Alan Parsons indimenticabile all’Alcatraz con la sua nuova band

Un Alan Parsons Spaghetti Project quello di giovedì scorso all’Alcatraz di Milano per una data attesa e indimenticabile per gli amanti del personaggio.
Pubblico adorante e prova superata per la nuova band del celebre artista e tecnico del suono inglese, americana e per due quinti composta da oriundi: John Montagna (basso e addosso la maglietta della nostra nazionale), Manny Focarazzo (tastiere), il frontman P.J Olsson, Simon [sic] Townsend alla chitarra e lo strepitoso batterista Steve Murphy; tutti cantanti.
Dall’album I Robot la titletrack strumentale e Breakdown (unita però a The Raven), I Wouldn’t Want To be Like You e Don’t Let It Show le cui tematiche del rischio di deumanizzazione sono attuali anche per l’uscita del film hollywoodiano I, Robot con Will Smith.
Come nei concerti dell’ormai lontano 1998, anche qui a Parsons è bastato “tirare i dadi” estraendo i pezzi tra una miriade di bei brani, inclusi i Damned If I Do, What Goes Up e le immancabili Time e Limelight.
Il massiccio Alan, con synth, chitarre acustiche, effetti vocali e - davvero sorprendente - cantante solista nelle applauditissime Don’t Answer Me, Eye In The Sky, con l’introduzione di Sirius, e Games People Play, punta all’improvviso il dito contro due possessori di telecamera: «No video!». Poi, quasi pentendosi di una burberità a lui innaturale, aggiungendovi un ironico «altrimenti non comprate il prossimo dvd».
Sempre suggestive risultano le strumentali Lucifer e Mammagamma unite nel medley Luciferama.
L’intermezzo “cosmico” di Psychobabble ricorda parecchio i Pink Floyd, dei quali Parsons saluta il vecchio amico David Gilmour, ospite nell’ultimo album che porta il titolo di A Valid Path da cui si eseguono Return To Tunguska (discreta), More Lost Without You (mediocre) e We Play The Game (buona).
Prime Time dilatata con un momento improvvisato. Dopo Dr. Tarr & Prof. Fether, la ballata Old & Wise e la già citata Games People Play, il gruppo si eclissa alla vista del pubblico dell’Alcatraz per una bella mangiata. Di pizza, ovviamente.
Alessandro Casellato
La Provincia, 22 ottobre 2004

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