Intervista ad Yngwie su Metal Shock (Giugno 1994)
Intervista ad Yngwie su Metal Shock (Giugno 1994)
YNGWIE MALMSTEEN, SEI CORDE DI RABBIA! FINALMENTE IL CHITARRISTA SVEDESE
AL NOSTRO MICROFONO, PER CHIARIRE DUE ANNI OSCURI IN CUI SI E' PARLATO PIU'
DI ALCOOL E DROGA CHE DI MUSICA. MA OGGI, CON UN NUOVO ALBUM, YNGWIE TORNA
IN SELLA, PORTANDOSI DIETRO TANTA RABBIA.
Intervista raccolta da Fuzz Fuzz
Volli, volli, fortissimamente volli. Ecco l'intervista che non doveva
esserci, la telefonata che non arrivava mai! Per ben due volte il nostro
agente a Milano, Gianni Andreotti, aveva atteso invano che Yngwie Malmsteen
si decidesse a fare quel maledetto squillo, poi, esausto, aveva passato la
palla all'inossidabile Fuzz. Risultato: altri due appuntamenti mancati,
altri due giorni sprecati. Forse rimandare le interviste senza spiegazioni
è lo scotto che bisogna pagare quando si perde il privilegio di appartenere
ad una major? Sappiamo che oggi Yngwie è tornato con un nuovo album, "The
Seventh Sign", per la Music For Nations... Ma poi, dopo una settimana, nel
bel mezzo della cena, con i fogli delle domande ormai ridotti ad una palla
di carta sul fondo del cestino, quando credevo che a chiamare fosse la
mamma per augurarci la buona notte, mi ritrovo il perfetto inglese di
Yngwie, in diretta da casa sua a Miami, Florida. E nel maggio del '94
un'intervista a Malmsteen è un occasione da non perdere, perché oggi, con
il suo recente lavoro, Yngwie ha più senso di quanto ne abbia mai avuto
negli ultimi cinque anni, con una reputazione infangata da dischi falsi,
pomposi, fatti della stessa consistenza che hanno le bollicine dell'acqua
minerale. Invece, "The Seventh Sign" è davvero un bel disco... Vedevo
Malmsteen lontano dal mondo reale, perso a cercare un successo commerciale
fatto di canzoni bruttissime o, peggio, ridicole. Lo consideravo vittima
del suo stesso personaggio, della sua inutile quanto funambolica abilità.
Riflettiamo: all'alba del nuovo Nirvana-millennio, dove tre ragazzi usciti
dai boschi del nord ovest americano potevano vendere 15 milioni di copie
suonando il più diretto ed essenziale punk-pop, senza nemmeno essere
sfiorati dall'idea di avvicinarsi ad un rudimentale assolo, che posto
potevano avere Yngwie Malmsteen, le sue camicie di pizzo, le sue 23
Stratocaster, le sue canzoni che ancora facevano rimare "fire" con
"higher"? Yngwie era il passato, la parte stupida, obsoleta, ridicola del
passato. Certo, Yngwie avrebbe continuato, ma girando in tondo, con circoli
sempre più piccoli. Ma oggi, per fortuna, Malmsteen è la prova vivente che
una piccola teoria si è dimostrata esatta: l'ingrediente principale per
scrivere grande musica è la rabbia, la delusione, le frustrazioni. Tutta la
migliore musica rock di sempre parla un unico linguaggio (chiedetelo a
Elvis): lo sfogo, la rabbia. E Yngwie ha risposto con rabbia. Dimenticato,
allontanato dall'Elektra che aveva totalmente rifiutato delle nuove
composizioni (oggi incide in USA per la Pony Canyon ed in Europa per la
MFN), in una profonda crisi, accentuata (secondo voci apparse sulla stampa
USA) anche dall'abuso di alcool e droghe, capace di tornare alla ribalta
solo per ridicole situazioni da commediola americana o da pagine estive di
Novella 2000 (il presunto rapimento di Amberdawn, la ragazza che è
recentemente diventata sua moglie). E la rabbia ha portato Yngwie a
scrivere quelle canzoni che non era più capace di scrivere dal breve e
fulgido momento fra lo storico "Rising Force" ed il primo album "Marching
Out". Come ho già detto nella recensione sul n. 165, "The Seventh Sign" si
esprime con la forza diretta di accordi elettrici, ruggenti, di canzoni
(stranamente brevi) spogliate di fronzoli inutili, di una chitarra che
diventa essenziale e parte integrante dei brani. E finalmente, con l'ex
Obsessed/Odin/Loudness Mike Vescera, Yngwie ha trovato una voce capace di
strappare brandelli di carne alle sue canzoni, seguendo quel piglio di
eccellenza che era stato bruscamente tranciato dall'allontanamento di Jeff
Scott Soto. Naturalmente, Yngwie è sempre quello che abbiamo conosciuto.
