Mi trovo in una cabina di diversi metri di diametro.
Più o meno sferoidale come tutta la capsula in cui sono chiuso,
sigillato ermeticamente. Gli strumenti sono stati ridotti al minimo indispensabile,
e per rendere più confortevole lo spazio vuoto ho deciso di arredarlo
a modo mio. Ho messo diversi oggetti inutili ma che per me hanno un immenso
valore affettivo.
In questo momento sto registrando quello che dico.
So che alle persone che mi sentono dall'altra parte, se davvero mi sentono,
quello che dico non interessa per niente, ma spero che un giorno a qualcuno
venga la curiosità di ascoltare quello che ho detto in questi momenti.
Ho fatto la parte della cavia umana in un esperimento.
Sono stato chiuso in un "proiettile" e sono stato sparato ad una velocità
incredibile in un punto anonimo dello spazio. L'esperimento serve a dimostrare
che facendo raggiungere ad un oggetto una velocità altissima questo
può superare la barriera del tempo.
Quello che vedo dagli oblò presenti nel mio
abitacolo è una specie di caleidoscopio di colori che vanno dal
bianco perlaceo al grigio al violetto. Come vedere un paesaggio di corsa
da un treno ma da dentro il cestello di una lavatrice accesa. Io non posso
controllare il viaggio. Sono quelli dall'altra parte che mi guidano, che
monitorizzano i miei progressi.
La cosa più importante in questa piccola
"nave" è la foto che ho davanti a me. la foto di una piccola donna
con i capelli rossi. L'unica donna che posso dire di aver mai amato veramente.
Ma adesso non qui, non più qui. Per questo mi sono convinto a prestarmi
a questo esperimento. Non so se ci sarà mai un ritorno. loro si
sono sempre tenuti sul vago.
Mentre parlo sto attraversando il fiume vorticoso
del tempo. ora se non ho sbagliato i miei calcoli dovrei essere arrivato
al momento in cui ci conoscemmo. Al momento in cui si accese in me la scintilla
che mi fece capire che quella sarebbe stata la donna della mia vita. La
ragione della mia esistenza. Ed era davvero così. Un momento troppo
breve ma troppo importante.
Il mio viaggio a ritroso continua, ora sto attraversando
tutte le storie sbagliate, le mie e le sue, tutte quelle storie che lasciano
ferite che il tempo non potrà mai guarire. Tra un po’ sarò
arrivato al momento della sua nascita. Un grande giorno...
Sento che qualcosa sta andando male... qui la stanza
si fa sempre più fredda. Diventa difficoltoso respirare. Mi sto
aiutando con i respiratori in dotazione. La temperatura è scesa
parecchio negli ultimi due minuti...
Io non posso più parlare né scrivere,
quindi passo al contatto neurale. D'ora in poi i miei pensieri saranno
tradotti in una sequenza di zeri e di uno e poi ritradotti dal terminal
dall'altra parte. Credo che loro sappiano quello che mi sta accadendo...
sto cercando di disperdere il calore corporeo il meno possibile. Mi sono
raggomitolato in posizione fetale...
Ho sempre davanti ai miei occhi la sua foto. Il
gelo è quasi insopportabile. Credo che tra un po’ arriverò
al punto di inizio dell'universo, ma in quel momento io non ci sarò
già più. Non credo di resistere ancora per molto. Ho sonno
ma so che se mi addormento passerò tranquillamente dal sonno alla
morte.
Dicevo tra un po’ arriverò al punto d’inizio
di tutto. Forse mi trasformerò in luce, o in energia. Spero almeno
che sia calda, più calda di qui. Comunque in qualsiasi forma mi
trovi io la cercherò di nuovo. So che anche lei sarà lì
e appena l'avrò trovata vivremo insieme... per tutta la durata dell'universo...
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