LA ROSA BIANCA SOTTO L’EDERA

It wouldn’t take me long
to tell you how to find it
to tell you where will meet
This little girl inside me
is retreating in her favourite place.

("Under The Ivy")

Non è stato facile trovare Kate Bush. Io l’ho cercata a lungo tra i solchi dell’amato vinile, tra le pagine polverose di vecchi giornali, nelle fanzines d’altri tempi, nei nastri video ormai consumati dalle troppe visioni, nei siti internet in continua espansione. L’ho cercata durante le conventions londinesi per avere il privilegio, ormai riservato a pochi, di vederla da vicino, di ascoltare la sua voce, di sincerarmi della sua effettiva esistenza. L’ho cercata nelle amicizie di penna con persone di paesi vicini e lontani che condividevano la mia ardente passione. Ho continuato la mia ricerca nelle campagne del Kent, con i suoi prati puntellati di pecore, soffici batuffoli nel verde. Mi sono spinta fino a Welling, la sua città di provenienza, mi sono fermata curiosa davanti alla East Wickham Farm, la casa di famiglia e della sua infanzia, davanti alla scuola, il pub, il parco in cui portava a passeggio il cane. Ho cercato di trovarla in tutte queste cose. Pensi di averla afferrata ma è solo una piccola parte di lei.
Potreste immaginare di trovarla mentre passeggia nella brughiera con i capelli scompigliati dal gelido vento dello Yorkshire, oppure che danza una giga irlandese al tramonto insieme a tante piccole fate... ma, attenzione, non fatevi ingannare da quest'immagine di magica dolcezza. La potreste trovare vestita da sposa eppure, per vendetta, non esiterebbe a spararvi, o vestita da guerriera e, per gelosia, infilzarvi con la sua spada. Kate Bush può passare dal sogno più incantevole all'incubo più agghiacciante con la stessa facilità con cui scala le vette delle sue quattro ottave di estensione vocale.
Negli ultimi venticinque anni (tanto lunga è la carriera di Kate!), la stampa inglese e internazionale ha continuato a ricamare sulla sua immagine. C'era chi la dipingeva come la leggiadra fanciulla dedita alle poesie d'amore, fatina dei boschi o deliziosa strega. C'erano altri che la volevano eccentrica rock-star, ricca bambina viziata a cui nulla è mai stato negato, una astuta e calcolatrice manager di sé stessa. I tentativi di "inquadrare" Kate e la sua musica sono stati numerosi, spesso superficiali o tendenziosi, ma lei, con ogni nuovo disco, è sempre sfuggita abilmente alle etichette lasciando tutti stupefatti. Il problema della sua "immagine" sarà fonte di costante preoccupazione per Kate, il fatto di non essersi mai veramente staccata da quel suo primo singolo, "Wuthering Heights" ("Cime Tempestose"), diventato in pochi giorni uno dei più grandi successi del mondo. L'immagine eterea e sognante di Cathy (il personaggio del libro) è rimasta impressa nella memoria collettiva ed è indelebilmente associata a Kate.
Quando, nel 1994, venne stilata una classifica delle 100 migliori canzoni di Kate, i nostalgici ebbero la meglio ricordando il loro primo, immortale, amore: "Wuthering Heights" svettava in maniera desolante, con grande fastidio di Kate che vedeva così ignorati sei ottimi album (e un centinaio di canzoni) che l'avevano portata lontanissima da quel già incredibile punto di partenza.
Perché Cathy è rimasta nel cuore della gente? Probabilmente perché nell’ultimo decennio Kate ha semplicemente cercato di evitare di avere una qualsiasi immagine, diradando progressivamente le uscite in pubblico, le interviste, le apparizioni televisive. Non parliamo poi dei concerti! Il suo primo e unico tour risale al 1979, e da allora il sogno di ogni fan è quello di poter vedere, almeno una volta nella vita, Kate interpretare dal vivo i suoi ultimi successi. E non è un'aspettativa da poco, considerando il precedente, incredibile, spettacolo che aveva miscelato sapientemente musica, danza, teatro, magia, mimo e splendidi costumi. Ma Kate è già passata avanti, segue la sua strada fatta di nuove e stimolanti idee, non può soffermarsi sulle vecchie cose. La mente di Kate è rivolta a nuove sfide.