Con decisione tetragona confuta le mie teorie, espone le sue idee, le sue
certezze con parole chiare, che dicono tutto, lasciando poco spazio ad una
replica, ma facendo anche capire che essa sarebbe inutile. Per i 45 minuti
della nostra conversazione ho capito come possono sentirsi i ragazzi della
sua band, consci di avere davanti una persona non disponibile al dialogo,
che ti lascerà poco spazio, ma allo stesso tempo talmente entusiasta e
sicuro dei propri mezzi da trascinarti con lui, da diventare parte della
sua visione. Yngwie cavalca la linea invisibile che c'è tra la parola
egoista ed egocentrico. E questo, come potrete leggere nell'intervista, lo
porta a contraddirsi, al sapere di aver commesso degli errori rifiutandosi
però di definirli tali. Yngwie è quella persona complessa, ricca di senso
di humor e di affermazioni forti con cui è facile avere una conversazione
telefonica, ma che diventa difficilissimo da inquadrare, da fermare nelle
righe di un'intervista. Fra le sue parole, scoprite voi il Malmsteen che
più vi piace.
- YNGWIE, SEI SEMPRE STATO MALTRATTATO DALLA STAMPA, SPECIALMENTE IN
EUROPA. AVENDONE ORA LA POSSIBILITA', C'E' QUALCOSA CHE VORRESTI DIRE A
TUTTI QUELLI CHE HANNO SCRITTO UN MARE DI CATTIVERIE SUL TUO CONTO?
Vedi, i giornalisti sono così. Qualsiasi cosa scrivano, c'è sempre una
parte di bugia e io non posso stare a perdere tempo preoccupandomi di ciò
che hanno detto sul mio conto. Io voglio essere fedele a quello che faccio,
alla mia musica, e se cominciassi ad occuparmi di queste critiche sarei
distratto dal mio progetto. Una stroncatura su un giornale non cambierà
certo quello che penso di me stesso!
- OK, MA PER TE QUAL'E' LA PIU' GROSSA BUGIA CHE E' STATA SCRITTA SUL
CONTO DI YNGWIE MALMSTEEN?
Uh, sono così tante che è difficile ricordarsele! Tutto ciò che mi
riguarda è sempre stato trattato in modo bizzarro, tutti i nomignoli che mi
hanno dato, per esempio... Ma alla fine smetti di pensarci, anzi, ti diverti!
- NON TI DELUDE IL FATTO DI INCIDERE PER UN' ETICHETTA INDIPENDENTE? TI
DA' FASTIDIO NON AVERE PIU' UNA MAJOR ALLE SPALLE?
(Yngwie non mi fa neanche finire la domanda, nda) No, no, no, no! Sei matto?
E' il contrario! E' decisamente meglio, non sono più una marionetta, un
soldatino perso in una macchina enorme. Lavorano per me ogni momento, si
prendono cura del mio prodotto! E' la stessa differenza che c'è fra il
giorno e la notte.
- E PER QUANTO RIGUARDA LA SITUAZIONE FINANZIARIA?
