BUSH FIRE
(Mick Wall su Kerrang 1985)
"Bella stagione per questo periodo della mia vita, sapete? Lasciate
che stacchi il telefono, dico io. E lasciatemi accendere lo stereo,
soffiare questo lento giorno in una montagna di cerchi di fumo...
ho qui qualcosa di così speciale... a volte ho persino paura di
tenerlo fra le mie stesse mani, a volte la mia presa diventa un
tentativo in momenti come questi, sapete? Io ho aspettato e atteso
e... devono essere passati tre anni dall'ultima volta che ho avuto
un nuovo disco di Kate Bush da ascoltare. Quaranta mesi veloci
con sabbie mobili pop e ragazzi metallari reazionari. E ora questo:
il nuovo, ancora bollente di fabbrica, album di Kate Bush "Hounds
of Love".
Fuori dalla mia finestra la pioggia sembra cadere in eterno quest'estate,
ma dentro la mia stanza sta bruciando il fuoco. Carboni ardenti
di libertà Celtica, austere campane dal suono duro e lunghe romantiche
storie che cominciano e finiscono tutte sulla Collina dei Sogni,
è tutto qui nel nuovo album di Kate Bush, è tutto qui e anche
di più. Dove vorresti andare?
Ogni qualvolta Kate finisce un nuovo album, mi convinco che lei
ha deliberatamente rotto lo stampo che si è lasciata alle spalle.
Niente nella musica Pop assomiglia alla sua musica. La sua voce
ricca di borgogna, lirismo che lascia senza fiato, melodie baciate
dalle stelle, il suo volto, la sua figura... Ah Gesù, tutti nel
mondo hanno la loro canzone preferita di Kate Bush. Qualcosa di
Kate, al suo meglio, qualcosa di indicibilmente delizioso fa sì
che la sua presenza mi colpisca sempre al cuore, qualcosa che
permea ogni LP, ogni 45 giri, ogni video ed ogni sua apparizione
al "Terry Wogan" .
A volte, quando siedo quietamente, lubrificando il mio stomaco
con whisky e fantasmi, ascolto un album di Kate Bush, e spesso
giungo all'inevitabile conclusione che la giovane Kate è spaventosamente
geniale.
Sulla linea dello spaventoso: "Hounds of Love" è scritto, cantato,
prodotto e ogni altra dannata cosa da Kate Bush.
Anche il video per il suo nuovo singolo "Running Up..." è stato
ideato da Kate, ciò significa prima che lei filmasse tutte le
sequenze di danza. E la cosa assurda è che lei fa tutto praticamente
in modo perfetto. Completamente, to-talmente. E' questa la parte
di lei che veramente mi convince. Dietro Kate Bush l'artista c'è
soltanto... Kate Bush il genio.
Non c'è nessuna canaglia maschile che si nasconde sotto la sua
sottana, nessun co-autore, nessuna idea eccetto le sue. Come ha
rimarcato una volta lo scrit-tore Tony Parson "Lei su che pianeta
vive?". E a noi è concesso conoscere la risposta, per favore?
Intendo dire, da dove è arrivata? Pensateci. Prima di Kate Bush
chi c'era che sapeva farlo negli stessi strani ed infinitesimali
modi?
Un paio di anni fa mi trovavo inginocchiato sul pavimento vicino
ad uno stereo muovendomi tra una pila di dischi.
Io e gli album (e lo stereo) eravamo gli unici oggetti in una
larga stanza dall'alto soffitto, con specchi a muro su tre delle
pareti. Era lo studio di danza di Kate, dove lavorava su tutte
le idee per i video e le esibizioni sul palco, e quelli erano
i suoi dischi.
Stavo cercando qualche chiave per risalire alle sue straordinarie
origini mu-sicali. Non so cosa mi aspettassi di trovare, forse
qualche vecchio disco di Edith Piaf (risatina), forse un paio
di album dei Pink Floyd, chi lo sa?, ed io onestamente non ricordo
cosa ci fosse. Era così, beh, normale. Solo un mucchio di album
che troveresti nella collezione di qualunque ragazza. Ricordo
di aver visto "Those Foolish Things" di Brian Ferry, un paio di
classici di Bowie, e qualcosa di - AH! - Delius... (ancora nessun
indizio, io non ho mai ascoltato veramente Delius).
E così torniamo al nuovo album "Hounds Of Love".
