne dici di farti una vagonata di cazzi tuoi?"
E così dicendo, afferra il mio orecchio sinistro tra le nocche inguantate cominciando un dolorosissimo (per me) avvitamento.
Io, allora, alzo di scatto il ginocchio, giusto una spanna, per centrare con estrema decisione i coglioni del coglione, che molla la sua presa auricolare, occhi e bocca spalancati. Il secchiello del ghiaccio, appena posato sul bancone dal barista, mi serve per rompere il setto nasale agli altri due compagnucci, che intanto stavano cercando di soccorrere Capobranco. Afferro Zenna per un polso e dico:
"Sgommiamo, tesoro, ho paura che i tuoi amici se la siano presa "
Usciamo di corsa dal bar, e saltiamo sulla vecchia Due Cavalli che mi ritrovo come mezzo di locomozione. Faccio stridere le gomme uscendo dal parcheggio, sa tanto di "Sulle strade della California" e io ho una segreta venerazione per Micheal Douglas.
Zeenna rompe il silenzio:
"Orlando, mi hai levato da un bel guaio suppongo che adesso dovrei spiegarti "
"Non farlo, stellina, mi leveresti la soddisfazione di immaginarti una perseguitata politica con sicari alle costole. Potresti farmi scoprire una storia meno avvincente, tipo di usura o di gelosia "
"Uhm direi che hai azzeccato solo al terzo colpo, Orlando."
Siamo arrivati in periferia. Parcheggio e mi accendo una sigaretta.
"Vuoi fumare stellina? Scusa, non mi viene da chiamarti per nome dopo che quellidiota ne ha abusato come ti chiamava? Zee?"
"Zee!" lurlo ci riporta a terra.
Lidiota, con il resto del branco, ci ha beccato!
I tre energumeni, scesi da un Pajero fiammante, si avvicinano minacciosi alla Due Cavalli. Il capo ha una spranga di ferro, gli altri fanno scintillare dei coltelli. Una sprangata piomba sul cofano della mia macchina.
"Fuori! Fuori! Venite fuori!" la dialettica non deve essere il forte del ripetitivo capo branco.
Zeenna deve avere una paura notevole, visto che, tremando, mi abbraccia. Credo che stia anche piangendo! Questo fa infuriare ancora di più Capobranco. Seconda sprangata, questa volta a frantumare il parabrezza. Quando è troppo è troppo! Prima che Capobranco possa tuffarsi dentro labitacolo per fare di noi cibo per vermi, estraggo dal cruscotto lultima ratio regis, il mio cannone personale, una 45 a canna corta. Anticipo le intenzioni delle manacce di Capobranco, che cercano di afferrare Zeenna e me allinterno dellabitacolo, personalizzandone la sinistra con una bella stimmate da revolver. Capobranco ulula fortissimo contorcendosi a terra con la mano maciullata. I due scagnozzi sono indecisi se darsela a gambe o provare a farci fuori. Indecisione che costa cara alle loro ginocchia, che frantumo con altri quattro colpi. Dite che è davvero crudele gambizzare così quei due angioletti e che Capobranco meritava di peggio? Ok! Lultimo colpo del revolver lo pianto sul fondo della sua spina dorsale, due dita sopra il coccige: vedrete che la sedia a rotelle non gliela risparmia nessuno!
La Due Cavalli, senza parabrezza, a Dicembre, è la cosa più fredda che si possa immaginare: capisco perché Babbo Natale sia così incazzato, viene dalla Lapponia, in pieno inverno, con solo il culo delle renne come impianto di riscaldamento.
"Andiamo a casa mia, stellina, che qui si comincia a ghiacciare?"
Ebbene sì, ero troppo attratto da quella donna per lasciare che il piccolo inconveniente occorsoci pocanzi mi impedisse di stropicciarle labitino nero. Ma slacciarlo completamente con quella temperatura, e con labitacolo pieno di schegge, non è molto salutare.
"Si, Orlando, andiamo a casa tua"
Ci tiene compagnia John Lennon, buonanima, che dallautoradio canta, neanche a dirlo, White Christmas.
Arriviamo sotto casa che già le mani di Zeenna mi hanno sbottonato i pantaloni. Nellascensore le nostre bocche giocano a mangiarsi, e io ho tutto il tempo per esplorare coscienziosamente sotto la gonna della bellissima (abito al nono piano). Entrati in casa dobbiamo solo appoggiare i nostri vestiti su una sedia e tuffarci nel letto.
Comincio a baciarle delicatamente linterno delle cosce, trattenendo a stento la foga che mi indurrebbe ad accelerare i tempi. Poi salgo con la bocca verso linguine, e il viso mi si riempie di umori. Sento lei che inarca il bacino a pretendere un trattamento adeguato per la pelvi, che ora vedo svettare, orgogliosamente, al di sopra di tutto. Effettivamente mi incanto ad osservare, a adorare, quel cespuglietto nero che fino ad un attimo fa sembrava timido ed ora chiede ansiosamente di essere posto al centro delle mie attenzioni. Sposto le mia bocca, ormai fradicia per il torrentello di piacere che sgorga dalle cosce di Zeenna, dallinguine alla clitoride, turgida ed eretta come la cosa che mi ritrovo fra le gambe: in scala, sintende. Dopo avere passato alcuni dolcissimi istanti a succhiare la clito, sposto il viso, lentamente, verso il ventre di Zeenna, le mordo un po i fianchi, e infine salgo a baciarle i capezzoli. La sento strillare. Ci sono tre tipi fondamentali di orgasmo: quello negativo ("no no noooooooo"), quello positivo ("oh, sì, sì, sì ") e quello mistico (diodiodiodio ).
