I personaggi di Willy ir Peyote

Willy ir Peyote

Willy ir Peyote Willy ir Peyote è un fungo nella rappresentazione più classica, con la faccia sul fusto e due immancabili baffoni in stile Messicano; deve il suo nome ad un simpatico omaggio a Wile E. Coyote (per chi sa chi è). Da bravo fungo se ne sta solitamente fermo, anche se ogni tanto si muove balzellando (nello stile dell'alieno fungiforme Chobin, per chi se lo ricorda) se si deve procurare qualcosa. È dipendente da quasi ogni tipo di droga, "pesante" o "leggera" che sia. Insoddisfatto della propria vita e della propria condizione, è cinico e a volte cattivo verso gli altri; la battuta o l'ironia del fumetto nascono proprio dal suo cinismo e dalla sua cattiveria.

La voce fuori campo

La voce fuori campo Pur non avendo altra rappresentazione se non il "baloon", la "voce fuori campo" è un vero e proprio personaggio. Del tutto ignara della condizione di Willy ir Peyote, e del tutto all'oscuro di droghe e strumenti per drogarsi, intavola discorsi con lui in maniera del tutto ingenua, fornendogli l'imbeccata per le sue risposte ciniche. È la spalla principale di Willy, in mancanza di "guest star".

I Cactus

I Cactus I Cactus sono due, solitamente parlano con una o due parole al massimo ma fuori dai "baloon", e sempre tra loro; il più delle volte sono solo spettatori o semplici comparse sullo sfondo. Indubbiamente sono maschio e femmina. I due conoscono il mondo della droga, nel senso che ne sanno le conseguenze, e per questo motivo non partecipano ai "riti" di Willy; sono però tolleranti verso di lui, e si lasciano occasionalmente trascinare dagli effetti, ad esempio ballandoci insieme se ha assunto degli eccitanti. Raffigurano una sorta di commento alle situazioni; forse rappresentano il pensiero dello stesso autore?

L'Angelo Custode e il Diavolo Tentatore

Angelo Custode e Diavolo Tentatore Finora sono apparsi solo nella tavola dell'ottobre 1998, ma il loro ruolo fa sperare in una futura riapparizione. Anche loro sono raffigurati nel modo classico: due Peyotini volanti, con ali bianche, cetra in mano e aureola l'Angelo, con forca, corna e coda il Diavolo. Nella tavola che li vede protagonisti, i due gareggiano nel convincere Willy a compiere o a non compiere una determinata azione… solo che il sorprendente doppio finale lascia nel dubbio: i due personaggi esistono realmente o sono anche loro una delle tante allucinazioni di Willy?

Le guest star

Fino ad oggi le tavole di Willy ir Peyote hanno avuto tre "guest star". Ognuno è apparso in una tavola a sé, e tutti e tre hanno partecipato alla tavola di Natale del dicembre 1998.

Il Piqué

Il Piqué La mascotte dei Mondiali di Calcio del Messico 86, apparso nella tavola del giugno 1998, rappresenta tutti quei personaggi "usa e getta" del mondo dello spettacolo, che dopo un'esagerata pubblicità allo scopo di sfruttarne fino in fondo l'immagine, sono dimenticati non solo dal pubblico ma anche da chi li ha lanciati; anche il Piqué, come molti di loro, ha cominciato a drogarsi. L'incontro tra lui e Willy diventa così una lotta all'ultimo cinismo.

L'extraterrestre

L'extraterrestre Una via di mezzo tra E.T. e l'alieno dei filmati di Roswell, si ritrova con l'astronave in panne, a causa di un incidente con la MIR, proprio dalle parti di Willy ir Peyote. La tavola, apparsa nel luglio 1998 (l'unica finora a quattro strisce), si presta a diverse battute sullo stile "tu hai visto troppi film". L'extraterrestre è ovviamente infuriato, e si dimostra profondo conoscitore del mal andazzo terrestre; alla fine accetta l'offerta di fumo da parte di Willy, e s'accontenta per il momento di "vedere le stelle"...

Alessandro del Piero

Alessandro del Piero Sulla scia delle polemiche sul doping nel calcio, anche il calciatore della Juventus, accusato dell'assunzione di sostanze dopanti, è apparso nella tavola del novembre 1998. Del Piero si confessa vittima del sistema calcio, che vuole spettacolo due volte la settimana; ma se ti "aiuti" per dare lo spettacolo richiesto, sono subito pronti a darti del drogato. Niente di meglio per Willy, drogato sul serio e pure poveraccio, per sfogare tutta la sua cattiveria nella chiusura.

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