Gli antenati del fumetto.

Si possono considerare antenati del fumetto le incisioni sulle pietre delle caverne preistoriche, i geroglifici egizi, la Colonna Traiana, le vetrate istoriate medievali e gli arazzi di Bayeux.

I precursori del fumetto.

È inevitabile parlare dei precursori del fumetto, che esistono già a partire dalla fine del Quattrocento con le xilografie tedesche su argomenti religiosi, morali e politici evolutesi in illustrazioni su manifesti e stampe popolari con il progredire delle tecniche di incisione e della stampa a caratteri mobili in Europa. In Inghilterra intorno al 1682 Francis Barlow usò balloons a forma di bandiera nei suoi fogli propagandistici sullo Spaventoso complotto infernale papista. Nel 1732 William Hogarth realizzò una satira delle follie e dei vizi della società del tempo in La carriera della prostituta, narrata in elaborate incisioni da leggere come una storia in sequenza. Sempre in questo periodo vanno ricordati il perfezionamento del balloon per opera di James Gillray e soprattutto la creazione nel 1809 delle avventure a puntate del Dottor Syntax, primo personaggio di una serie di vignette e ispiratore di Rodolphe Töpffer, che nel 1833 pubblicò alcuni racconti disegnati e commentati.

Töpffer fu in oltre il primo teorico del fumetto. Il più importante fra gli eredi di quest’ultimo fu il tedesco Wilhem Busch che non usava né quadretti né balloons ma stampava i testi sotto i disegni e soprattutto utilizzava metafore visuali per indicare movimenti e stati d’animo.

Il fumetto moderno.

Fissare la data di nascita del fumetto moderno viene di solito fissata il 7 luglio 1895, quando sul quotidiano statunitense New York World cominciarono ad apparire regolarmente delle tavole, disegnate da Richard Felton Outcault, ambientate nei sobborghi della città, che avevano come protagonista fisso un bambino calvo e con le orecchie a sventola, sul cui camicione da notte giallo c’erano scarabocchiate sgrammaticate frasi in gergo: Yellow Kid.

Alla fine del secolo i fumetti erano già diventati un fenomeno artistico e commerciale soprattutto negli Stati Uniti dove le masse popolari, in rapida crescita anche per l’arrivo d'immigrati europei, trovarono nei fumetti un mezzo d’intrattenimento economico, uno specchio delle condizioni di vita reale, una fonte di nuove mitologie condivisibili e perfino uno strumento di apprendimento della lingua. (qui collegamento di storia)

L’importanza del fumetto per la società fu intuita dagli editori che, per aumentare il loro pubblico, inserirono strisce quotidiane sui loro giornali. Queste strisce divertenti divennero presto storie a puntate ricche di suspense; un esempio di tali strisce fu Braccio di Ferro che ancora oggi è in voga.

Negli anni trenta andarono sempre più affermandosi i fumetti d’avventura disegnati in stile realistico, tra i quali Flash Gordon. Le varie strisce prodotte fino a questo momento, per la prima volta nel 1933 furono rilegate insieme, divenendo albi a fumetti (comics book) come li conosciamo oggi. Quando la riserva di strisce da ristampare andò esaurendosi gli editori furono costretti a produrre materiali originali a poco costo rivolgendosi così a fumettisti molto giovani; fu proprio così che nacquero gli Action Comics come Superman.

Negli anni cinquanta la fine della guerra comportò il declino dei supereroi e la nascita d'altri generi: comiche per ragazzi, western, avventure nella giungla, crimini, guerra e horror.

Il grande sviluppo dei generi horror e criminale preoccupò molto psicologi, insegnanti e genitori, secondo i quali questi generi avrebbero favorito la delinquenza giovanile. È in questo contesto che nasce il Comics Code Authority, un organismo incaricato di un severo controllo dei contenuti. I nuovi regolamenti favorirono il ritorno al vecchio genere dei supereroi tra i quali I fantastici quattro e Spider Man. Nello stesso periodo nacquero i Peanuts di Charles M. Schulz, di pungente vena satirica.

Negli anni Sessanta il fumetto, destinato ad un pubblico adulto, divenne autonomo, conquistò una sua dignità d'espressione artistica e si aprì a tematiche più impegnative.

Il fumetto ebbe così la sua rivincita e pittori pop come Roy Lichtenstein, interessati ai mezzi di comunicazione di massa, lo hanno strumentalizzato mediante gigantografie di umili vignette, destinate a rivitalizzare il rapporto tra l’arte e i suoi disappetenti fruitori.

La diffusione del fumetto.

Data la sua natura di mezzo espressivo semplice e accattivante, il fumetto trovò ben presto facili vie di diffusione dagli originari Stati Uniti d’America ad altri Paesi del mondo.

In Europa la distribuzione dei fumetti avvenne attraverso i Syndicates, agenzie di produzione impostate come monopoli. La lettura dei testi stranieri stimolò le produzioni locali che diedero vita a nuovi generi che a loro volta ritornarono sul mercato statunitense.

Ricordiamo, in Gran Bretagna il Mickey Mouse Weckly e in Francia il Tintin di Hergé, Asterix di Goscinny e infine le celebri creature di Peyo: I Puffi.

Il fumetto in Italia.

I fumetti furono introdotti in Italia il 27 Dicembre 1908 con l’uscita del Corriere dei piccoli,

supplemento del Corriere della sera, destinato ai bambini. All’interno di questo nacquero personaggi come il Signor Bonaventura di Sergio Tofano (Sto) e Sor Pampurio di Bisi.

A partire dagli anni trenta si sviluppò il genere d’avventura, che trovò piena espressione nell’Avventuroso della Nerbini. Nacque anche un settimanale cattolico Il Vittorioso nella cui produzione emersero grandi talenti come l’umorista Jacovitti, autore di Cocco Bill.

Con lo scopo di piacere e divertire nel 1932 escono i primi albi di Topolino e Paperino, personaggi di Walt Disney.

Intorno agli anni cinquanta nacque Tex Willer di Bonelli e Galeppini, personaggio ancora oggi in circolazione.

Come nel resto del mondo anche in Italia negli anni Sessanta il fumetto subì un profondo rinnovamento di forme, contenuti e considerazioni sociali, fornendo prodotti creativi di alto valore culturale. Dal pugno di Hugo Pratt nacque Corto Maltese, la cui elevazione letteraria influenzò fumettisti europei e statunitensi.

A partire dal 1986 la Sergio Bonelli Editore produsse un personaggio che diventò fenomeno di costume, il Dylan Dog di Tiziano Sclavi.

Col volgere degli anni Novanta il fumetto sia avventuroso sia umoristico tradizionale mostra sintomi di crisi specie per il proliferare di supereroi e per la diffusione mondiale dei fumetti giapponesi, ma soprattutto per l’incalzare di mezzi d'intrattenimento nuovi, come i giochi di ruolo e i videogiochi.