L'esempio più evidente è il cortometraggio "The Line, The Cross and The Curve", un sogno che aspettava di poter realizzare da almeno 8 anni, da quando ancora sognava di girare un breve filmato che illustrasse gli avvenimenti di "The Ninth Wave". L'interesse di Kate si è concentrato ormai più sulla regia, sulla costruzione di storie attraverso le immagini, piuttosto che sugli spettacoli dal vivo. Quando i dischi ci mettono tanti anni per nascere potrebbe essere pericoloso intraprendere un progetto impegnativo come un tour. Kate è tanto puntigliosa e precisa che lavorerebbe fino allo sfinimento fisico e creativo per realizzare uno spettacolo esattamente come l'ha immaginato. Se mai lo farà di nuovo, lo farà solo se si sentirà in grado di creare qualcosa di veramente speciale. Solo se sarà sicura di poterci stupire, come ha sempre fatto con ogni sua nuova idea.
Ma allora dov'è Kate Bush? Il posto migliore per cercarla è nelle corde misteriose che la sua voce fa vibrare, nelle sensazioni evocate dalla sua musica.. Kate non si è risparmiata nessuna delle emozioni umane, l'amore, la gelosia, la vendetta, la rabbia, la morte, la gratitudine, la malinconia, la gioia di vivere. Ha vissuto mille vite per potercele raccontare. Certi argomenti come l'omosessualità, la pedofilia, l'incesto, il suicidio, l'omicidio, la guerra, la pazzia o l'amore nelle sue più svariate forme (quello filiale, quello materno, quello sessuale, quello per le persone care, quello che trascende la morte, quello per una vita da costruire giorno dopo giorno), sono argomenti che ha saputo affrontare in maniera sempre originale.
L'idea di partenza di questo libro è stata quella di cercare di esprimere e, per quanto possibile, comunicare ad altre persone il tesoro di pensieri, sentimenti e ricchezza interiore che Kate trasmette con le sue canzoni a chi la segue. In certi momenti della vita, in certe situazioni di estremo sconforto, qualcosa scatta nel cervello, qualcosa si collega direttamente al centro emozionale e il significato di una canzone ti colpisce con il bagliore di un lampo. E così si fanno proprie le paure e i sentimenti di "All the Love" e "Get out of My House". E allora ci si riconosce nel dramma della solitudine di "The Ninth Wave", nella paura di farsi prendere dai "segugi dell'amore" che poi, in realtà, non vogliono farci del male.
Le pagine che seguiranno vanno prese come un omaggio di profondo rispetto a un'artista che ha dato moltissimo ai suoi fan. Nel libro troverete tutto quanto si sa della vita di Kate (o tutto quanto Kate ha lasciato che si sapesse) e un ampio spazio dedicato alle considerazioni personali e agli approfondimenti sui testi delle canzoni (poesie, fiabe, pagine di diario, preghiere, o come volete chiamarle, sono essenziali per capire Kate perché sono l'unico vero specchio della sua anima), una completa discografia, videografia e bibliografia per gli aspiranti collezionisti.
Un doveroso ringraziamento va rivolto a Tina Dagostino, redattrice della fanzine italiana di Kate Bush, THE FIRST AND LAST FOREVER. Da questa fanzine sono stati tratti alcuni spunti e pensieri che riguardano la spiegazione dei testi e le storie che essi celano. La lettura di questa fanzine è un valido aiuto per chiunque volesse entrare nel mondo di Kate. Tina era lì proprio quando avevo bisogno di sapere tutto sulla Signora del Kent (credo che l’appellativo l’abbia inventato lei) e questo libro in un certo senso premia tutti i suoi sforzi di far conoscere Kate in Italia. Ringrazio anche Alberto Di Costanzo per avermi messo a disposizione a tempo indeterminato la sua collezione e Paolo Mazzon per la visione critica che ha saputo darmi durante la realizzazione del libro. Per riprendere una famosa frase di Kate: "Per favore, siate gentili con i miei errori. Perché io non lo sono", questo vale soprattutto per me.
Non posso dire di aver trovato la vera Kate Bush, nessuno la conosce tranne forse la sua famiglia, ma posso dire di aver trovato la mia Kate Bush e questa ora voglio donare a voi con questo libro.