Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                                            Gli artisti
CONCETTO POZZATI

Galleria De' Foscherari, Bologna, 1993

"Il Resto del Carlino"
14.4.1993
 

Belli, quasi presi dal vero

Sessanta inchiostri di Concetto Pozzati, un modo di fare arte innovativo e sottilmente concettuale

In quale modo un artista come Concetto Pozzati, impegnato, aggiornatissimo, che vuole fare arte in senso innovativo e sempre sottilmente concettuale, un artista che sa cosa significa cercare seppur minimi superamenti delle posizioni già raggiunte, in quale modo affronta e si pone davanti ai temi logori e stanchi dei fiori, della nuatura morta di oggetti, del paesaggio? Naturalmente considerandoli come una prova di carattere, come un esercizio, quasi funambolico, una tentazione irresistibile, perigliosa. Ecco, Pozzati ce lo dimostra ormai da alcuni anni, e ci dà un esempio di come ci si possa accostare ai generi classici della pittura investendoli id un estro vivificante e di una inventiva lucida e perfettamente contemporanea.
Una verifica di questa capacità di ribaltare in nuove, obsolete e perciò rischiose tematiche, si avrà considerando le opere su carta, per l'esattezza sessanta inchiostri, attualmente esposti alla Galleria De' Foscherari e presentati col titolo "Impossibili paesaggi quasi dal vero".
Impossibili, una parola che dà subito l'esatta misura del rischio: per l'artista contemporaneo infatti la natura, intesa come paesaggio, è negata a priori, indiscutibilmente. Perchè paesaggio sarebbe pittura all'aperto, sul motivo, sarebbe rapporto con un visibile naturale non filtrato, non mediale, tutte cose che l'artista impegnato di oggi abiura, sente sorpassate da un'attualità fatta soprattutto di immagini fittizie, di messaggi mass-mediali, di illusioni elettroniche.
Dunque, il paesaggio, emblema di un'altra epoca, è oggi in questo senso impossibile, inconoscibile, perduto.
Allora, come riappropriarsi di questo tema, restando ben saldi nelle posizioni dei nostri Anni Novanta? Dove cercare i nuovi paesaggi se le finestre sull'esterno (rinascimentali) così come quelle sull'interno (surreali), sono ermeticamente ormai chiuse?
Si tratta di determinare una diversa dimensione, che avrà caratteristiche di artificiosità, di frammento, di astrattezza, di virtusistica indeterminatezza, e forse, di ipotetica progettualità verso un "oltre natura".
Quasi dal vero, dunque, ma non dal vero. Quasi, ed è ancora misura della lontananza, che si rivela nella profusione di segni in punta di penna e di pennello, sgorganti quasi per induzione atavica della mano che da sola segue antiche mappe, rammemora colline, campi arati, frecce e segnali, alberini...

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