Intervista a Yngwie tratta da Rock Hard  10

 (Ottobre 2002)

 

 

Intervista di Daniele Purrone

 

 

Rock Hard: Allora Yngwie, “Attack !!” è il tuo nuovo album. Cosa puoi dirci in  proposito ?

 

Yngwie J. Malmsteen: Che è cool!

 

Ok. In questa occasione dietro il microfono c’è il grande Doogie White, già vocalist dei Rainbow di “Stranger In Us All” e per ben due volte sul punto di entrare negli Iron Maiden. Cosa mi dici del lavorare con lui ?

 

Ti dico che Doogie è stato veramente in gamba.

 

Doogie ha fatto con te l’ultimo tour, ma in precedenza avevi lavorato nuovamente con Mark Boals. Cos’è successo in occasione dell’ultima separazione ?

 

Non è importante quello che è successo.

 

Torniamo a Doogie. Per l’ennesima volta (dopo Graham Bonnet, Joe Lynn Turner, Bob Daisley, Cozy Powell, David Rosenthal) ti ritrovi a lavorare con un musicista che ha legato i momenti salienti della sua carriera ad una collaborazione con Ritchie Blackmore. Non pensi che questo darà  nuovamente fiato ai tuoi detrattori che vedono in te un clone di Mr. Rainbow ?

 

Beh, quella gente è ferma al 1984. Chi si è degnato di ascoltare la mia musica da allora in poi sa bene che io con Blackmore non c’entro nulla: la mia maniera di scrivere musica e di suonare è completamente diversa da quella di Ritchie. Doogie è venuto da me e mi ha chiesto se avevo bisogno di un cantante.... lo conoscevo, sapevo che era molto bravo e allora l’ho preso. In tour è andato molto bene. Se in passato ho lavorato con gente che proveniva dall’entourage di Blackmore è solo ed esclusivamente perché loro si erano offerti di farlo, sapendo quanto può essere importante per la loro carriera una collaborazione con me. D’altronde io non ho problemi a lavorare con gente che so essere molto in gamba, perché Ritchie è sempre stato un ottimo scopritore di talenti.

 

Dal vivo e in studio, però, hai sempre suonato molti pezzi di Deep Purple e Rainbow...

 

Certo. Non ho mai negato che Ritchie sia stato una mia fonte di ispirazione ma da qui a dire che voglio passare la mia carriera nella sua ombra bisogna essere proprio sordi ! Suono anche molte cover di Hendrix, ma ti sembro un chitarrista uguale a Jimi ?

 

Con due membri come Derek Sherinian e Doogie White, la tua line up attuale è sicuramente una delle migliori della tua carriera. Pensi che riuscirai ad andare in tour con loro ?

 

Per ora Doogie e Patrick sono confermati.

 

E Derek ?

 

Dipende dai suoi impegni. Se riusciremo a far quadrare il tutto verrà di sicuro anche lui. Ci siamo trovati bene nell’ultimo tour.

 

A proposito di Derek... gira voce che tu gli abbia imposto di non fare assoli sul disco. C’è qualcosa di vero o è la classica bufala del web ?

 

Il web.... bel posto di stronzate, quello ! La verità è che le canzoni le ho scritte prima di avere la conferma che Derek avrebbe suonato sul disco: per come le avevo concepite non c’era posto per gli assoli di tastiera, ma visto che c’era Derek ho ritenuto giusto fargliene fare uno lo stesso. Fammi un favore e fallo anche a te... non leggere più quella merda !

 

So che durante l’ultimo tour è scoppiato un casino in Brasile, dovuto al fatto che tu hai suonato l’inno americano e il pubblico non ha apprezzato...

 

Nulla di importante, in pratica ci siamo mandati a quel paese a vicenda. Ma li abbiamo spazzati via.

 

Ci racconti un po’ quello che pensi di tutti i grandi cantanti con cui hai lavorato in passato a partire da Bonnet per finire con Doogie ?

 

Graham Bonnet è grandissimo in studio, ma dal vivo non rende per nulla e all’epoca certi concerti furono proprio un disastro: è il classico cantante che si lascia penalizzare troppo dalla sua mancanza di fiducia in sé stesso, finendo col risultare disastroso.

 

E’ matto come dicono ?

 

No, non direi che è matto... sicuramente può apparire strano a volte, ma è comunque una persona con la testa sulle spalle. Il problema è che appunto non ha fiducia in sé stesso e si lascia troppo andare.

 

E gli altri ?

 

Jeff Scott Soto ha cantato alla grande su “Marching Out” ed è bravissimo, ma col tempo è diventato sempre più vicino allo stile di Prince e distante dal rock duro, dal metal: suonare quella musica non gli interessa più. Mark Boals è un ottimo vocalist, ma abbiamo sempre avuto dei problemi personali: il ragazzo ha grossi problemi di ego e questo con me non può andar bene. Di Joe Lynn Turner penso che abbia una gran voce, ma che fondamentalmente non sia adatto a cantare musica come la mia: penso che sia più adatto a fare pop che non metal.