Oh, ho molti soldi, non preoccuparti, anzi, ho davvero parecchi soldi a
dirti la verità! (L'unico problema è che non capisco se se stia dicendo
seriamente o se faccia dell'ironia, nda) Altrimenti come potrei prendermi
cura delle mie macchine, della Ferrari, della Maserati...
- OH, BUON PER TE... IN "THE SEVENTH SIGN" CI SONO MOLTE, OTTIME HARD ROCK
SONGS: E' STATO DIFFICILE TROVARE LA RABBIA PER SCRIVERE BRANI SIMILI?
INSOMMA, I TUOI PRECEDENTI DISCHI NON ERANO COSI' VIZIOSI...
Non è stato difficile perché non ci vuole molto per farmi arrabbiare!
Quello non è un problema. Parte di quella aggressività è conseguenza delle
brutte cose che mi sono accadute negli ultimi due anni, ma allo stesso
tempo quegli 'incidenti' per il solo fatto di essere accaduti mi hanno
fatto star bene. Ora li considero come eventi positivi, cose che ho potuto
espellere dal mio organismo e... (La risposta viene interrotta da una
chiamata che arriva sulla seconda linea di Yngwie. Tornato in contatto col
Fuzz, si dilunga un po' sul buono stato di salute di Metal Shock, una
rivista che conosce e che ricorda con piacere, avendoci già concesso
numerose interviste in passato. Quando poi gli dico che questa intervista
servirà per una copertina di Metal Shock, Yngwie rimane sinceramente
entusiasta ed ordina alla moglie, che si sente ciabattare in sottofondo, di
non passargli più nessuna chiamata, nda)
- ALLORA, TORNANDO A NOI, PENSI CHE LA RABBIA SIA UN INGREDIENTE IMPORTANTE
NELLO SCRIVERE CANZONI?
Uhm, no, penso piuttosto che ogni emozione forte, ogni stato emozionale
estremo serva allo stesso modo. Se sei triste, felice, arrapato, tutto può
diventare la molla per scrivere un brano, tutto ha sempre una parte nello
scopo. Niccolò Paganini una volta disse: "Bisogna provare molto per
riuscire a trasmettere molto". Ecco allora che delusione e tristezza mi
hanno portato a scrivere "Brothers", mentre "Forever One" è dedicata
ovviamente a mia moglie ed "Hairtrigger" parla di come ognuno dovrebbe
reagire, di cosa devi fare per non farti mettere i piedi in testa da
nessuno.
- IN "THE SEVENTH SIGN" C'E' UN YNGWIE PIU' ROCKER CHE CHITARRISTA...
Beh, non direi che sia proprio così... Finalmente sono riuscito ad ottenere
un bilanciamento tra le mie influenze classiche e quelle rock. Cambiando
l'ordine dei brani forse avresti una visione differente dell'album, ci sono
più estremi ma anche una maggiore omogeneità. Questa mi sembra la
definizione giusta.
- COME SEI ENTRATO IN CONTATTO COL SINGER MIKE VESCERA?
Per merito di Mike Varney; gli ho chiesto se conosceva buoni cantanti e lui
mi ha dato il numero di Vescera che si è subito detto felicissimo di
cantare con me, mi ha spedito l'album che aveva inciso con i Loudness - un
ottimo disco - poi ci siamo visti a Miami, è arrivato direttamente dall'
aeroporto al mio studio, ha cantato "Never Die" e da quel momento non se ne
è più andato.
- A PROPOSITO DI VARNEY, SCOPRITORE DI TALENTI CHITARRISTICI CHE E' STATO
ANCHE IL PRIMO AD ACCORGERSI DELLA TUA BRAVURA, TANTO DA TROVARTI UN POSTO
NEGLI STEELER (BAND COSTRUITA A TAVOLINO CON RON KEEL E MARK EDWARDS)...
