Tutto splende,
nella consapevolezza
che i limiti sono abbattuti,
che l’odore dolceamaro dell’oltre
permea la cortina che lo separa dal di qua.
E la soave brezza mi esalta,
mi riempie di un’estasi immensa,
e il mio membro
si erige,
assumendo dimensioni che mai
avrei creduto possibili.
L’eccitazione fa rizzare tutti i peli del mio corpo,
tutto il mio essere
è teso verso il confine che separa
questa vita
dalla non-vita.
Scorgo la luce in fondo al tunnel,
quella luminosità
accecante e
invitante
allo stesso tempo:
la luce della non-esistenza.
E così, mentre il sangue
scorre rumoroso nelle mie orecchie,
supero quel confine tanto agognato
con un solo,
splendido balzo.
E la tanto amata morte
mi viene incontro.
La morte.
LA MORTE.
L’AMORTE.
L’AMORE.
Sì, morte e amore
non sono molto diversi:
amare è un po’
morire
e morire è un po’
amare.
Un lampo, poi il buio,
e niente più.
Scritto
in un momento di felicità… davvero.
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