Repubblica Ceca - Uruguay 7-8 d.c.r. (1-1) (3-3)

MARCATORI: Smicer (Cze), O'Neill (Uru), Nedved (Cze), Koller (Cze), Montero (Uru), Garcia (Uru).

SUCCESSIONE DEI RIGORI: Dario Silva (Uru) gol, Nedved (Cze) gol, Recoba (Uru) parato, Poborsky (Cze) gol, Olivera (Uru) gol, Srnicek (Cze) gol, Lembo (Uru) gol, Bejbl (Cze) gol, Garcia (Uru) gol, Repka (Cze) parato, Carini (Uru) gol, Smicer (Cze) parato.

 

CRONACA. L'Uruguay festeggia la sua prima qualificazione alle semifinali mondiali dopo un incontro a dir poco estenuante contro la Repubblica Ceca, squadra che si è confermata molto ostica, ma davanti alla possibilità di vincere si è sciolta come neve al sole. Ma andiamo con ordine: il primo tempo è stato abbastanza equilibrato, con entrambe le compagini più attente a non subire che ad attaccare. E' comunque Carini ad essere per primo impegnato: il tiro di Nemec, però, non presenta troppe insidie. La risposta dell'Uruguay è affidata ai piedi di Recoba, ma la sua punizione termina a lato. Di lì a poco è Smicer a sbloccare il risultato a favore della Cechia, grazie ad una incursione sfruttata a dovere. Ma mister Francesco Stella (che per la prima volta si trovava ad affrontare suo fratello Marco, allenatore della Repubblica Ceca) carica i suoi giocatori, i quali provano ad uscire dal guscio in cui li avevano costretti gli avversari. Questo atteggiamento più offensivo è premiato con la rete del pareggio: Fabian O'Neill batte Srnicek, un po' sorpreso, con un pregevole tocco d'esterno, forse troppo lento per definirlo imprendibile. Sull'1-1 finisce la prima frazione di gioco. La ripresa si apre subito con una Repubblica Ceca che preme sull'acceleratore, ed è proprio in questa fase che i bianco-rossi sembrano prendere il largo. Pavel Nedved, infatti, indovina un pallonetto sul quale non arriva Carini, che però riesce a sventare, anche se per poco, la rete del 3-1 su una conclusione di Repka; ci pensa Jan Koller pochi minuti più tardi a triplicare, con una rete a fil di palo. Nel frattempo l'Uruguay non era stato solo a guardare, anche se le occasioni avute da Garcia e Dario Silva non potevano essere considerate clamorose. L'errore della Cechia è stato nel chiudersi a riccio dopo il gol del 3-1: così facendo, infatti, ha lasciato nelle mani degli avversari il pallino del gioco e si sa che gli uruguaiani sono pericolosi in queste situazioni. Il centrocampo diventa quindi predominio celeste-nero, cosicchè i sudamericani prendono il sopravvento. Prima della rete di Montero (un diagonale potente che si impenna improvvisamente), è infatti Dario Silva ad impensierire Srnicek, il quale non ci pensa due volte a respingere le sue conclusioni. Il gol di Pablo Montero è il preludio ad un vero e proprio assedio che, meritatamente, sfocia nella rete di Garcia (aiutato da un errore abbastanza importante del portiere Srnicek), ormai a pochi minuti dallo scadere (prima ci avevano provato nell'ordine: Dario Silva, Montero, Mendez ed infine Recoba, tutti senza fortuna). L'ultimo brivido prima dei supplementari, però, percorre la schiena di Carini e di tutti i tifosi della Celeste: per la loro gioia, tuttavia, il tiro di Smicer colpisce l'esterno della rete. Nei due over time inizia a serpeggiare tra i giocatori una certa stanchezza, e su tutti pesa la regola del golden gol; per questo motivo, dopo una ripresa scoppiettante, entrambe le compagini tornano ad essere molto guardinghe. Ancora una volta è l'Uruguay ad uscire bene da questi 30 minuti: infatti gli unici tiri degni di nota sono tutti celesti-neri, ma Dario Silva, Montero (oggi particolarmente attivo in fase offensiva) e Recoba (spento, invece) non pescano il jolly. Nessuno, in ogni caso, riesce a sbloccare di nuovo il risultato e quindi la vittoria verrà decisa dal dischetto. Il primo a sbagliare dagli undici metri è proprio il capocannoniere del torneo, Alvaro Recoba, oggi assolutamente fuori dalla partita; il suo errore è comunque annullato da una grande parata di Carini, che riesce a respingere proprio l'ultimo rigore, quello di Repka. Sulle ali dell'entusiasmo va a battere il sesto rigore della serie lo stesso portiere uruguagio, segnando; ancora Carini si erge a vero protagonista dell'incontro deviando anche la conclusione di Smicer, regalando così ai suoi compagni, ma anche a se stesso, una notte di grandi festeggiamenti. La Repubblica Ceca è arrivata ad un passo dalla vittoria, ma le energie sono venute a mancare proprio nel momento più importante, quando si trattava di dover amministrare la partita. I cechi hanno retto per 120 minuti grazie soprattutto alla forza di volontà, perchè l'inerzia della gara era tutta dalla parte celeste, in quanto essi erano riusciti a recuperare dal 3-1 al 3-3. Per le occasioni avute, l'esito finale è probabilmente giusto, ma questa Repubblica Ceca deve essere considerata una realtà positiva emersa da Scozia 2000.

 

INTERVISTE:

Marco Stella (Cze): "Roba da mangiarsi le mani. La gara è stata un'altalena di occasioni e colpi di scena, che sicuramente ha divertito, però avremmo dovuto chiuderla imponendoci dopo la terza rete. Dobbiamo imparare a spedire la palla in tribuna invece che concedere l'iniziativa agli avversari, soprattutto se sono squadre irriducibili come l'Uruguay. Abbiamo preso una dura lezione ma torneremo, più forti di prima ".

Francesco Stella (Uru): "Yo soy seguro que mi equipo hasta el 3-1 no hubiera asimilado totalmiente todos los vino anejo tinto (era Brunelo de MontalChino Recoba) que yo sirviò a ellos la noche ante lo partido. No tengo pelos en la lingua y sostengo que mi hermano de decimoquinto grado reflexionava por todos los penaltys a la rata, la foca, la gorriona, la higa... yo no sé como se dice en vosotros... Concluirendo yo he promeso a todos mis juegadores una vacaciones a Lloret de mar si ganeremos la semifinal... Ahora Alvarino me canta en continuacion la cancion de el que parcerse mi amigo y hermano Marco Vignolo Jarjinho, la mosca tze tze: No rompere tus votos - No quemare tus calmas - Para no verte mas - Se va a Lloret de maaaar...".

 

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