 

Il periodo con lui è stato quello più commercialmente proficuo per te. Cosa ricordi ?

 

Ho dei ricordi orribili di quel periodo. Ricevo pressioni dalla mia label per fare dischi sempre più commerciali, ebbi un pesante lutto in famiglia e affogavo tutti i miei problemi nella droga. Ci ho messo parecchio tempo ad uscirne, ma per fortuna ora mi sono ristabilito e sono molto più felice.

 

Torniamo ai tuoi cantanti...

 

Goran Edman è il peggiore cantante live che abbia mai avuto: fantastico in studio, ma dal vivo la sua voce non reggeva proprio e lui non è mai stato capace di tenere il palco. Ci ho messo un po’ a capirlo, ma alla fine è stato necessario separarci. Levén è fantastico sotto tutti gli aspetti, davvero un cantante eccezionale: sono molto soddisfatto del lavoro con lui. E Doogie White anche: una garanzia dal vivo come in studio.

 

Non hai citato Mike Vescera.

 

Quello è un fallito.

 

E di Jorn Lande che mi dici ? Come mai siete durati così poco ?

 

Una pura e semplice questione di incapacità da parte sua. Quando ti ritrovi ad avere a che fare con musicisti non all’altezza, la situazione non può durare a lungo.

 

Quali sono secondo te gli alti e bassi della tua carriera, non contando “Attack !!” ?

 

Gli alti... sicuramente si può partire dal primo lavoro degli Alcatrazz che non era certo perfetto ma ha rappresentato i miei primi veri passi sulla scena. Ma soprattutto, ovviamente, “Rising Force”, un disco di cui sono tuttora molto orgoglioso, e l’album con l’orchestra sinfonica. Anche “Trilogy” e “The Seventh Sign” sono ottimi lavori. Fra i punti più bassi metto “Odyssey”: non è per nulla un brutto disco, ma aveva quella patina pop che detesto e in più come ti ho già detto quello è stato un periodo orribile per me. Poi non sono quasi per nulla soddisfatto di “Eclipse”, il disco con cui non sono riuscito ad uscire dalla crisi di “Odyssey”, e “Magnum Opus”.

 

Di recente ho visto per la prima volta il video clip della celeberrima “I’ll See The Light Tonight” e sono rimasto nel vedere che il cantante lo mima, anche se la voce che si sente è quella di Soto, non è Jeff. Si tratta di Boals ?

                                                            

Sì, irriconoscibile senza parrucca.

 

Quel video, visto oggi, appare decisamente pacchiano: tu che combatti con la tua chitarra contro dragoni di cartapesta, Boals completamente fuori ruolo, guerrieri vichinghi... come ti senti a ripensarci adesso ?

 

Non me ne frega assolutamente nulla.

 

Cambiamo totalmente argomento: sei soddisfatto della vittoria nel mondiale della tua Ferrari ?

 

Ovvio che sì... è stata un’annata trionfale tanto che ho in programma di comprarne una nuova.

 

E’ vero che uno tuoi sogni è di pilotare, anche solo per una volta, in Formula 1 ?

 

No, non è vero. Non ci starei neanche in quelle macchine, sono troppo.... grosso. Però mi piace molto guidare le Ferrari da strada. Per esempio da voi in Italia non ci sono controlli sulle strade, quindi posso andare tranquillamente veloce e godermi la mia macchina.

 

Ehm... non è esattamente così.

 

Ho girato in lungo e largo l’Italia sulle vostre autostrade (in italiano, ndr) e non ho mai avuto alcun problema.

 

E’ vero che tendi ad irridere chi ti parla delle qualità delle Lamborghini ?

 

Dai siamo seri.... la Lamborghini è ok, ma la Ferrari è tutta un’altra cosa. E quando hai davanti a te il meglio non ti accontenti delle seconde file.

 

Prima hai parlato della tua passione per Ritchie Blackmore. Che mi dice dei Deep Purple con Steve Morse ?

 

Dai... tutti sanno come stanno le cose per me. Il disco che mi ha cambiato la vita è “Fireball” e quindi sono molto legato ai Deep Purple. Ma quelli di adesso non sono i Deep Purple ! I Deep Purple erano Ritchie Blackmore, era lui la vera forza creativa, l’autore dei loro capolavori più grandi. Non trovo giusto quindi che vadano avanti con il vecchio nome: dovrebbero chiamarsi Gillan - Glover - ecc. E questo lo pennsavo già prima che se ne andasse anche Jon Lord, figuriamoci adesso. Sia chiaro, sono comunque dei grandissimi musicisti, fanno sempre ottima musica e Steve Morse è un grande chitarrista, ma non sono i Deep Purple. E’ come ai tempi di “Come Taste The Band”: Tommy Bolin era bravo, ma non era Ritchie.



Trascrizione di Valeria Guarnieri


 


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