Il concerto del 15 aprile 2005 al Gate52 di Bussolengo
Impressioni
Un altro concerto
coinvolgente da parte della premiata ditta Alan Parsons & Co.
Anche questa volta - come sei anni fa, come sei mesi fa a Milano - sui
biglietti c'era scritto "Alan Parson", senza la "s"
finale; e, come sei anni fa, come sei mesi fa, al concerto erano
presenti tra le 800 e un
migliaio di persone.
Per le foto del concerto di Bussolengo, seguite questo link.
Questo concerto, unica tappa nel nord Italia, si è tenuto in una
piccola cittadina, Bussolengo, poco distante da Verona, in un locale
che precedentemente era adibito a bowling;
la struttura del locale ha impedito la costruzione delle alte pedane
cui l'APLP ci aveva abituato nello scorso tour, e quindi - tranne i fortunati
che stavano in prima fila - gli spettatori intravedevano i musicisti
sul palco attraverso le teste e le mani delle persone davanti.
Il concerto è iniziato alle 22:40, quasi in orario: quando tutto
era pronto, c'è stato un attimo di silenzio, un inserviente
è salito sul palco e ha lanciato l'intro tape con "I Robot"; luci
laser di colore verde e gli immancabili applausi hanno poi salutato
l'ingresso della band.
L'andamento del concerto (e della scaletta) è stato molto simile
a quello di sei mesi fa. Le persone che hanno assistito per la prima
volta ad un concerto di Alan Parsons e del suo Live Project sono state
colpite dalla bravura del batterista, Steve Murphy (anche stavolta alle
prese con "Breakdown" e "Psychobabble") e del chitarrista, Godfrey
Townsend, con assoli insuperabili in "Psychobabble" e "Prime Time", in
quest'ultimo brano accompagnato magistralmente da un Manny Focarazzo
(tastiere) in grandissima forma.
Il vocalist, P.J. Olsson, ha
gigioneggiato molto con il bassista, John Montagna, ed entrambi sono
stati molto bravi anche a cantare più di una canzone insieme,
ripercorrendo la storia del Project che, com'è noto, è
fatta da una pluralità sterminata di voci.
Uno dei punti più belli dello spettacolo è stato al
termine di "The raven",
chiusa dall'ultimo "Nevermore" di Alan Parsons. Subito dopo il Buon
Vecchio Zio Alan ha rimproverato il solito furbacchione di turno che
stava riprendendo il concerto con la sua telecamera, avvertendo di non
infrangere le norme sul copyright,
e facendo presente che al tavolo del merchandising
era in vendita il primo Dvd della sua carriera, contenente la
registrazione del concerto live di
Madrid del 2004.
A differenza di quanto accaduto sei mesi fa, questa volta non è
stata proposta "Limelight", sostituita invece da "Days Are Numbers";
inoltre non c'è stata "Standing On Higher Ground", ma al suo
posto abbiamo ascoltato "Can't Take It With You". Non sono mancati poi
i cori da stadio ed un paio di striscioni da parte degli aficionados del "Parsonsday" (We're still here, siamo ancora
qui), con Alan Parsons che ha ringraziato tutti i fan italiani.
Anche questa volta il concerto è terminato sulle note di "Eye In
The Sky" (con tutto il pubblico a cantare a squarciagola) e poi, dopo
pochi minuti di pausa, l'immancabile bis ha scatenato altre
ovazioni.
Tra le curiosità, da segnalare le unghie laccate di rosso scuro
di P.J. Olsson (ma è così in tutti i concerti), un
foglietto di carta raffigurante una sorta di alieno, posto tra le corde
della chitarra di P.J., un manichino che è apparso al termine
del concerto dalla parte alta del backstage... giusto alcuni scherzi
per salutare degnamente la chiusura della parte italiana del tour.
Nell'aftershow - autografi e foto per tutti - non sono mancati i
complimenti a Jeremy Parsons per il suo lavoro con il "Delay Lama
Remix" all'interno di A Valid Path; John Montagna ha confidato di
essere anch'egli un fan del Project, e che gli piace scrivere sulla
"Roadkill mailing-list" per
condividere queste esperienze; Manny Focarazzo ha infine rassicurato
tutti gli appassionati: all'immancabile domanda su eventuali prossimi
concerti in Italia ha sfoderato un grande sorriso e ha risposto:
"Perchè no?".
That's all, folks!
La band: Alan
Parsons (chitarre, voce, tastiere,
percussioni), P.J. Olsson (vocalist),
Godfrey Townsend (chitarra), Steve Murphy (batteria), John Montagna
(basso), Manny
Focarazzo (tastiere).
La scaletta del concerto di Bussolengo: I Robot, Damned if I do
[P.J.
Olsson], Don't answer me [Alan Parsons], Breakdown [Steve Murphy], The raven [P.J. Olsson], Luciferama, What goes up... [Steve Murphy/P.J.
Olsson/John Montagna], Days are numbers [John Montagna], Time [P.J. Olsson],
Psychobabble [Steve
Murphy], I wouldn't want to be
like you
[John
Montagna], Return to Tunguska
[Alan Parsons], More lost
without you [P.J.
Olsson], Can't take it with
you [P.J. Olsson], We play the
game
[P.J. Olsson/Alan Parsons], Don't
let it show [P.J. Olsson], Prime
time [Godfrey Townsend], Sirius
/ Eye in the sky [Alan
Parsons], (The system of) Dr.
Tarr and professor Fether [P.J. Olsson], Old and wise [P.J. Olsson], Games people
play [P.J. Olsson]
Per
notizie sul concerto di Roma seguire
questo link.
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