Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                                              Gli artisti
CARLO BATTAGLIA

Galleria Trimarchi arte,
Bologna 1989

Presentazione della mostra, in catalogo

Carlo Battaglia

 

Un mare trasparente a perdita d'occhio fino ad un orizzonte alto e frastagliato, vibrazioni lievi di onde senza schiuma, talvolta isole senza nome: questi sono gli "alibi" della pittura di Carlo Battaglia, fantasmi di un reale rivelato e poi perduto in una lontana epoca cristallina, divenuto oggi immagine senza tempo, distillata nel limpidissimo dispiegarsi di un'arte prosciugata da ogni affanno, da ogni passata inquietudine.
La storia di queste immagini è lunga - è una storia che inizia su un'isola della Sardegna, La Maddalena, dove Battaglia è nato - e arriva fin qui, a questa prima esposizione bolognese alla galleria Trimarchi dopo un'evoluzione maturata nei luoghi più importanti per l'arte di questi ultimi anni: a Roma, Parigi, Milano, Dusseldorf, New York, Copenhagen…
Molti critici hanno scritto per Carlo Battaglia saggi densi di filosofia, analisi dettagliate alle quali rimandiamo per una più approfondita esegesi su questo artista, il quale al di là di ogni puntigliosa lettura sfugge, come tutti i veri artisti, ad una esaustiva spiegazione.
Per noi, pur nella consapevolezza della concettualità dell'operazione culturale di Carlo Battaglia, piace fruire la dimensione abissale, romantica, straniante che egli ci offre.
Sappiamo che quel mare è soltanto una metafora, che quelle onde non ci porteranno in nessun luogo se non dentro la nostra stessa fantasia, verso quelle isole che di certo non toccheremo mai. Sappiamo che rischiamo di perderci dentro una astrazione, dentro un gioco illusorio di forme e colori, come attirati da un canto di sirena, da una nostalgia alla quale vorremmo soccombere.
Carlo Battaglia ci parla di avventure mitiche e noi, moderni esploratori di piccole quotidianità, affabuliamo le nostre logiche tra linee, superfici e ritmi che vorremmo avessero la forza di erompere e invadere lo spazio col loro silenzio e la loro bellezza.
I commenti più belli per queste opere sono i brani dei poeti amati da Carlo Battaglia e più volte citati nei suoi cataloghi: Omero, Dante, Pascoli, Dino Campana.
Ma questa volta cerchiamo altrove il suono che accompagni la visione di queste immagini; vorremmo una musica antica, o un soffio di vento che ci facesse credere che stiamo navigando.
Ma ci basterà il fruscio lieve delle pagine della memoria per incominciare un viaggio.

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