CONCERTO SUITE

Yngwie Johann Malmsteen Concerto Suite for Electric Guitar and Orchestra In E flat minor Op. 1 - Millenium -

Recensione a cura di Luca L.D. Lombardi

Finalmente il sogno di Yngwie si è realizzato: il virtuoso chitarrista svedese ha potuto suonare con l’orchestra di Praga. A dire il vero la sessione di registrazione dell’orchestra è stata fatta separatamente da quella della chitarra perché, a detta di Malmsteen, se avessero registrato insieme la chitarra avrebbe coperto parte dell’orchestra. Tali motivi tecnici hanno imposto una registrazione dei pezzi per chitarra solo dopo quelli per l’orchestra. C’è comunque da notare che è stato Yngwie a scrivere sia le parti per chitarra che per l’orchestra: il che dimostra quanto la parola genio non sia una esagerazione. Malmsteen ha dovuto studiare un anno intero accordi e note classiche perché, come si legge dal booklet con il cd (scritto da lui), gli accordi li sapeva solo "ad orecchio". Sin da quando era più giovane ascoltava i pezzi classici fino alla nausea e poi cercava di riportarli su chitarra, ma senza degli spartiti. In questo modo ha imparato le sonorità ma non avendo mai studiato gli spartiti sarebbe risultato piuttosto difficile scrivere dei pezzi per un’orchestra. La fase di stesura delle parti per orchestra è stata comunque abbastanza articolata: prima di tutto si è cercato di simularla con Mats Olausson sul sintetizzatore, successivamente si è potuto procedere realmente alla scrittura degli spartiti con l’aiuto di Yoel Levi. Per quanto riguarda il risultato finale ci si trova di fronte a qualcosa che ha veramente l’aria del geniale. Prima di tutto credo sia la prima volta che un chitarrista metal (e non solo!) si cimenta in una tale impresa. Ricordiamoci che per suonare con un’orchestra seriamente bisogna esserne al livello: Malmsteen probabilmente è addirittura un gradino in più. Occorre comunque chiarire subito che ci si deve aspettare un "sound" si neoclassico ma non metal o comunque rockeggiante come le varie "Far Beyond the Sun" o "Eclipse" o "Trilogy Suite". Qui siamo di fronte ad un’orchestra che presenta come primo violino un chitarrista. Malmsteen è colonna, parte portante e fulcro del Concerto Suite ma la sonorità è quella pura di un vero concerto per orchestra, ma Yngwie c’è. E si fa sentire!


I BRANI

Le composizioni hanno del geniale. Si faccia conto che con un mio amico abbiamo fatto un esperimento: finito di ascoltare il Concerto Suite abbiamo ascoltato subito un concerto di Beethoven e vi assicuro che non si sentiva differenza! Se non per il fatto che non c’era Yngwie a fare scale e thrill come solo lui può.

Icarus Dream Fanfare: il brano di apertura. Ha poco a che fare con il pezzo di Rising Force, se non per il "tema" generale. Malmsteen comincia a farsi sentire bene verso metà e si capisce subito che fa sul serio.
Cavallino Rampante: omaggio alla Ferrari. Qui il dialogo tra chitarra ed orchestra si fa più diretto, le scale come al solito non mancano ed il pezzo è si melodico ma anche forte, quasi aggressivo. Come il motore della rossa di Maranello. Il brano non è molto vario ma ha un’aria davvero epica.
Fugue: brano dall’aria settecentesca che sotto la sua melodicità da scampo a repentini cambi di ritmo e velocità che evidenziano le doti di Malmsteen, è l’unico che ha anche una parte corale (anche se solo d’atmosfera). E’ notevole come Yngwie vada parallelo, a passo con l’orchestra anche in pezzi realmente difficili e veloci e come una volta che l’orchestra si fermi lui faccia di più, termini con una scala ancora più veloce senza accompagnamento.
Prelude to April + Toccata: sono due pezzi acustici che anche se segnati in modo staccato sono uniti. Signore e signori, qui siamo di fronte al "non plus ultra" della chitarra: questi pezzi sono eccelsi per difficoltà, velocità e pulizia degli accordi. Vi assicuro che vi renderete conto anche voi quanto Malmsteen sia inumano quando sentirete le sue mani sulla chitarra acustica in questi due brani. Sinceramente non ho mai sentito una prova tale in nessun altro suo album. Prelude to April e Toccata rendono giustizia a Malmsteen e lo coronano come incontrastato Re del Neoclassico, se ancora ce ne fosse bisogno. Magari per qualche miscredente non ancora convinto. Qui veramente si apprezza La Tecnica. E’ straordinario come non solo sia veloce ma anche continuo, un susseguirsi di accordi e note difficili ma eseguite con esemplare pulizia sino alla chiusura che ricorda il pezzo acustico veloce di Trilogy Suite (a circa 6:20 del brano).
Andante: presenta il tipico sound della chitarra di Malmsteen. Le scale la fanno da padrona con l’orchestra che fa da perfetto contorno al suo primo solista.
Sarabande: altro pezzo acustico in cui l’orchestra si sente praticamente solo alla fine. Cosa volete che vi dica? Il suono barocco della chitarra di Malmsteen disegna atmosfere create anche qui dalla tecnica e dalla pura velocità. Paco De Lucia sta tremando.
Allegro + Adagio: altri due brani uniti. Thrill e Pull-off guidano questo pezzo tra una scala e l’altra, eseguite con accordi che danno veramente un senso di potenza alla chitarra di Malmsteen. Il brano ha un’aria epica come gli altri ed il dialogo tra Malmsteen e l’orchestra è perfetto e sincrono, spezzato solo da una prolungata parte melodica molto bella, come la chiusura davvero vigorosa, forte, una vera "rising force".
Vivace: anche qui si ripete il perfetto connubio tra chitarra ed orchestra, separati solo dalle infinite capacità di Malmsteen. E’ incredibile come abbiano le stesse velocità e le stesse sonorità: qui la chitarra spesso assume una parte di sottofondo di continuo "lavoro" (pull-off ma soprattutto scale sino all’inverosimile), il suono appare come una tagliente lama che si trasforma in violino nella parte centrale del pezzo. Un brano che mette in evidenza le tecniche più classiche anche della scuola dei violinisti. La chiusura del brano è tipicamente orchestrale.
Presto Vivace + Finale: il nome rispecchia perfettamente il brano che ha appunto un’aria vivace, come la chitarra di Malmsteen che mette in mostra continui pezzi tecnici degni di se. Anche in questo brano notevole il continuo dialogo tra orchestra e chitarra che si inseguono in pezzi veloci dove i violini si devono arrendere e lasciare la scena alla Strato sino ad un finale dove si assiste all’apoteosi della chitarra Malmsteeniana che porta alla chiusura dell’Opera tra esempi di tecnica che vanno dal tapping alle più difficili scale di stampo neoclassico, un vero piacere per le orecchie sia degli amanti della tecnica che per i meno esperti in materia.


CONCLUSIONI

Sinceramente credo che mi si possa capire se dico che non mi rimangon molti aggettivi per descrivere sotto tutti gli aspetti questo Concerto Suite, sia per quanto riguarda la creatività nello scrivere i brani sia nella sua esecuzione. Un commento conclusivo e definitivo? Derisa la velocità, superata la tecnica: oltre la chitarra c’è Malmsteen.


Luca L.D. Lombardi

Per una anteprima dei brani potete ascoltare 3 file audio realizzati in formato Real Audio, di parti di brani.

Adagio 3:04 (358 Kb)
Prelude to April - Toccata 2:20 (272 Kb)
Cavallino Rampante 3:51 (450 Kb)


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