Devo molto a Mike, fu lui a portarmi in America, a farmi conoscere molte
persone e a darmi la possibilità di suonare per la prima volta in un gruppo
vero. Ma dopo che ho lasciato gli Steeler, non ho avuto più nulla a che
fare con lui. Mike ha proseguito il suo lavoro, cercando tantissimi altri
chitarristi da lanciare, qualcuno che mi somigliasse, commettendo il grosso
errore di saturare il mercato con tanti altri Malmsteen e questo, alla
fine, è stato un male anche per me. Comunque, ora siamo nuovamente in buoni
rapporti.
- ORA MI PARE OSSESSIONATO CON IL BLUES...
Sì, ma mi devi dire cosa c'è di nuovo nel blues? Io ho iniziato a suonare
blues 22 anni fa, non è certo una novità da scoprire, anzi, ti dirò che
ogni sera a casa suono del blues! Anche nel mio nuovo album puoi sentire
del blues come in "Bad Blood" e "I Don't Know".
- CAMBIAMO ARGOMENTO: FRA TUTTE LE CRITICHE PESANTISSIME CHE HAI RICEVUTO,
CE N'E' STATA QUALCUNA CHE TI HA FATTO CAPIRE CHE QUEL GIORNALISTA, UNA
VOLTA TANTO, STAVA DICENDO UNA COSA VERA?
No! (E come poteva essere altrimenti? nda)
- INSISTO...
Mai! E sai perché? Perché ho una particolare visione di come deve essere
la mia musica, seguo questa visione, ci credo ciecamente, credo in quello
che faccio, capito? Non è una cosa semplice, non mi basta dire 'faccio
questo e faccio quello'. No. E' una cosa spirituale, come se fosse una
religione. E se qualcuno viene da te dicendo che la tua religione è
sbagliata, certamente questo non sarà il motivo che ti spingerà a
cambiarla. Tu credi nella tua religione e io nella mia. (E' magnifico
sentire quest'affermazione che, vi garantisco, non è pronunciata con
egoismo o superiorità, caratteristiche che molti vorrebbero abbinare al
nome di Malmsteen. Yngwie crede ciecamente in sè stesso, nella sua musica
ed in ciò che dice, perché cercare un compromesso oppure fingere? Nel
mondo musicale una simile fedeltà di principi è sicuramente da ammirare. Ma
io, da avvocato del diavolo, insisto, anche perché ci sono diverse miglia
di cavo telefonico che mi proteggono, nda).
- MA TU, YNGWIE, PENSI DI NON AVER MAI FATTO ERRORI?
Tutti fanno degli errori.
- E ALLORA QUAL' E' QUELLO PIU' GRANDE CHE HAI FATTO?
Delle volte ho sbagliato la scelta delle persone che mi circondavano e non
parlo solo di musicisti, parlo anche di mogli... Ho sbagliato nella scelta
dei managers, ho perso molti soldi per questo... Sì, ho fatto tanti errori,
ho scritto alcune canzoni sbagliate, ne ho scelte alcune che non andavano.
Ma sai, più vivi più impari ed oggi mi sento infinitamente più saggio di
quanto lo fossi anni fa.
- L'EPOCA DORATA DEI GUITAR HEROES E' MORTA?
Absolutely not! Neanche per idea! Capito? Neanche per idea! Ci sono
delle mode, ci sono sempre state, le cose vanno e vengono... In "Never Die"
dico: 'Il tuo Dio potrà anche venire ed andarsene, i secoli passeranno, ma
alla fine io so che sarò ancora ancora qui' e ci credo davvero. Io sono
vero, autentico, non una fottuta moda, ci sono delle vere emozioni, della
vera musica in quello che faccio! Mi rifiuto categoricamente di seguire le
mode, non sono uno che segue, sono uno che traccia il cammino (I'm not a
follower, I'm a leader!), non vado dove gli altri sono già stati.
- DA PARECCHI ANNI VIVI IN AMERICA: QUAL' E' IL TUO GIUDIZIO SULLA VITA DA
QUELLE PARTI?
