Daniela Bellotti "Scritti sull'Arte"                                                                                                                      Gli artisti
HERMANN NITSCH

Studio Cavalieri,
Bologna, 1993

"Il Resto del Carlino"
20.10.93

Sangue su tela

Probabilmente a qualcuno sono rimaste in qualche recesso della mente, le sensazioni tetre e mistiche, l'aria stomachevole, l'immagine sanguinolenta delle performance di Hermann Nitsch. Chi ebbe in passato la fortuna di assistere ad una delle sue messinscene, famose fin dalla seconda metà degli Anni Sessanta e replicate oggi dall'artista a carissimo prezzo (si dice centocinquantamilioni a spettacolo), testimonia che si trattasse di operazioni estetiche estremamente teatrali, decisamente lugubri e orgiastiche, durante le quali l'artista, spesso bardato con paramenti sacri, squartava con le sue stesse mani corpi di animali, che divenivano così tragiche fonti per sgocciolare di sangue e visceri le carte e imbrattare di materiale organico ragazzi nudi, in un parossismo di terrore, misticismo e sesso. Fotografie e tracce di tali agghiaccianti copioni, sono in mostra allo Studio Cavalieri, cimeli oggi un po' stinti, malinconicamente fragili e relittuali che riacquistano tutta la loro carica disgustosa se ricondotti alla loro origine. Tuttavia, superando il naturale sconcerto che si prova di fronte a tele e sacchi macchiati di sangue, a cui si mescolano frammenti di tessuti, peli e vernici, simili a piogge di sangue rosso vivo, resta la presa di coscienza della personalità trasgressiva di Nitsch, che ha violentato gli ultimi territori concettuali negati all'arte, e in anni ormai lontani di provocazioni sociali e morali, ha portato e porta tuttora ad estreme conseguenze l'idea di un'arte non scissa dalla vita, ma ostentata nei suoi aspetti più crudi, gli stessi che la società spesso ancor oggi rimuove o neutralizza come tabù, quelli appunto della morte, della violenza, della paura, del sesso, della fede; rischia però Hermann Nitsch di trasformarsi, perduta la verve degli anni migliori, in un vecchio macellaio.

Home