recensione del demo di Loris Gualdi da www.genovagando.com
Il demo d’esordio di questa promettente band milanese si apre con il ritmo rocksteady della chitarra di Davide, che introduce dapprima il basso e poi i fiati secondo una progressione quasi catartica. Ne scaturisce una soft-sound jamaicano che accelera improvvisamente fino trasformarsi in uno ska veloce e piacevole, e così Radio Jamaica, già al primo ascolto, appare un vero e proprio atto d’amore per l’isola d’oltreoceano, fulcro delle tematiche del gruppo. Meno riuscito il secondo pezzo, Il gran galà della pubblicità, satira del mondo televisivo poco riuscita anche a seguito del suono troppo grezzo e degli arrangiamenti inadeguati. Nettamente migliore risulta essere invece il lato b del disco, aperto dal suono di cinguettii bucolici e dal rumore lieto di un ruscello, espedienti sonori che fungono da intro a Il pirata rasta, storia di un corsaro dei mari che anela al raggiungimento di una pace interiore in Jamaica, ancora una volta paese protagonista dei testi degli Strivol. E’ forse il brano più riuscito, con i suoi cambi di ritmi, funzionali e complementari a chitarra e fiati. L’"opera prima" della band lombarda si chiude con la tromba melò e il pianoforte gentile di Matilda, rivisitazione ska dell’omonima canzone di Harry Belafonte, in cui si cerca di dare una continuazione alla storia già raccontata mettendosi nei panni, questa volta, dell’innamorato depredato. L’aria trainante del brano, l’allegria contagiosa chiudono questo riuscitissimo mostrando una propensione maggiore verso liriche anglofone, che proprio sul finire del disco mettono in luce le vere potenzialità del cantante Reno.
tratto da www.genovagando.com/musica/gruppi_emergenti/gruppi_emergenti.asp