DELIRIO

 

Lucida folle demenza

corre su fili sottilissimi

di elettrizzante euforia

e parlo, gioco, rido, spicco

salti su abissi di niente

plana la mente su gole deserte.

Delirio. Ballo fra auto in corsa

e mi sento addosso

i fanali

luridi occhi senza volto.

Caro, carissimo amore

mi incendio al tuo ricordo

non è lontano

ma sospeso fra ali di sogno

leggero quasi velato

soffiato sulle mie labbra tese.

È la tua partenza che genera tarli

delirio d'insonnia, d'angosciosa

attesa incagliata ai miei versi

furore di gioia che scoppia improvvisa

senza pudore

dalle rughe della mia faccia;

e parlo, gioco, volo, rido e

amo te.

 

PAUSE, Lorenzo Mazzetti di Pietralata, Ed.Pagine 1998

 

This poem was sent to Geocities on 12th February 1999 at 13:31 (GMT)