Porto Selvaggio


Non è più molto selvaggio, ma un'idea di incontaminato la dà ancora. Ci sono diversi modi per arrivarci. Uno è lasciare la provinciale che porta da Santa Caterina a Porto Cesareo all'altezza del Casablanca o del Fico d'India e poi scendere, per qualche sentiero più o meno battuto, verso il mare. Un altro sistema è quello di raggiungere la Torre dell'Alto, che sovrasta Santa Caterina, lasciarsela alle spalle e procedere su un sentiero che attraversa la pineta della serra, fino a raggiungere il fianco di una vecchia villa con un gabbiotto a strisce giallo-rosse lungo il muro di cinta, e, lasciandosi alle spalle anche questo, affrontare una scaletta pressoché agibile che porta alla spiaggia. Gente che conosco ha fatto questo tragitto portandosi dietro la bicicletta, e ovviamente la catena è saltata. Volendo usare l'indispensabile mezzo di locomozione (bicicletta, appunto), è meglio scegliere i sentieri che partono dalla provinciale: la catena salta lo stesso nel novanta per cento dei casi, ma uno spiraglio di speranza c'è sempre.
Comunque l'importante è arrivare al mare, gironzolare per le varie calette, bagnarsi nell'acqua invariabilmente fredda anche in agosto, godersi la quiete. Anche se ultimamente qualcuno, in mancanza di meglio da fare, ha aperto un chiosco (mi chiedo come faccia a portarsi dietro le bibite e il ghiaccio per quella strada) e rompe le scatole tra luglio e agosto. A settembre però smobilita, e anche l'acqua è più pulita (quest'anno a luglio le chiazze d'olio brillavano opalescenti tra gli scogli), e dato che è ghiacciata comunque, tanto vale andarci in quel periodo. Io quest'anno l'ultimo bagno l'ho fatto a metà ottobre. Vale la pena.
 
 
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