Il dono più grande che Kate trasmette nella sua musica è un costante
senso del suo potere erotico. Non sto parlando di S-E-S-S-O, sto
parlando dell'irresistibile erotismo racchiuso in questo album,
di quanto ogni brano si fonde e bolle in quello seguente; queste
non sono canzoni che presentano una fine, è un altro mondo che
Kate ha assicurato per noi, un mondo dove amore e innocenza e
roman-ticismo si fondono in gorghi di champagne. E' quasi una
creazione sofferta, ed è così puro e violento il messaggio che
ci ha lasciato.
Sulla front cover Kate assomiglia ad una donna del rinascimento,
immersa e im-mortalata in ricchi e densi olii, galleggia come
un fantasma del passato, la sua espressione imperscrutabile, la
sua posa nell'acqua riservata, invitante. E' tutto come in uno
stato di trance, mistico, si intrecciano influssi magici che invitano
ad andare là, nelle sue canzoni...
All'interno, sull'irresistibile piano del vinile, l'album dà il
calcio d'inizio con l'attuale singolo "Running Up that Hill".
Avete già ascoltato la versione su Mix? E' migliore, ma dopotutto
io sono sempre stato un succhiatore del commerciale da cima a
fondo. Un grande singolo, il suo primo in tre anni, come spesso
rammentiamo, e un modo raffinato di aprire l'album.
Un breve lamento di tuba di dolorosi batticuori, quasi rauca nel
suo eccitabi-le modo, che sussurra nel tuo orecchio "It's You-hoo-hoo,
and me-hee-hee ..". Kate sta facendo un patto d'amore con Dio...
e perché no? Accade ogni giorno anche a me.
Quella dopo è la title track, "Hounds Of Love", una valanga di
percussioni spara fuochi di staccato sull'orizzonte, si spegne
una voce spaventata di un attore che piange "è fra gli alberi/
sta arrivando!" e poi la voce di Kate or-gogliosamente arrabbiata
ed enigmatica, poi profonda e appassionata che infila la luce
del sole tra le diramazioni, incrocia il ritmo che precipita,
si libra alta nel cielo della notte oscura...
C'è un foglio dei testi, naturalmente, ma chi ne ha bisogno? Voi
non provate a dirmi di cosa parlano queste canzoni, ed io non
cercherò di spiegarle a voi.
Dal dramma pop della title track al limpido di "The Big Sky".
Panoramica sulla produzione: cori, orchestre vocali, polmoni di
ritmi e dolce pop lucido di sudore, le batterie una furiosa tempesta
buia, le chitarre una vera contusione, occhi di vetro sull'uccisione
del Rock & Roll, Kate ardente ed elevata, a cavalcioni di un sogno...
Alla fine ti rendi conto di essere senza fiato, e che tutto è
cominciato così gentilmente...
"Mother Stands For comfort" è la prossima, ed è una delle più
raffinate canzoni che Kate ha mai scritto. Magico alfabeto di
stelle l'introduzione del key-board, misteriosa e piena d'atmosfera,
magnifico massaggio al cuore del basso di Eberhard Weber.
Kate, la piccola di sua madre, l'amore e la resa di una madre,
attraverso il tempo, dopo la morte. Breve, commovente, un'altra
ombra sul guanciale, niente più di un bagliore di candela, molto
bella, e non solo per ogni piccolo di mamma... Un brano struggente.
Grande attacco, Kate sta facendo piovere con la sua voce ed è
"Cloudbusting". Se "Cloudbusting" non è il miglior suono contemporaneo
sin da quando i Beatles e Burt Bacharach hanno infilato le classifiche
nazionali... sapete dirmi cos'è?
La seconda facciata ha un sottotitolo "The Ninth Wave" e comprende
sette brani concept uniti da ciò che sembra essere il tema portante:
l'affogamento (!). Sentite, io non voglio entrarci, datemi un
paio di mesi e vi spedirò una cartolina al riguardo, OK?
Sette brani, sette sogni, sette incubi, sette vampiri, e... Madre
di sette bastardi, cosa abbiamo qui? Se il lato A è un attacco
di cuore , il lato B ti solleva dal pavimento e ti trascina in
un giro intorno agli anni, alle cose di poca importanza, alle
paure e alle lacrime di vetri rotti. Magia, poesia, danze irlandesi
e un bacio nel vento.
Proprio quasi alla fine della seconda facciata, una voce annuncia
che "Noi siamo nove volte la velocità del suono". E poi Kate entra
nella stanza in punta di piedi e avvista "Ciao Terra, ciao terra.
Con una sola mano tenuta alta io posso cancellarti, nasconderti
allo sguardo. Cucù, cucù piccola terra."
Beh, cucù anche a te, Kate Bush. Io ti vedo."
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