Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                               Gli artisti
FRANCO ANGELI

Severiarte, Bologna, 1990

"Il Resto del Carlino"
24.3.1990

 

Nel segno della Pop Art

L' America di Franco Angeli è vestita ancora di Pop art. Un'unica immagine, l'ossessione di una reiterazione infinita, le varianti cromatiche accese e tanti "half dollars" in colori a smalto fanno quest'America essenziale ed aggressiva, unica protagonista della mostra allestita da "Severiarte".Il primo "mezzo dollaro" di Franco Angeli si perde nella storia degli Anni Sessanta, negli anni lontani della cosiddetta scuola di Piazza del Popolo, a Roma, quando con Mario Schifano, con Tano Festa, con Giosetta Fioroni e gli altri egli andava delineando una nuova ricerca sull'immaginario oggettuale contemporaneo. Gli inglesi e gli americani stavano percorrendo strade analoghe, ma la pop art italiana nacque, comunque autonoma, da una ricerca strutturale rigorosa alla quale lo stesso Angeli partecipò, all'esordio del '60. Nel novembre dell'88 la parabola di Franco Angeli si concluse prematuramente (era nato a Roma nel '35), dopo aver attraversato anni difficili, per un rapporto sempre problematico col pubblico e con la critica, dai quali fu perennemente deluso, e soffrendo in un suo estroso, ma insoddisfatto isolamento. La pop di Franco Angeli, anche in questa monotematica esposizione bolognese, mostra caratteri strutturali precisi, ai quali l'artista restò coerente negli anni, per spaziando tra i diversi riferimenti oggettuali che gli furono congeniali e che delinearono il suo orizzonte iconografico. Insieme all'aquila americana desunta dalle banconote e riproposta come un marchio carico di tensioni e di minacce, c'erano i simboli politici (la svastica, la falce e il martello), gli emblemi ispirati alla storia ed alle memorie romane (l'obelisco, la piramide), gli aerei stilizzati come nell'immaginario infantile in cui si affacciano le paure travestite da finzione ludica. Ci si può avvicinare così alla sfera complessa dei significati, sempre controversi nelle esperienze della pop art, e comunque non univoci tra un artista e l'altro. Se dovessimo tentare di cogliere un senso complessivo dell'espressione artistica di Franco Angeli, non potremmo tralasciare la sua continua ricerca ritmica, in cui ogni simbolo subisce una metamorfosi astratta, suscettibile di varianti estrose e non serializzate. Angeli non è stato il Warhol italiano; i suoi "half dollars" non stanno sullo stesso piano delle Marilyn, perchè Angeli non tenta mai la simulazione di un meccanismo asettico di produzione. Le sue immagini mantengono aperto il dialogo con l'interiorità, si fanno specchio delle nevrosi quotidiane.
 

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