IL CORAGGIO DELLA MELODIA
I Pooh di fronte alla storia
Quel che e' giusto e' giusto.
Assistendo l'altra sera in TV ad una versione live di "Mediterraneo"
ho avvertito un certo fastidio. Chi mi era vicino ridacchiava, ed io non potevo
negare l'evidenza. Ma come si fa a presentarsi in questo modo?
Eppure un tempo erano qualcuno.
I Pooh! Quanta nostalgia!
Hanno calcato le tavole del Piper; con "Bikini Beat" hanno
attraversato il beat, hanno dettato (insieme ai Camaleonti) le regole del rock
melodico per tutto il decennio successivo; hanno guidato il progressive a fianco
della PFM e del Banco; hanno azzerato con coraggio e lungimiranza gli eccessivi
sinfonismi nel 1976, cinque anni prima che i Genesis vivessero la loro
palingenesi con "Abacab"; hanno sviluppato tecnologie impensabili per
il nostro paese e le hanno messe al servizio dello spettacolo live, senza nulla
invidiare ai maiali volanti dei Pink o agli Zoo degli U2.
Cosa si vuole di piu'? Ridere oggi dei parrucchini e dei capelli tinti e'
fin troppo facile, e non rende certo giustizia di cio' che e' stato.
Ma cosa e' stato? Proviamo a ripercorrere brevemente le tappe principali:
- Periodo BEAT. Formazione ancora in erba. Grinta da vendere. Il Piper
e' un mito per molti: Patty Pravo la sua dea, Mita Medici la vestale, Zero,
Martini & Berte' i figli legittimi. I Pooh si affacciano nel tempio, ed e'
subito culto. Il mitico "Per quelli come noi" prepara la fase politica
di "Brennero 66" (la canzone di protesta la faceva all'epoca solo
Dylan), impegnato sul tema del terrorismo altoatesino. Nel frattempo si
configura la formazione-tipo, con Riccardo Fogli alla voce e basso, Dody
Battaglia alla chitarra, e Roby Facchinetti alle tastiere. Con l'ingresso di
Stefano D'Orazio alla batteria si respira gia' un'aria diversa. Il mito avanza.
- Periodo del PROGRESSIVE ROMANTICO. Inizia con "Opera Prima", non
a caso, che in realta' e' il quarto album. Chi non ha canticchiato almeno una
volta: "Non restare chiuso qui / pensiero. / Riempiti di sole e va' / nel
cielo"? Chi non ha sentito le parole scandite con rabbia, pestate dalla
batteria con la violenza di un pensiero dominante che non riesce a liberarsi? E
chi non ha avvertito l'improvviso sollievo nell'apertura melodica di: "Solo
lei nell'anima / mi e' rimasta lo sai"?
Qui c'e' gia' tutto il mondo
dei Pooh. Manca solo Red Canzian a sostituire Fogli, e la formazione e'
definitiva. Red e' il sosia di Chris Squire, bassista degli Yes, ma qualcuno
insinua perfino piu' bravo di lui.
La produzione del fido Giancarlo Lucariello porta i Pooh dritti nel cuore
del progressivo sinfonico che da oltremanica faceva rimbalzare il mood dei
Genesis, dei Gentle Giant, dei primi King Crimson, ecc. L'apice e' "Parsifal",
brano dell'album omonimo (1973), diviso in due parti, sorta di sinfonia pop non
molto lonatana dai vari "Concerti grossi" dei New Trolls.
Due
anni dopo e' un altro piccolo grande gioiello, tuttora sottovalutato. "Un
po' del nostro tempo migliore" e' veramente il meglio del pop rock italiano
dei settanta. C'e' lo strumentale "Mediterraneo" che non sfigurerebbe
nel repertorio piu' solare della PFM, c'e' "Preludio" che volentieri
avrebbe suonato Keith Emerson nei Nice, c'e' "Il tempo, una donna, la
citta'", complessa opera a piu' sezioni, con incredibili variazioni
ritmico-melodiche.
Quello che ha fatto Battisti con "Anima Latina".
Il progressive celebra il suo epico epilogo in "Ninna nanna" di "Forse
ancora poesia" (1976), che dispensa gli ultimi brividi ai cuori piu'
sensibili. Ma la parabola discende, e' tempo di cambiare.
- Periodo TECHNO-POP. "Pooh-lover", col gomitolo di lana in
copertina a suggerire il delizioso gioco di parole, sancisce il punto e a capo.
"Linda" e' incredibilmente asciutta, niente mellotron, niente violini,
niente sinfonismi. E' pop affrancato dagli orpelli anacronistici, essenziale. A
modo loro anche i Pooh recepiscono il messaggio di neo-verginita' dettato dal
punk.
Seguono album e successi, il tutto sempre piu' curato, lineare, con
grande attenzione al lavoro in sala di incisione e dal vivo. Gli spettacoli sono
sempre piu' generosi di effetti, fumi, laser, e musica da urlo.
- Periodo WORLD. Il decennio spensierato degli ottanta scivola lentamente
verso una rinnovata coscienza. L'inquietudine diffusa porta i Pooh ad impegnarsi
a fianco del WWF con iniziative ambientaliste ed ecologiche. Con il patrocinio
del Ministero dell'Ambiente organizzano un tour denominato Concerto per un'Oasi.
Lo spirito e' tornato quello di "Brennero 66": impegno e melodia.
Il suono del gruppo si arricchisce di strumenti e di sonorita'
pan-etniche. Dal 1983 al 1985 pubblicano la cosiddetta trilogia caraibica: "Tropico
del Nord", "Aloha" e "Asia non Asia". Negli anni
successivi il brano "Maria Marea" segnera' una tappa fondamentale, con
l'ineffabile video di ambientazione mediterranea, che vede la bella Maria
infilarsi nel mare fino a scomparire, come a suggellare l'eterna sovrapposizione
tra elemento femminile e spirito dell'acqua.
L'inizio del decennio porta la vittoria al festival di Sanremo con "Uomini
soli".
- Periodo dei PARRUCCHINI. Chi puo' negarlo? I Pooh portano la parrucca. Non
si tratta di vere e proprie protesi, ma di ampie cotonature, ottenute con
tecniche combinate di colorazione. Ma questo che vuol dire? Si suona forse coi
capelli?
Roby ha preso la leadership al canto. Il suo singulto e' inconfondibile.
Quando vola alto sul pentagramma, la sua faccia si contorce incredibilmente in
mille spasimi creativi.
Dody schitarra con grazia, ma quando vuole sa come dar voce alla sua rabbia
rock. A tempo perso ha fatto la damigella di Zucchero con Adelmo e i suoi
Sorapiss (Ahi Dody, chi te l'ha fatto fare?!).
Red ha il sorriso di una bambola di porcellana. Come nulla fosse, zitto
zitto, esplora tutte le potenzialita' del basso: acustico, stick, senza tasti,
senza manico con corde, senza corde con manico, senza tasti e senza corde.
Stefano e' incontenibile alle percussioni: ha una batteria che da sola
occupa una stanza, piu' campane tubolari, xilofoni, sonagliere, pentole di rame,
tamburelli e nacchere.
Per favore, non fermiamoci alle apparenze.
Quando ci sono i Pooh in televisione, alziamo il volume, chiudiamo gli occhi
e lasciamoci cullare dalle morbide e romantiche emozioni che sanno ancora darci.
Provare per credere.