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CARLO
BATTAGLIA
Galleria Trimarchi arte,
Bologna 1989
Presentazione della mostra, in catalogo |
Carlo
Battaglia
Un
mare trasparente a perdita d'occhio fino ad un orizzonte alto e frastagliato,
vibrazioni lievi di onde senza schiuma, talvolta isole senza nome: questi
sono gli "alibi" della pittura di Carlo Battaglia, fantasmi di un reale
rivelato e poi perduto in una lontana epoca cristallina, divenuto oggi
immagine senza tempo, distillata nel limpidissimo dispiegarsi di un'arte
prosciugata da ogni affanno, da ogni passata inquietudine.
La storia di queste immagini
è lunga - è una storia che inizia su un'isola della Sardegna,
La Maddalena, dove Battaglia è nato - e arriva fin qui, a questa
prima esposizione bolognese alla galleria Trimarchi dopo un'evoluzione
maturata nei luoghi più importanti per l'arte di questi ultimi anni:
a Roma, Parigi, Milano, Dusseldorf, New York, Copenhagen…
Molti critici hanno scritto
per Carlo Battaglia saggi densi di filosofia, analisi dettagliate alle
quali rimandiamo per una più approfondita esegesi su questo artista,
il quale al di là di ogni puntigliosa lettura sfugge, come tutti
i veri artisti, ad una esaustiva spiegazione.
Per noi, pur nella consapevolezza
della concettualità dell'operazione culturale di Carlo Battaglia,
piace fruire la dimensione abissale, romantica, straniante che egli ci
offre.
Sappiamo che quel mare è
soltanto una metafora, che quelle onde non ci porteranno in nessun luogo
se non dentro la nostra stessa fantasia, verso quelle isole che di certo
non toccheremo mai. Sappiamo che rischiamo di perderci dentro una astrazione,
dentro un gioco illusorio di forme e colori, come attirati da un canto
di sirena, da una nostalgia alla quale vorremmo soccombere.
Carlo Battaglia ci parla
di avventure mitiche e noi, moderni esploratori di piccole quotidianità,
affabuliamo le nostre logiche tra linee, superfici e ritmi che vorremmo
avessero la forza di erompere e invadere lo spazio col loro silenzio e
la loro bellezza.
I commenti più belli
per queste opere sono i brani dei poeti amati da Carlo Battaglia e più
volte citati nei suoi cataloghi: Omero, Dante, Pascoli, Dino Campana.
Ma questa volta cerchiamo
altrove il suono che accompagni la visione di queste immagini; vorremmo
una musica antica, o un soffio di vento che ci facesse credere che stiamo
navigando.
Ma ci basterà il
fruscio lieve delle pagine della memoria per incominciare un viaggio. |