Scorrendo i tabulati forniti dall'Ufficio Feedback della nostra Redazione, scopro con mia grande sorpresa che decine e decine di teen-agers ci leggono fedelmente. E, cosa ancora piu' sorprendente, vedo che hanno scelto noi di ET per rivendicare un diritto sacrosanto del popolo giovane: avere giustizia. E giustizia su cosa? Su di una grave lacuna dei nostri media, sia giornali che radio che TV. I giovani lamentano che tutti fanno un gran parlare di Eros Ramazzotti, che vince tutti i premi, che pare ci sia solo lui. Per questo ed altri motivi ci chiedono ad una voce di trattare con la dovuta attenzione il caso Di Bella.
E siccome noi amiamo i giovani di oggi perche' i giovani sono il nostro futuro, ecco che li accontantiamo.
Di Bella Rosario. Classe 1960, catanese, cioe' della provincia di Catania. Figlio d'arte, si avvicina alla musica fin da piccolo, ecc. ecc. suona in piccoli gruppi, ecc. ecc. piano bar, ecc. ecc. concorsi, Castrocaro, ecc. ecc., finche' nel 1990 esce "Pittore Di Me Stesso". Una piccola grande rivelazione. Melodie folgoranti, improvvise, su un tappeto elettronico, ritmico ed incalzante (tipo Battisti ultima fase). "Un Amore Improvviso" e "Bella Come Una Rosa" sono gli episodi piu' significativi in questo senso. "Come Se Parlassero Due Amici" e' il singolo, scelto per allettare tutti i palati. La critica ne parla bene, alcuni passaggi in radio, ma vendite contenute.
A Sanremo '91 si presenta in trio con Tony Bungaro e Marco Conidi, col tormentone "Pensa se Domani / Fosse Un Giorno Eccezionale". Una figura piu' che decorosa. Ma qualche mese dopo esce "Figlio Perfetto". Rosario accentua il contrappunto tra elettronica e melodia, che diventa una sua cifra definita. "Cantando" (tra i brani preferiti dai nostri teen-agers) e' tutto giocato su di una complessa ritmica sintetica, dalla quale prende il volo un refrain da romanza. La voce porge il cantato con discrezione, facendosi perdonare anche i momenti piu' dolciastri. Ma l'album e' pieno di episodi gradevoli: "Gira Gira" ha un sottofondo quasi jazzato, "Rose E Mimose" gioca con le parole ("Mi parli delle cose frettolose... Ti porto tante rose e anche le mimose") citando a distanza episodi mogoliani, mentre "Un Temporale Estivo" sfodera una fisarmonica di sapore argentino.
Il ragazzo cresce.
E' il 1995 quando esce "Esperanto", ancora migliore (se possibile) del precedente. Molti dei nostri lettori protestano perche' qualcuno ha interpretato il recitativo di "Difficile amarsi" come una rilettura sfacciata di "Chicco E Spillo" di Samuele Bersani. Niente di piu' sbagliato. "Difficile Amarsi" e' piuttosto l'evoluzione del binomio tecno-melodico che caratterizza da sempre il Di Bella. Comunque, ciascun brano vale da solo l'acquisto dell'intero album. Piu' vario dei precedenti, tocca le corde dell'ironia in "Piccole Grandi Cose", la melodia pura in "Liberi", la favola crudele in "La Casa Del Pazzo", la nostalgia struggente in "Ti Aspetto", il divertissement catastrofico in "Il Mare Nella Nave".
Tutto tiene. Di Bella amalgama l'insieme con una spiccata sensibilita' musicale, e con una voce che non somiglia a nessun altra. In tutti i brani ripete la parola "Mondo", per poi ricucirli tutti in un Esperanto tutto suo. Una cosa analoga aveva fatto Ramazzotti in un suo album di qualche tempo fa, "In Ogni Senso". L'unica cosa che lo accomuna a Di Bella, e della quale credo che Eros dovrebbe essere fiero.
Non dovrebbero essere fieri, invece, tutti quelli che hanno taciuto la grandezza del nostro Rosario, che non hanno gridato al miracolo dalle varie tribune autorevoli dei media, che non hanno detto: "Ho visto il futuro del pop italiano!'"
A tutti costoro lancio il mio forte, deciso, incondizionato, sincero, sdegnato, ed anche un pochino incazzato: "J'accuse".
Di Bella e' un personaggio schivo, modesto, ma terribilmente scrupoloso, maniacalmente attento ai particolari, alle minime sfumature della sua musica. Tutte qualita' che noi apprezziamo molto.
Ed anche i nostri giovani, a quanto pare.