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Carissimo Michele,
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dopo un po' di tempo, ti scrivo due righe.
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Spero tu stia bene, anche se, credo, sarai
indaffarato per il tuo ritorno in Nicaragua,
oltre che per il Natale.
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Le frasi, che hai scritto l'ultima volta, mi
hanno lasciata un po' sorpresa e nello stesso
tempo dispiaciuta, perchè sembrava la
lettera di un disperato che si sente solo al
mondo, sarà stato forse un attimo di
smarrimento. Quel giorno, provai anche a
telefonarti, ma era un'ora fuori dalle solite,
quindi non mi rispose nessuno; poi, pensai
che forse era uno scherzo da prete e non ci
ho più pensato, perchè so che tu non puoi
credere che noi non pensiamo a te: il sangue
non è acqua anche se i nostri genitori non ci
sono più.
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Le cose, qui, sono sempre le solite, siamo
alle porte del Santo Natale e devo andare
anche dai fratelli.
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Ora ti saluto, credo che ci risentiremo, prima
di Natale.
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Tanti cari saluti da tutti e un abbraccio,
tua sorella 11
MARIA.
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Mi sembra sempre che devo andare dalle
suore come prima e, la domenica mattina,
mi sembra strano non andarci, come facevo
prima; però non riesco ad andare a trovare
quelle vecchiette e le suore, perchè mi fa
effetto varcare quel portone.