Recensione live tratta da "Il Messaggero di Roma", 21 Maggio 1990
Recensione live tratta da "Il Messaggero di Roma", 21 Maggio 1990
Il concerto di Malmsteen al "Tendastrisce": troppo veloce per pensare.
di Paolo Zaccagnini
Tremila persone entusiaste, un Tendastrisce rovente, quattro musicisti svedesi decisamente buoni e due mani che…più veloci di così non si può: questi i requisiti con cui il ventisettenne chitarrista svedese Yngwie Malmsteen ha mandato in visibilio l'orda metallara della Capitale. Preceduto dai China, elvetici in cui milita anche un compatriota proveniente da Benevento, Malmsteen, esangue e cereo vichingo lungocrinito, per due ore circa ha incendiato i presenti con una raffica di assoli tremendi, velocissime svisate che esegue lanciandosi la chitarra dietro le spalle e riprendendola al volo, scalciando, picchiando furiosamente sulle corde, deambulando ferocemente sul palco, unico e solo divo. E che sia veloce non c'è dubbio, che abbia una solida preparazione classica nemmeno - qua e là si ascoltano brandelli sanguinolenti di Bach, Paganini, Beethoven, Albinoni e Monteverdi - solo che a lungo andare la tecnica non è tutto.
Sarà che chi scrive, solo poche ore prima, aveva fronteggiato Keith Richards dei Rolling Stones e poi il canadese Jeff Healey, ma il fumigante giovanotto è sembrato un po' statico, eccellente, preparatissimo, ma dannatamente ripetitivo. Può sicuramente dare di più e meglio di quanto discograficamente fornito sinora, è intelligente - lo dimostra la scelta fatta in prima persona dei nuovi comprimari tutti svedesi come lui, il cantante Goran Edman, il tastierista Mats Olausson, il bassista Svante Henryson e il batterista Michael Von Knorring, che non hanno nulla da invidiare a chi li ha preceduti - solo che, visto il successo riscosso, sarebbe ora si ammansisse e badasse più a cosa suona.
Perché non privilegiare pezzi romantici e pacati - si fa per dire - come "Save Our Love" invece degli assoli-cannonate ? Metallo rovente come "Liar", "Making Love", "I'll See The Light Tonight", "Déjà Vu", "You Don't Remember, I'll Never Forget", "Judas", "Far Beyond The Sun", "Dreaming (Tell Me)", "Queen In Love", "Crystal Ball", "Trilogy Suite", "Heaven Tonight" e "Demon Driver" sono eseguiti di gran corsa dando la possibilità a Edman, soprattutto a lui, Olausson, Henryson e Von Knorring di mettersi in luce. Finale, con la gente ridotta a zombie saltellanti e gioiosi e qualche temerario sui tralicci che sostengono la tenda, al cardiopalmo: "Black Star", "Spanish Castle Magic" e "See You In Hell" con Malmsteen acrobata con la sei corde fino a sbatterla sulla batteria. Degno epilogo di una grande serata 'metallica', protagonista un musicista che, se volesse, potrebbe ancora migliorare e non solo nell'heavy metal.
Trascrizione di Valeria Guarnieri.
Return to articles index
Return to home
Geocities SunsetStrip/Palms