Non sono il miglior sostenitore della cultura americana, le mie radici e il
mio intelletto sono al 100% europei anche se ci sono alcune cose
dell'America di cui sono innamorato, come lo stile di vita, il clima, il
fatto che tutto sia disponibile 24 ore su 24. Invece, non mi piace il
fascino degli americani per le armi, anche se devo ammettere che anch'io
ho delle pistole in casa: mi piacciono, ma non ci costruisco la mia vita
intorno. Qui ogni giorno la gente viene uccisa dalle armi da fuoco.
- SPECIALMENTE A MIAMI!
Non qui dove vivo io, penso sia un problema di downtown, la parte sud della
città. E' un'altra cosa...
- MI SONO SEMPRE DOMANDATO QUESTO: COSA AVEVA IN MENTE UN DICIOTTENNE
SVEDESE DI OTTIMA FAMIGLIA (INSOMMA, RICCO) QUANDO STAVA VOLANDO PER LA
PRIMA VOLTA DA STOCCOLMA IN DIREZIONE DI LOS ANGELES? COSA TI ASPETTAVI?
Oh, era così strano, non sapevo chi avrei incontrato, non sapevo nulla di
Los Angeles, non conoscevo nessuno. La cosa divertente è che io abitavo in
una zona molto bella di Stoccolma e quando sono arrivato a L.A. mi hanno
portato in un posto terribile... 'E questa sarebbe l'America?' era il mio
pensiero di ogni momento... Per fortuna durò solo un paio di mesi, poi mi
sono trasferito in un'altra area subito dopo aver lasciato gli Steeler.
Rimasi con loro dal febbraio all'aprile dell'83, non di più...
- A PROPOSITO, RICORDO CHE IN UNA VECCHIA INTERVISTA RON KEEL SOSTENEVA DI
AVERTI OSPITATO A CASA SUA, PORTATO IN GIRO CON LA SUA AUTO, AVERTI PAGATO
TUTTE LE SPESE E TU, IN CAMBIO, NON GLI AVEVI DETTO NEMMENO GRAZIE! MI
SEMBRA STRANO...
Ma certo che non è vero, che bugia! Mi pagavo tutto da solo, benzina
compresa, vivevo in un magazzino e lui non aveva nemmeno la macchina! E'
un gran bugiardo, uno dei tanti...
- YNGWIE, SEI CONTENTO DELLA TUA CARRIERA?
Sono davvero molto, molto felice di ciò che ho ottenuto, ora posso
guardarmi indietro e criticare qualcosa dei miei vecchi albums, ma ti posso
garantire che ogni volta hanno rappresentato il meglio che potessi fare a
quel tempo. (Shock! Horror! Miracolo! Yngwie Malmsteen ai "microfoni" di
Metal Shock ammette di aver commesso degli errori! Yngwie confessa di
essere un uomo come tutti gli altri! Non possiamo fermarci qui, dobbiamo
andare oltre, sfruttare senza vergogna e con giornalistica cattiveria
l'indole buona che oggi Malmsteen sembra avere. Ecco allora che il Fuzz ha
chiesto al guitar hero svedese di esporre con poche, semplici parole le sue
stesse opinioni su tutti i dischi registrati fino ad oggi. Ne emerge un
quadro "inquietante"... Yngwie il perfezionista non ama troppo il suo back
catalogue, vorrebbe dimenticare delle cose, ma sarebbe pronto anche a
portarsi in un isola deserta qualcuno dei suoi dischi, nda).
- SIGNORE E SIGNORI, ECCOVI MALMSTEEN NELLE INSOLITE VECI DEL SUO STESSO
RECENSORE...
"Steeler" non mi è mai piaciuto, non mi piacevano il cantante, le canzoni,
il mio stesso modo di suonare... All'epoca era eccitante, avevo solo 19
anni.
- MA LO ASCOLTI ANCORA?
Ma che sei matto?? Ah, ah, ah... "No Parole From Rock'n'Roll" mi piace
ancora oggi. La produzione fa schifo, ma le canzoni sono davvero ottime.