Zeenna invece godeva insultandosi, direi un sottotipo del"negativo".
"Ti voglio dentro, Orlando, ti voglio dentro a questa figa puttana "
Pazienza che adesso viene il meglio, amore mio. Salgo con esasperante lentezza a baciare il collo, le orecchie, le guance, la bocca. Contemporaneamente con le gambe mi faccio strada tra le cosce di Zeenna.
Con una mano le massaggio le tette e con laltra comincio a preparare la strada che dovrà affrontare il mio uccello, giocando un po a rimpiattino con quello che sembra ormai diventato il pozzo dei desideri (non il pozzo di S. Patrizio, diamine! Rispetto per la mia donna!).
Finché quellantro oscuro e delizioso non ingoia tutto il mio sesso.
Facciamo lamore una volta, poi unaltra, e poi ancora e ancora. A un certo punto Zeenna mi chiede:
"Amore, vuoi venire tu adesso?" e mi da un preservativo.
"Odio mettermi quei cosi, tesoro "
"E io odio le gravidanza indesiderate, per tacere di malattie mortali dalle quali non voglio crederti infetto."
"Ok, stellina, rispetto, soprattutto!"
Sorridendo mi infilo il coso.
Eccitato come sono non ci metto molto a venire e, a dispetto delle precauzioni anti-gravidanza, i miei spermatozoi-trivella non si lasciano spaventare da quel simulacro di imene in lattice.
Ci sdraiamo sulla schiena, con una sigaretta in una mano e le dita del partner nellaltra. Adoro le sigarette post-coito, e anche le coccole!
"Orlando, mi piacerebbe che tu fossi lultimo uomo della mia vita, ma non posso promettertelo "
"Stellina, io invece posso prometterti che, comunque vada, non sarà facile pensare a qualcosa che non sia tu."
Non sto mentendo. Per me tutte le donne sono ununica, immensa divinità da adorare. E mi ricordo di tutte quante loro, che fanno parte di questo essere superiore. Tutte me le ricordo! Tutte e cinquecento le donne che ho avuto questanno, per esempio. Figuriamoci se mi scordo proprio della cinquecentesima, quella della vigilia di Natale poi!
A un certo punto Zeenna si addormenta. Bene, posso concludere la mia missione anche per stasera. Le applico un cerotto anestetizzante sulla fronte, così non si accorge di niente. Poi recupero il revolver e comincio il lavoro. Allargo le cosce di Zeenna e, con un divaricatore, mi faccio strada dentro di lei. Le infilo la canna del revolver nella vagina.
Il mio dito è davvero impaziente di premere il grilletto.
La mia vocetta interiore mi avverte: "Ehi, Orlando, ma se non aggiorni la configurazione della pistola fai un bel casino!"
Cazzo! È vero! Devo prima girare il selettore del "ferro" per trasformarlo da revolver a "prelevatore". Posso allora azionare il grilletto, recuperando dallutero la scaglia di endometrio alla quale è attaccato lovulo fecondato. Visto che non sbagliavo a dire che era in ovulazione? Nessun danno per Zeenna, tranquilli! È il mio amore, lei!
Bene, possiamo ora mettere al sicuro il mio cinquecentesimo figlio di questanno! Oh, non sbaglio un colpo. Lho detto che ho una missione da compiere, vero? E cerco di farmela piacere, sta cazzo di missione. I capoccia del mio pianeta si sono messi in testa di conquistare la Terra, non ho capito bene per quale motivo, ma io non sono qui per sindacare le loro decisioni.
Mi hanno detto: "Orlando, vai a sterminare la vita su quel pianeta che ci interessa, così poi arriviamo noi e ce lo prendiamo. Abbiamo proprio bisogno di un bel posticino dove farci beatamente i cazzi nostri quando siamo in vacanza. Ma sai, sembra che gli abitanti della Terra siano piuttosto inospitali, allora tu vai lì e li stendi tutti!"
Insomma avrei dovuto ammazzare un sacco di gente a quanto siete arrivati? Sei miliardi? Sì, sei miliardi di persone, uno più, uno meno. Allora ho pensato: e se popolassi il pianeta coi miei figli? Tra laltro crescono in fretta e si riproducono come conigli, non dovrei metterci molto e, a ben pensarci, è più piacevole, no? Ingravido un migliaio di donne, direi che si può fare nel paio danni che mi hanno dato per prendere il pianeta, e mi cresco i pargoli, che una volta ottenuto il controllo del pianeta penseranno a rendere gli abitanti ospitali quanto basta! Vai, Orlando, questa missione si presenta davvero simpatica!
Zeenna intanto si è svegliata. Con voce impastata, vedendo che mi sto preparando ad uscire, mi chiede:
"Vai via, amore?"
"Sì, stellina, il tuo angelo personale deve portare il nostro bimbo al sicuro."
Uhm, un effetto piacevole del cerotto anestetizzante è che poi la tipa, al risveglio, ha piena coscienza della mia natura, missione compresa. E quindi anche del fatto che lei ha contribuito ad evitare un bel genocidio, no?
Per uscire di scena in modo teatrale, che ben si adatti al gran personaggio che sono, ho bisogno delle ali, delle quali, per fortuna, in quanto "ali-eni" siamo dotati. Perciò bacio teneramente Zeenna su una guancia, mentre allargo due immense ali bianche che mi si materializzano tra le scapole. Non lo facevo da un sacco di tempo! Visto che sono ancora capace? Così, vestito solo delle mie piume aliene, mi avvicino alla finestra, soffio un altro bacio verso quella donna meravigliosa e mi tuffo nella notte.
Di Natale.
Molto più inebriante che saltare dal trampolino!
Buon Natale, amore mio!