Articolo su Yngwie tratto dall'inserto "TrovaRoma" del quotidiano "La Repubblica" del 24 maggio 2001

 

Arriva giovedì 24 al Palladium il chitarrista svedese, genio e maestro di tecnica da 20 anni. E' un autodidatta

Malmsteen, rock sulle sei corde

di Gianni Santoro

 

 

Tutti a scuola di chitarra dal Maestro. La campanella suona giovedì 24 al Palladium. Ad accogliere dal palco gli alunni ansiosi di imparare sarà Yngwie Malmsteen, considerato uno dei più importanti virtuosi della sei corde da quasi vent'anni. Per l'esattezza dal 1984, anno in cui fu dato alle stampe "Rising Force", l'album di debutto prevalentemente strumentale che stupì il mondo dell'heavy metal per la tecnica impeccabile, la velocità di esecuzione senza pari e le malcelate ambizioni classiche. Con quel lavoro prese il via la lunga carriera del chitarrista svedese, illuminata da alti e bassi, tragedie personali e professionali. Tutte difficoltà affrontate da Malmsteen, nato a Stoccolma nel 1963 come Lars Yngwie Johann Lannerback, ostentando un'imperturbabilità invidiabile nei confronti delle critiche feroci e del difficile rapporto con il pubblico. Malmsteen dimostrò inaspettate capacità artistiche già alla tenera età di sette anni, quando si dedicò da solo allo studio della chitarra dopo essere rimasto folgorato da un programma televisivo sulla vita di Jimi Hendrix. Tre anni dopo era già passato all'adattamento per chitarra della tecnica di Paganini. E di questi due estremi si è sempre nutrita la sua arte, perennemente in bilico tra le sfuriate di Ritchie Blackmore dei Deep Purple e il culto di Bach e Beethoven, culminata nel 1997 con la realizzazione di "Concerto Suite for electric guitar and orchestra in Eb minor, op. 1" insieme all'Orchestra Filarmonica Ceca. Testardamente ed orgogliosamente fedele al suo stile di hard rock neoclassico nonostante le mode, passate invano senza mai scalfirlo, Malmsteen ha via via incontrato i favori del pubblico americano e inglese, rapidamente dileguatosi poi quando alla tecnica magistrale non sembrò seguire una crescita artistica altrettanto superba. Ma seguire le sue dita che si muovono a velocità supersonica sulla tastiera della sua chitarra rimane oggi un'impresa disperata. E allora chissà che il Maestro, superato dalla nuove generazioni di innovatori ma mai eguagliato per abilità esecutiva, non sia ancora in grado di fornire spunti illuminanti agli alunni più attenti. In apertura di serata il concerto di Tom Sinatra, altro virtuoso della sei corde.

 

 



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