Non andavamo d'accordo, ma la musica ci univa, fu il mio primo salto di
qualità. Con "Island In The Sun" non avevo il controllo delle cose... ero
giovane e il fatto di suonare con una persona che era stata così in
contatto con Ritchie Blackmore mi intimidiva. Forse è un po' troppo
commerciale. "Live Sentence" non è male, furono dei buoni shows.
- MA A ME SEMBRA QUASI UN BOOTLEG PERCHE' LA VOCE DI GRAHAM BONNET IN UN
PAIO DI BRANI E' TERRIBILE...
Lui non sapeva cantare dal vivo, era terribile. Che persona strana...
- POI, I TUOI DISCHI SOLISTI...
Con "Rising Force" sono diventato un'icona della chitarra, non credo che
nessuno abbia mai fatto un album così. E' diventato un classico, un album
di un'estrema qualità. E' il disco che ha iniziato tutto il nuovo modo di
vedere la chitarra, che ha dato il via all'epoca dei guitar-heroes.
"Marching Out" è un buon disco rock, ma non uno dei miei favoriti,
assolutamente. E' stato fatto troppo velocemente. Sai, questo doveva essere
il primo disco e "Rising Force" era previsto solo per il mercato
giapponese. Poi "Rising Force" ha cominciato a vendere tantissimo fra gli
import e quindi siamo stati costretti a finire al più presto "Marching
Out". Ci fu un periodo in cui tutti e due i dischi erano nelle charts. Ha i
suoi momenti, alcune canzoni mi piace ancora ascoltarle. "Trilogy" è
decisamente uno dei miei preferiti; grandi pezzi, ben suonati, è quello che
tengo più vicino al cuore. "Odyssey" mi piace, ma non ci sono troppo
affezionato. Uscì in un momento bruttissimo per me: avevo appena avuto
l'incidente d'auto, avevo subito dei danni con il terremoto di S.
Francisco, mi ero separato dalla mia ragazza e, peggio di tutto, mia madre
era morta. In quel periodo non ero molto preso dalla musica. "Trial By
Fire" è un ottimo live record, è stato registrato in una sola notte,
durante l'ultimo show a Leningrado; decisamente meglio di "Odyssey".
"Eclipse" è un altro buon disco, peccato che sia stato superprodotto:
troppi overdubs, troppa carne al fuoco. In "Fire And Ice" ci sono dei brani
strumentali davvero ottimi, mi piacciono moltissimo; cosa che non posso
dire per il resto dei brani. I testi delle canzoni sono davvero pessimi, ad
esempio "Teaser" non avrei voluto nemmeno metterla.
- NON CREDO CHE LA VOCE DI GORAN EDMAN FOSSE ADATTA ALLA TUA MUSICA,
SPECIALMENTE DAL VIVO...
(Yngwie risponde come se gli avessi ricordato la scadenza di una
noiosissima bolletta, nda) Oh mio Dio, era terribile!
- C'E' UN SOGNO CHE VORRESTI ANCORA REALIZZARE?
C'è comunque una cosa che ancora non ho fatto, ma che ho in mente da
tantissimo tempo: suonare con un'orchestra, comporre una sinfonia per rock
band e orchestra. Ogni tanto sono tentato anche di suonare con
qualcun'altro, qualcuno famoso, intendo. Non lo dovrei dire, ma mi hanno
contattato i Deep Purple (è uno scoop! nda), non penso che se ne farà
qualcosa anche se suonare con loro sarebbe un grandissimo onore.
(Forse c'è ancora qualche sorpresa nella carriera di Yngwie, diamogli la
possibilità di seguire le sue regole, i suoi tempi, la sua filosofia, sono
sicuro che c'è ancora tanta buona musica in serbo per noi. Tanto Malmsteen
continuerà anche quando l'ultima critica, la stroncatura finale, si sarà
spezzata contro il suo ego d'acciaio, nda)
Trascrizione di Valeria Guarnieri.
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