L’Orologio

    Il guardiano della torre era caduto dalla torre già da un pezzo quando le vecchie stelle, stanche di osservare la nuova scomposta disposizione delle sue ossa inzuppate di sangue che si raffreddavano, si ritirarono a vita privata, lasciando campo libero all’orrore del sole.
    E il guardiano dell’orologio giaceva ai piedi della torre.
    A Baghdad le nuvole piansero sui buchi delle bombe.
    E il guardiano capiva di non riuscire più a pensare.
    Gli piaceva.
    A Londra la nebbia urlava con il suo alito greve e muschioso la solitudine, abbaiando invisibile o generando suoni ed ombre inesatte.
    Per il resto la Natura non si interessò molto: l’Orologio ed il suo guardiano erano artifici immessi nel Sistema. Erano estranei e la Natura è sempre stata molto conservatrice. Comunque il guardiano dell’orologio
    (per gli Dei un uomo)
    contava molte amicizie
    (per gli uomini un Dio)
    nei vari livelli di esistenza e non furono solo le nuvole e la pioggia a piangerlo.
    “CIÒ CHE È MORTO VA DIMENTICATO”
    splendeva la voce della quarta regola che chissà chi aveva istituito, forse per scherzo, ere prima che l’avvento di Padre Morte lo cogliesse.
    L’Orologio necessitava di continuare a funzionare  ed il guardiano di continuare ad esistere, ma solo la prima richiesta venne accontentata e chissà quale crudele scherzo oscuro lasciò marcire la carne attorno allo scheletro del guardiano destinato ad imbiancarsi come tutti gli innumerevoli altri che lo avevano preceduto e che ora lo circondavano ai piedi della torre e che in realtà avevano ormai raggiunto circa l’altezza di metà di essa, grande base bianca come spuma di mare che si infranga contro l’immensa colonna del Tempo ed ecco:
    la lotta di tutta l’Umanità (sempre perduta) dalle sue origini sino al presente è tutta in questa immagine. E quando la torre fosse stata sepolta?
    E quando lo splendido semplice quadrante dell’Orologio non fosse stato più visibile?
    L’ultimo guardiano si ucciderà sulla lancia delle ore 12.00 rinnovando una paura di sempre e la Notte, sorella minore nella famiglia di Padre Morte, si scioglierà nel dolore e piangerà frammenti dell’esplosione del mondo
    (ancora)
    impazzito e poi Natura riinizierà daccapo figliando Terra e sposandola a Morte mentre la torre dell’Orologio
    (eterna)
    (immutabile)
    attenderà l’avvento di una nuova razza egemone convinta di essere padrona di ciò che la circonda per scegliere il nuovo guardiano ed iniziare il nuovo ciclo che poi è solo una parte di una partita a scacchi fra Dio e Dio
    (che bara perché vincerà sempre Lui)
    soltanto sognata dal dormiente che ci genera e distrugge tutti.
    Ma non l’Orologio con la sua torre.
    Non l’Orologio.
 
 
 
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