Caporicci appare e scompare, fluttua nell'etere come un buco nero di idiozia a spasso per dimensioni parallele, e quando te lo trovi davanti in quei rari momenti di lucidita', ti viene da chiederti se ci sia rimasto incastrato.Si e' accoppiato con un viados di nome Julio, che lo accompagna agli angoli bui dei marciapiedi quando tenta l'approccio con la fauna notturna della sua citta'. Ma la sua figura riveste ben poca importanza se presa in quanto esistenza umana e reale; al contrario il Caporicci si erge nel nostro immaginario scuro ed inquietante come uno stato mentale, un modo di essere e di occupare lo spazio, insomma quel risvolto frivolo ed insensato, quasi intastabile che si annida in ognuna delle nostre coscienze.
Alcune teorie millenaristiche narrano dell'era del Caporicci come dello stadio finale dell'impoverimento intellettuale, ad un passo dalla lobotomizzazione totale, che colpira' le menti piu' vulnerabili con l'ingresso del nuovo millennio.
Preferiamo parlare del Caporicci in quanto entita' metafisica, di una presenza che c'e' ma che in realta' non c'e': solo cosi' possiamo scacciarlo dai nostri pensieri quotidiani ed illuderci che il nostro intelletto persiste ancora incorrotto e pulito.