Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte" Gli artisti
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FRANCO
ANGELI
Severiarte, Bologna, 1990 "Il Resto del Carlino"
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Nel
segno della Pop Art
L' America di Franco Angeli
è vestita ancora di Pop art. Un'unica immagine, l'ossessione di
una reiterazione infinita, le varianti cromatiche accese e tanti "half
dollars" in colori a smalto fanno quest'America essenziale ed aggressiva,
unica protagonista della mostra allestita da "Severiarte".Il primo "mezzo
dollaro" di Franco Angeli si perde nella storia degli Anni Sessanta, negli
anni lontani della cosiddetta scuola di Piazza del Popolo, a Roma, quando
con Mario Schifano, con Tano Festa, con Giosetta Fioroni e gli altri egli
andava delineando una nuova ricerca sull'immaginario oggettuale contemporaneo.
Gli inglesi e gli americani stavano percorrendo strade analoghe, ma la
pop art italiana nacque, comunque autonoma, da una ricerca strutturale
rigorosa alla quale lo stesso Angeli partecipò, all'esordio del
'60. Nel novembre dell'88 la parabola di Franco Angeli si concluse prematuramente
(era nato a Roma nel '35), dopo aver attraversato anni difficili, per un
rapporto sempre problematico col pubblico e con la critica, dai quali fu
perennemente deluso, e soffrendo in un suo estroso, ma insoddisfatto isolamento.
La pop di Franco Angeli, anche in questa monotematica esposizione bolognese,
mostra caratteri strutturali precisi, ai quali l'artista restò coerente
negli anni, per spaziando tra i diversi riferimenti oggettuali che gli
furono congeniali e che delinearono il suo orizzonte iconografico. Insieme
all'aquila americana desunta dalle banconote e riproposta come un marchio
carico di tensioni e di minacce, c'erano i simboli politici (la svastica,
la falce e il martello), gli emblemi ispirati alla storia ed alle memorie
romane (l'obelisco, la piramide), gli aerei stilizzati come nell'immaginario
infantile in cui si affacciano le paure travestite da finzione ludica.
Ci si può avvicinare così alla sfera complessa dei significati,
sempre controversi nelle esperienze della pop art, e comunque non univoci
tra un artista e l'altro. Se dovessimo tentare di cogliere un senso complessivo
dell'espressione artistica di Franco Angeli, non potremmo tralasciare la
sua continua ricerca ritmica, in cui ogni simbolo subisce una metamorfosi
astratta, suscettibile di varianti estrose e non serializzate. Angeli non
è stato il Warhol italiano; i suoi "half dollars" non stanno sullo
stesso piano delle Marilyn, perchè Angeli non tenta mai la simulazione
di un meccanismo asettico di produzione. Le sue immagini mantengono aperto
il dialogo con l'interiorità, si fanno specchio delle nevrosi quotidiane.
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