Comincia oggi a Trieste, al
Politeama Rossetti, il breve tour italiano
Alan Parsons, alchimista dei suoni
Dagli esordi con Beatles e Pink
Floyd al recente «On air»
Il suo ultimo album «On
air», uscito nel '96 e ispirato all'antico sogno umano di volare,
è stato registato in quegli stessi «Abbey Road
Studios» dove Alan Parsons debuttò alla fine degli anni
Sessanta come giovanissimo assistente di studio alla corte dei Beatles.
Nel '73 lo ritroviamo produttore [sic]
di «The dark side of the moon», dei Pink Floyd, ovvero il
disco più venduto e fra i più importanti nella storia
della musica rock. Nel '76 passa «dall'altra parte della
barricata», ovvero fonda The Alan Parsons Project, di cui
ricordiamo dischi come «I Robot», «Pyramid» e
soprattutto «Eye in the sky».
Fra queste tappe si dirama la carriera di Alan Parsons, che stasera
apre il suo breve tour italiano con un concerto al Politeama Rossetti
(inizialmente era previsto al palasport), che avrà inizio alle
21. Dopo Trieste, sarà domani a Bolzano e lunedì a
Milano. «È la prima volta che suono in Italia - dice il
musicista - anche se nel vostro Paese ci sono stato tante volte. E
proprio non so perché ho dovuto aspettare tanto per
suonarci».
«Non mi considero - aggiunge - un musicista elettronico. Chi fa
musica elettronica usa sintetizzatori e tastiere, io invece uso
l'orchestra e gli strumenti, solo qualche volta uso le tastiere. I
musicisti di oggi sono tutti musicisti elettronici: ormai l'unica
musica non elettronica è il jazz».
«Negli anni Settanta si suonava davvero. E infatti gruppi come
Genesis o Yes continuano a suonare, mentre i gruppi techno degli anni
Ottanta sono tutti spariti. Come spariranno gli Oasis, di cui fra dieci
anni non sapremo più nulla. I miei preferiti della scena
attuale? Prodigy e Radiohead. Assieme a Madonna che fa sempre cose
interessanti».
Parsons non lavora da tempo con i Pink Floyd, anche se il incontra di
tanto in tanto. «E comunque - dice - se dovessero decidersi a
fare un tour, sono sicuro che sarà un evento di cui curerei
volentieri il suono».
In questo tour è accompagnato da un gruppo formato da John
Giblin (ex bassista dei Simple Minds), Ian Bairnson alle chitarre,
Stuart Elliott alla batteria, John Beck alle tastiere e dai cantanti
Peter Beckett e Neil Lockwood.
Nelle due ore di concerto l'Alan Parsons Live Project proporrà
brani storici e pezzi dell'ultimo disco. «L'idea di "On Air" -
conclude Parsons - è nata in seguito a una disgrazia: la morte
del cugino di Ian Bairnson, morto in volo durante una missione di pace.
È un concept album. So che non sono più di moda, ma io li
considero sempre un'idea forte».
Carlo Muscatello
Il Piccolo, 23 maggio
1998